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CANTO XII.

ARGOMENTO.

Contempla le sculture del suolo; esempi di superbia punita. Tre Canti e' dà alla superbia, e contr' essa grida, e sè confessa superbo. Non solamente politico, ma più morale che non si creda è lo scopo della Commedia Giungono al varco dove si sale all'altro giro, e trovano un angelo che mostra la via, e col batter dell' ale gli rade un P dalla fronte, il peccato della superbia, ch' egli ha nel giro presente espiata.

Poesia le sculture, l'angelo, la salita.

Nota le terzine 1 alla 7; 9 alla 13; 16; 20 alla 24; 28, 29, 30; 32 alla 39; 42 fino all' ultima.

1.

Di pari, come buoi che vanno a giogo,

-

N'andava io con quell'anima carca,
Fin che 'l sofferse il dolce pedagogo.
2. Ma quando disse: Lascia lui, e varca,
Chè qui è buon con la vela e co' remi,
Quantunque può ciascun, pinger sua barca;-

4. (L) Anima: Oderigi. Pedagogo: Virgilio.

(SL) Buoi. Purg., XXVII, t. 29: Io come capra...lo Puniva intanto sè della superbia propria. · Pedagogo. Era quasi fanciullo sotto maestro; e più volte si paragona a fanciulló (Inf., XXIII, t. 13-44; Purg., XXVIII, 1. 43; Par, XXII, t. 4). Varr.: Instituit paedagogus, docet magister.

(F) Carca. L'idea di questo supplizio e di quello degl'invidi e de' famelici sarà forse stata al Poeta confermata, se non originata, dal se

guente di Baruch II, 47 e 18: Non mortui, qui sunt in inferno... dabunt honorem... Domino. Sed anima, quae tristis est super magnitudine mali, et incedit curva et infirma, et oculi deficientes, et anima esuriens dat tibi gloriam.

2. (L) Varca: va oltre. - - Quantunque quanto. - Pinger: guadagnar tempo e merito.

(SL) Remi. I Latini: Velis remisque contendere. Ovid. Her., XIII: Remoque move veloque carinam.

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3. Dritto, siccome andar vuolsi, rifèmi
Con la persona, avvegna che i pensieri
Mi rimanessero e chinati e scemi.
4. Io m'era mosso; e seguía volentieri
Del mio maestro i passi; e amendue
Già mostravam com'eravam leggieri.
5. Quando mi disse: Volgi gli occhi in giùe.
Buon ti sarà, per alleggiar la via,
Veder lo letto delle piante tue..
6. Come, perchè di lor memoria sia,
Sovr' a' sepolti le tombe terragne
Portan segnato quel ch' egli era pria.
7. (Onde li molte volte se ne piagne
Per la puntura della rimembranza,
Che solo a' pii, dà delle calcagne);
8. Sì vid' io li, ma di miglior sembianza az
Secondo l'artificio, figurato

Quanto, per via, di fuor dal monte avanza.
9. Vedea colui che fu nobil creato

Più ch'altra creatura, giù dal cielo,
Folgoreggiando, scender da un lato.

10. Vedeva Brïaréo, fitto dal telo

Celestial, giacer dall'altra parte,
Grave alla Terra per lo mortal gelo.

3. (L) Vuolsi: conviene. Rifėmi: mi rifeci. Scemi d'orgoglio.

(SL) Rifemi. Anco in prosa, fémi per fecimi. Chinati. Ovid. Met., VII: Demisere metu vultumque animumque. Virg., XII: Demittunt mentes. Scemi Purg., XI: Gran tumor m'appiani.

5. (L) Alleggiar: alleggerire. Letto: dove i piè posano.

(SL) Alleggiar. Sacch: Alleggiamento della miseria. Via. En., Letto.

VII: Viam sermone levabat.

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7. (L) Li: in terra. Solo, non l'anime dure. Da: sprona.

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(SL) Calcagne. Pesante, ma non improprio traslato. Il calcar de' Latini per isprone, porge la medesima imagine. Ed è men bello di questo l'altro: Immensum gloria calcar habet.

8. (L) Si: così. - Miglior: più bella quanto a arte. Per via: per lo spazio dove si cammina.

(SL) Secondo. Nelle scuole secundum valeva quanto a, rispetto a. 9. (L) Colui: Lucifero.

(SL) Più. Inf., XXXIV.

(F) Folgoreggiando. Luc., X, 18: Vedevo Satana, come folgore, cadere di ciélo.

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40. (SL) Briaréo. Simbolo mitologico di Lucifero. Stat., II: Non aliter' (Geticae si fas est credere Phlegrae) Armatum immensus Briareus stetit aethera contra. Hinc Phoebi pharetras, hine torvae Palladis angues, Inde Pelethroniam praefixa cuspide

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11. Vedea Timbréo, vedea Pallade e Marte,
Armati ancora, intorno al padre loro,
Mirar le membra de' Giganti sparte.
12. Vedea Nembrotto appiè del gran lavoro,
Quasi smarrito, e riguardar le genti
Che 'n Sennaar con lui superbi foro.
13. O Niobe, con che occhi dolenti

Vedeva io te segnata in su la strada,
Tra sette e sette tuoi figliuoli spenti!
14. O Saúl, come 'n su la propria spada,
Quivi, parevi morto in Gelboè,

Che poi non sentì pioggia nè rugiada!
15. O folle Aragne, sì vedea io te,

Già mezza ragna, trista, in su gli stracci
Dell'opera che mal per te si fe'.
16. O Roboám, già non par che minacci

Quivi 'l tuo segno; ma, pien di spavento,
Nel porta un carro prima ch' altri 'l cacci.

pinum Martis... Fitto. En., X: Hunc... intorto figit telo. [En., 1: Illum expirantem transfixo pectore flammas Turbine corripuit, scopuloque infixit acuto.] Telo. En., IX: Tuoque Invisum hoc detrude caput sub tartara telo. -Parte. Nelle imagini troiane in Cartagine: Parte alia... (Æn., 1). Grave. Hor. Carm., III, 4: Injecta monstris Terra dolet suis (Inf., XXXI). Gelo. En., XI: Frigida toto..._exsolvit se corpore, lentaque colla Et captum letno posuit caput. 14. (L) Timbréo: Apolio. - Padre: Giove.

(SL) Timbréo. Georg, IV: Thymbraeus Apollo. E assolutamente. Æn., III: Thymbre. Ma conveniva dire vedea 'l Timbreo; e forse così scrisse Dante. Pallade. Orazio, de' Giganti: Contra sonantem Palladis Egida (Carm., III, 4) Marte. Nello scudo d' Enea: Saevit medio in certamine Mavors Coelatus ferro (En., VIII). → Sparte. Ovid Met., X: Gigantas, Sparsaque Phlegraeis victricia fulmina campis.

12. (L) Lavoro: torre.

(SL) Sennaar. Gen., X, 10: Fuit.... principium regni ejus Babylon... in terra Sennaar.

13. (L) Niobe. Figlia di Tantalo e d'una Pleiade, moglie d'Anfione te

bano, superba de' suoi quattordici
figli; però saettati da Apollo e da
Diana.- Segnata: effigiata.

(SL) Seite. En, 1: Bis septem.
44. (SL) Su. Reg., I, XXXI, 4: Afferrò
Saul la spada e s'avventò soprale.
Gelboe. Reg., II, I, 24: Monti di Gel-
boè, ne rugiada ne pioggia cadano
sopra voi. Senti. Hor. Carm., III,
23: Nec pestilentem sentiel Africum...
vilis nec sterilem seges Rubiginem.
45. (L) Si. Riempitivo. Opera:

tela.

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Per: da.

(SL) Aragne. Ovid. Met., VI; Cer tet, ait, mecum (Minerva). Stolidaeque cupidine palmar In sua falaruit. Vive quidem, pende tamen. - Antiquas exercet aranea telas. Semint.: Costei, pognamoche fosse nata di vile gente... cercava d'avere grande nominanza nell'arte del tessere. - Mal. Più d'una volta in Virg. Georg., III: Heu! male tum Libiae solis erratur in agris. Petr.: Mal per noi quella belià si vide.

16. (L) Roboam. Non volle alleggerire al popolo le gravezze imposte da Salomone suo padre. Il popolo lapidò il ministro di lui. Roboamo fuggi. Segno. In marmo.

(SL) Segno. Virgilio Æn., V: Cratera impressum signis.

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