Opere di Vincenzo Monti ...: Iliade di Omero, traduzione di Vincenzo MontiPresso G. Resnati, 1840 |
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Acamante Achei Achille Achivi Agamennone Ajace alfine allor amico anco Antiloco Apollo Argivi armi asta Atride auriga avea battaglia bellicoso campo caro carro cavalli chè cielo città cittade cocchio colla compagni corridori corsieri costui Criseide d'Achille destrieri diè diletto Diomede divino dolce duce Enea eroe Ettór Ettore ferito ferro fiero figlio figliuol fiume forte forza fuga fuggir Giove Giuno Giunone gran Greci grido guerrieri Idomenéo Iliade Indi intanto intorno l'alma l'armi l'asta l'Atride l'eroe lancia Licaon Licj lido madre Marte medesmo Melanippo Menelao Menézio Merione Minerva mortali morte mura navi nemico Néstore Nettunno ninfa Neréide numi Olimpo orrendo padre Paride Pátroclo Peléo Pelíde percosse petto piè piede Pilemene Polidamante polve poscia prego pria Príamo primiero prodi pugna ratto rispose sangue Sarpedonte Scamandro scudo strage strale Telamonio Teucri Tidíde Toante tosto Troja Trojani Uccide ucciso Ulisse usbergo valor veloce
Popular passages
Page 142 - Ben repugnante , ma dal fato astretta ) Alla superba recherai le linfe; E, vedendo talun piovere il pianto Dal tuo ciglio, dirà: Quella è d'Ettorre L'alta consorte, di quel prode Ettorre, Che fra' trojani eroi di generosi Cavalli agitatori era il primiero, Quando intorno a Ilion si combattea.
Page 524 - Ch' io mi sono più misero , io che soffro Disventura, che mai altro mortale Non soffii, supplicante alla mia bocca La man premendo che i miei figli uccise. A queste voci intenerito Achille, Membrando il genitor, proruppe in pianto: E preso il vecchio per la man, scostollo Dolcemente. Piangea questi il perduto Ettore ai pie dell'uccisore, e quegli Or il padre, or l'amico, e risonava Di gemiti la stanza.
Page 244 - Telamom'de , e colle basse Lance nel mezzo gli ferian lo scudo. Ma memore l'eroe di sua virtude, Or rivolta la faccia, e le falangi Respinge de' nemici, or lento i passi Move alla fuga: e sì potette ei solo, Che di sboccarsi al mar tutti rattenne. Ritto in mezzo ai...
Page 142 - No, questo cor. Da lungo tempo appresi Ad esser forte, ed a volar tra' primi Negli acerbi conflitti alla tutela Della paterna gloria e della mia. Giorno verrà, presago il cor mei dice, Verrà giorno che il sacro iliaco muro E Priamo e tutta la sua gente cada. Ma né de...
Page 240 - Dardo lo scudo traforò; ficcossi Nella corazza, e gli stracciò sul fianco Tutta la pelle: non permise al ferro L'addentrarsi di più Palla Minerva. Conobbe tosto, che letal non era II colpo Ulisse; e, retrocesso alquanto: Sciagurato, rispose al suo nemico, Or sì che morte al varco ti raggiunse. Mi togliesti, egli è vero, il poter oltre Pugnar co...
Page 410 - Latravan loro addosso, e si schermivano. Fecevi ancora il mastro ignipotente In amena convalle una pastura Tutta di greggi biancheggiante e sparsa Di capanne, di chiusi e pecorili. Poi vi sculse una danza a quella eguale Che ad Arianna dalle belle trecce Nell'ampia Creta Dèdalo compose.
Page 486 - E de' nervi al tessuto innocua fosse Dell' igneo Sole la virtute attiva. Ma del morto Patróclo il rogo ancora Non avvampa. Allor prende altro consiglio II divo Achille. Trattosi in disparte , Ai due venti Ponente e Tramontana Supplicando , solenni ostie promette , E in aurea coppa ad ambedue libando , Di venirne li prega , e intorno al morto Sì le fiamme animar, che in un momento Lo si struggano tutto , esso e la pira. Udito la veloce Iride il prego , Ai venti lo recò , che accolti insieme Nella...
Page 20 - Ed io pur con eroi son visso un tempo Di voi più prodi , e non fui loro a vile } Ned altri tali io vidi unqua, né spero Di riveder più mai, quale un...
Page 312 - Dal suo proposto^ che* gli Eterni tutti Di fortezza ei si vanta e di possanza Immensamente superar. Soffrite Quindi in pace ogni mal che più gli piaccia Inviarvi a ciascuno. E a Marte , io credo , II suo già tocca: Ascàlafo, il più caro D' ogni mortale al poderoso iddio, Che proprio sangue lo confessa, è spento.
Page 414 - De' nostri piati la memoria. Or copra Obblio le andate cose, e il cor nel petto Necessità ne domi. Io qui depongo L'ira, né giusto è ch'io la serbi eterna. Tu ridesta le schiere alla battaglia. Vedrò se i Teucri al mio venir vorranno Presso le navi pernottar. Di gambe, Spero, fia lesto volentier ch'iunque Potrà sottrarsi in campo alla mia lancia. Disse: e gli Achivi giubilar vedendo Alfin placato il generoso Achille. Surse allora l'Atride, e dal suo seggio, Senza avanzarsi, favellò: M'udite,...