Page images
PDF
EPUB

iij

diso figurò quella beatitudine, che acquista l'uomo pur di quà per mezzo della filosofia; e filosofia è, come si dice nel Convito, uno amoroso uso di sapienza, il quale massimamente è in Dio, ovvero quando l' anima e la sapienza sono fatte amiche, sicchè l' una sia tutta amata dall' altra.

Perduta ch' ebbe Dante quella Beatrice, per la quale uscito era della vulgare schiera; onde rimase in tanto affanno, che nulla cosa mortale gli poteva valere alcun conforto, trovò pur alfine rimedio alle sue lagrime, e questo si fu nello studio della filosofia, dove altri in avversa fortuna l' aveva similmente trovato, e, siccome racconta egli stesso nel Convito, immaginando lei fatta come una gentil donna, e tutta pietosa, e piena di salute e di pace, in lei pose sì forte l' affetto, che, non che si temperasse per lei il suo fiero dolore, v' attinse quel pieno contentamento che s' aveva immaginato; e volendo poscia quella beatitudine dimostrare, ovvero insegnare all' uomo come, conosciuto ch' egli ha

(

l' errore pei tristi effetti (1), e dispogliatosene per quei mezzi che sono in poter nostro (2), porgendogliene opportuna occasione la materia, a far eterno il nome di colei che fu in terra il primo diletto dell' anima sua, figurò in lei questa figlia di Dio, regina di tutto, nobilissima e felicissima filosofia. Nè, se altri vi pensasse gli anni, potrebbe mai per più degno e conveniente esempio la beatitudine che si dice adombrare, che per quella che lassù s' insempra; perciocchè, siccome il desiderio di quella è negli animi nostri da natura ingenerato, e da ragione e autorità avverato, così è questa sete naturale, che non si può se non colle acque che dall' eterno fonte si dischiudono saziare (3); e siccome in paradiso si gode il più nobile d' ogni piacere, ch'è il contentarsi, e questo si è essere

(1) L' Inferno.
(2) Il Purgatorio.

(3) La sete natural che mai non sazia,

Se non coll' acque onde la feminetta
Sammaritana dimandò la grazia, ec.

PURG. XXI.

V

beato, così l'intelletto nostro nella sapienza, il cui aspetto in ciascuna condizione di tempo induce contentamento; e siccome nella visione di Dio l' anima si deifica, e così nel dolcissimo sguardo di questa miracolosa donna di virtù (1), nel quale solo l' umana per fezione s' acquista, e Dio è ultima perfezione nostra; e com' egli è eterno, e così è costei. E però, dice Salomone (sono parole del Convito) in quello de' proverbj, in persona della Sapienza: quando Dio apparecchiava li cieli, io era presente; quando con certa legge e con certo giro vallava gli abissi, quando suso fermava e sospendeva le fonti delle acque, quando circuiva il suo termine al mare, e poneva legge alle acque che non passassero li suoi confini, quando elli appendea li fondamenti della terra, con lui ed

(1) Nel suo aspetto tal dentro mi fei,

Qual si fe' Glauco nel gustar dell' erba,
Che 'l fe' consorto in mar degli altri Dei.
Trasumanar significar per verba
Non si poria, però l' esemplo basti.
A cui esperienza grazia serba.

PARAD. I.

io era, disponente tutte le cose, e dilettavami per ciascun die.

Progredendo dal centro alla circonferenza, rappresentano i cieli i varj gradi della beatitudine celeste, e la scala onde insino all' ultimo si monta; nè si potrebbe altrimenti il maggiore o minor godere dei beati all' uman senso figurare (1); similmente quelle scienze nelle quali, come dice Dante, più ferventemente la filosofia termina la sua vista, sono la scala che all' intero essere beato della presente vita ne conduce, e i diversi gradi o salite che può la mente nostra della beatitudine stessa godere. In virtù di queste convenienze fra l' esempio e l' esemplare, e per le tre similitudini che i cieli, come dice Dante, hanno colle scienze, massimamente per l'ordine e numero in che si conven

(1) Così parlar conviensi al vostro ingegno,
Però che solo da sensato apprende
Ciò che fa poscia d' intelletto degno..
Per questo la Scrittura condescende
A vostra facultate, e piedi e mano

:..

Attribuisce a Dio, ed altro intende; ec. PARAD. IV.

vij

gono (1), piacque al Poeta figurar nelle scale onde al sommo bene s' ascende, quelle che alla sapienza ne conducono, vale a dire, nei cieli, le scienze; ed eccone infallibil pruova nelle seguenti sue proprie parole, quali stanno nel Convito. Ai sette primi cieli rispondono le sette scienze del trivio e del quadrivio; la gramatica al cielo della Luna, la dialettica al cielo di Mercurio, la rettorica al cielo di Venere, l'aritmetica al cielo di Marte, la geometria al cielo di Giove, l'astrologia al

(1) La prima similitudine (leggesi nel Convito) si è la revoluzione dell' uno e dell' altro intorno a un centro immobile, che ciascuno cielo mobile si volge in verso al suo centro, il quale quanto per lo suo movimento non si muove. E così ciascuna scienza si muove intorno al suo suggetto, ma presuppone quello. La seconda similitudine si è lo illuminare dell' uno e dell' altro, che ciascuno cielo illumina le cose visibili, e così ciascuna scienza illumina le intelligibili. E la terza similitudine si è inducere perfezione nelle disposte cose. Della quale induzione, quanto alla prima perfezione, cioè delta generazione sostanziale, tutti li filosofi concordano che li cieli sono cagione.... così della induzione della perfezione, secondo le scienze, sono cagione in noi, per l'abito delle quali potemo la verità speculare, ch'è ultima perfezione nostra, siccome dice il filosofo nel sesto dell' Etica, quando dice che 'l vero è 'I bene dello 'ntelletto. Per questa, con altre similitudini, molto si può la scienza cielo chiamare.

« PreviousContinue »