Di alcune osservazioni del Witte e del Boehmer sulla Monarchia di Dante

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Perea e Rossetti, 1883 - 77 pages
 

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Popular passages

Page 68 - ... ha disviate le pecore e li agni, però che fatto ha lupo del pastore. Per questo l'Evangelio ei dottor magni son derelitti, e solo ai Decretali si studia, sì che pare a
Page 72 - Astiterunt Reges terrae, et Principes convenerunt in unum, adversus Dominum et adversus Christum ejus.
Page 13 - l simigliante si sforzava di fare delle ossa dello autore a eterna infamia e confusione della sua memoria, se a ciò non si fosse opposto uno valoroso e nobile cavaliere fiorentino, il cui nome fu Pino della Tosa, il quale allora a Bologna, dove ciò si trattava, si trovò, e con lui messer Ostagio da Polenta, potente ciascuno assai nel cospetto del cardinale di sopra detto.
Page 12 - Similmente questo egregio autore nella venuta di Arrigo VII imperadore fece un libro in latina prosa, il cui titolo è Monarchia, il quale, secondo tre quistioni le quali in esso determina, in tre libri divise.
Page 12 - Magna, e li suoi seguaci, e massimamente i cherici, venuti al dichino e dispersi; il detto cardinale, non essendo chi a ciò s'opponesse, avuto il soprascritto libro, quello in publico, sì come cose eretiche contenente, dannò al fuoco. E il simigliante si sforzava di fare dell'ossa dell'autore a eterna infamia e confusione della sua memoria...
Page 9 - Quodque ita sequatur, sic ostenditur. lus est realis et personalis hominis ad hominem proportio, quae servata hominum servat societatem, et corrupta corrumpit.
Page 76 - ... comacini, sempre associazioni o partiti, non mai individui. Le stesse grandi figure dei papi e degl' imperatori ricevono la loro importanza, meno dal proprio carattere personale, che dal sistema e dalla istituzione, cui appartengono e che rappresentano. Tutto ciò scomparisce rapidamente nel secolo XIV. La figura colossale di Dante si stacca dal fondo medievale, in mezzo a cui vive ancora, ed egli si vanta orgogliosamente d'essersi fatta parte per se stesso. I nomi dei poeti , dei pittori , dei...
Page 38 - XIII . . . justitia de se et in propria natura considerata est quaedam rectitudo sive regula obliquimi bine inde abiiciens : et sic non recipit maius et minus, quemadmodum albedo in suo abstracto considerata.
Page 13 - ... della Tosa, il quale allora a Bologna, dove ciò si trattava, si trovò, e con lui messer Ostagio da Polenta, potente assai ciascuno nel conspetto del Cardinale sopradetto » Anche il Balbo crede il libro scritto per Arrigo VII, e dice: Altro tributo di Dante ad Arrigo doveva essere il libro che egli aveva allora incominciato e intendeva a lui dedicare della Monarchia. Non finito alla morte d'Arrigo dedicollo poscia a Lodovico il Bavaro. E in un capitolo più innanzi il prefato autore dà un...

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