Della letteratura italiana dal secolo XIV fino al principio del secolo XIX.Per G. Silvestri, 1820 |
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... amore , era d'uopo usar la favella che ingentiliva sui loro labbri , sottometterla a regole fisse , ed ani- marla per mezzo di quella sensibilità che una lingua morta e pedantesca non potea più ricevere . Egli pare di fatto che tutte le ...
... amore , era d'uopo usar la favella che ingentiliva sui loro labbri , sottometterla a regole fisse , ed ani- marla per mezzo di quella sensibilità che una lingua morta e pedantesca non potea più ricevere . Egli pare di fatto che tutte le ...
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... amore è quasi sempre teramente riposto nella elocuzione . Mischiando sottigliezze dello spirito al sentimento più tene non si farebbe che raffreddirlo ; ogni invenzi parrebbe qui allontanare il poeta o l'amante dal fine ; e però quasi ...
... amore è quasi sempre teramente riposto nella elocuzione . Mischiando sottigliezze dello spirito al sentimento più tene non si farebbe che raffreddirlo ; ogni invenzi parrebbe qui allontanare il poeta o l'amante dal fine ; e però quasi ...
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... amore . Dinanzi a me non fur cose create Se non eterne , ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza voi che ' ntrate . Inf . , Can . III . Nondimeno i due poeti , a ' quali un ordine dell ' On- nipotente avea fatto schiudere le porte ...
... amore . Dinanzi a me non fur cose create Se non eterne , ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza voi che ' ntrate . Inf . , Can . III . Nondimeno i due poeti , a ' quali un ordine dell ' On- nipotente avea fatto schiudere le porte ...
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... amore a peccare , e che morirono senza poter pentirsi . I primi de ' dannati sono quelli il cui castigo è più mite ; ma quanto più s'inoltra Dante nell'inferno tanto più vede accrescersi i supplizi . Egli così descri- ve questa parte ...
... amore a peccare , e che morirono senza poter pentirsi . I primi de ' dannati sono quelli il cui castigo è più mite ; ma quanto più s'inoltra Dante nell'inferno tanto più vede accrescersi i supplizi . Egli così descri- ve questa parte ...
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... amore Che conosceste i dubbiosi desiri ? Ed ella a me : Nessun maggior dolore , Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria , e ciò sa ' l tuo dottore . De Sismondi , vol . I. 2 18 DELLA LETTERATURA ITALIANA Ma se a conoscer la prima ...
... amore Che conosceste i dubbiosi desiri ? Ed ella a me : Nessun maggior dolore , Che ricordarsi del tempo felice Nella miseria , e ciò sa ' l tuo dottore . De Sismondi , vol . I. 2 18 DELLA LETTERATURA ITALIANA Ma se a conoscer la prima ...
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Popular passages
Page 58 - ... 1 van dolore, ove sia chi per prova intenda amore, spero trovar pietà, non che perdono. Ma ben veggio or...
Page 13 - E che gente è, che par nel duol sì vinta ? Ed egli a me : Questo misero modo Tengon 1' anime triste di coloro, Che visser senza infamia e senza lodo. Mischiate sono a quel cattivo coro Degli angeli che non furon ribelli, Né fur fedeli a Dio, ma per sé foro. Cacciarli i ciel per non esser men belli, Né lo profondo inferno gli riceve, Che alcuna gloria i rei avrebber d
Page 18 - Ma se a conoscer la prima radice Del nostro amor tu hai cotanto affetto, Farò come colui che piange e dice.
Page 17 - Per aver pace co' seguaci sui. Amor, che al cor gentil ratto s'apprende, Prese costui della bella persona Che mi fu tolta; e il modo ancor m'offende. Amor, che a nullo amato amar perdona, Mi prese del costui piacer si forte, Che, come vedi, ancor non m'abbandona. Amor condusse noi ad una morte: Caina attende chi vita ci spense." Queste parole da lor ci fur porte. Dante Chinai il viso, e tanto il tenni basso, Fin che il poeta mi disse: "Che pense?
Page 39 - Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scender e '1 salir per l'altrui scale. E quel che più ti graverà le spalle, Sarà la compagnia malvagia e scempia, Con la qual tu cadrai in questa valle ; Che tutta ingrata, tutta matta ed empia Si farà contra te ; ma poco appresso Ella, non tu, n
Page 197 - Mentre egli il suon de' sacri detti sciolse, Colei di gioia trasmutossi, e rise : E in atto di morir lieto e vivace, Dir parea ; S' apre il cielo ; io vado in pace. D' un bel pallore ha il bianco volto asperso, Come a...
Page 24 - Lucano ornai là dove tocca del misero Sabello e di Nassidio; e attenda a udir quel ch'or si scocca. Taccia di Cadmo e d'Aretusa Ovidio; che se quello in serpente e quella in fonte converte poetando, io non lo 'nvidio; che due nature mai a fronte a fronte non trasmutò, si ch'amendue le forme a cambiar lor matera fosser pronte.
Page 211 - Penso — risponde — a la città del regno di Giudea antichissima regina, che vinta or cade, e indarno esser sostegno 10 procurai de la fatai ruina, e ch'è poca vendetta al mio disdegno 11 capo tuo che '1 Ciclo or mi destina.
Page 17 - Poi mi rivolsi a loro, e parla' io, e cominciai: " Francesca, i tuoi martiri a lagrimar mi fanno tristo e pio. Ma dimmi: al tempo de' dolci sospiri, a che e come concedette Amore, che conosceste i dubbiosi disiri?
Page 13 - Con lieto volto, ond' io mi confortai, Mi mise dentro alle segrete cose. Quivi sospiri, pianti ed alti guai Risonavan per l'aer senza stelle, Perch' io al cominciar ne lagrimai. Diverse lingue, orribili favelle, Parole di dolore, accenti d'ira, Voci alte e fioche, e suon di man con elle, Facevano un tumulto, il qual s' aggira Sempre in quell' aria senza tempo tinta, Come la rena quando a turbo spira.