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Qual sotto foglie verdi e rami nigri
Sovra suoi freddi rivi l' Alpe porta.
Dinanzi ad esse Eüfrates e Tigri
Veder mi parve uscir d'una fontana,
E quasi amici dipartirsi pigri.

O luce, o gloria della gente umana,
Che acqua è questa che qui si dispiega
Da un principio, e sè da sè lontana?

Per cotal prego detto mi fu: prega
Matelda che 'l ti dica. E qui rispose,
Come fa chi da colpa si dislega,

La bella donna: questo e altre cose
Dette li son per me; e son sicura
Che l'acqua di Letéo non gliel nascose.
E Beatrice: forse maggior cura,

Che spesse volte la memoria priva,

Fatto ha la mente sua negli occhi oscura.
Ma vedi Eünoè che là deriva:
Menalo ad esso, e come tu se' usa,
La tramortita sua virtù ravviva.

Com' anima gentil che non fa scusa,
Ma fa sua voglia della voglia altrui,

ch'è smorta, per contrapposto alla luce delle cose circostanti. Nigra... abiete.

NIGRI. Virg.:

TIGRI. Lucan.: Quaque caput rapido tollit cum Tigride magnus Euphrates... Simile in Ovidio. La Gen., II, dice che il fiume irrigante il Paradiso terrestre dividitur in quatuor capita. Nomen uni: Phison... Et nomen fluvii secundi Gehon... Nomen vero fluminis tertii, Tigris ... Fluvius autem quartus, ipse est Euphrates. Ma alcuni interpreti fanno i due primi derivare dall' Eufrate e dal Tigri (Pererius, in Gen., 1. III, de Par., I, 2). Forse, per il Geon ed il Fison mise Lete ed Eunoè. AMICI. L'acqua d'Arno agli Aretini disdegnosa torce 'l muso (c. XIV). Inf., V.: 'L Po discende Per aver pace. Nel Conv., delle piante non bene trasposte: Vivono quasi triste, siccome cose disgiunte dal loro amico.

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LUCE. C. VI: Lume fia tra 'l vero e lo 'ntelletto. Inf., II: Per cui L'umana spezie eccede ogni contento.

MATELDA. Qui finalmente dice il nome. COLPA. C. XXVIII: Venni presta Ad ogni tua question...

DETTE (XXVIII, 41).

43. EÜNOÈ. Eù, e voos. Conv. (I, 4): La prima mente, la quale li Greci dicono Protonoe. Eliano ritrae da Teopompo, che in non so qual terra favolosa era il fiume del dolore, dove attingevasi il pianto; il fiume del piacere che ridonava il vigor giovanile.

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Tosto com'è per segno fuor dischiusa;
Così, poi che da essa preso fui,
La bella donna mossesi, e a Stazio
Donnescamente disse: vien' con lui.

S' io avessi, lettor, più lungo spazio
Da scrivere, ïo pur cantere' in parte
Lo dolce ber che mai non m'avria sazio.
Ma perchè piene son tutte le carte
Ordite a questa cantica seconda,
Non mi lascia più ir lo fren dell' arte.
Io ritornai dalla santissim' onda
Rifatto sì come piante novelle
Rinnovellate di novella fronda,

Puro, e disposto a salire alle stelle.

DONNESCAMENTE. Bocc.: Donnescamente dicendo. Con signorile linguaggio. - VIEN'. Anco Stazio ne bee.

48. Novelle. Ez., XXXVI: Effundam super vos aquam mundam, et mundabimini ab omnibus inquinamentis vestris. Dabo vobis cor novum, et spiritum novum ponam in medio vestri.

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STELLE. Una notte e un giorno in Inf.: una notte e un giorno dal centro all'altro emisfero. In Purg. quattro giorni. Il primo al c. II; il secondo al IX; il terzo al XIX; il quarto al XXVII. Al mezzogiorno è alla fontana, sarà in Paradiso col nuovo sole.

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Prima edizione, sola cui riconosca l'Autore fino a nuovo avviso suo o nostro.

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