Page images
PDF
EPUB
[ocr errors]
[ocr errors]

Tale dal corno, che 'n dextro si stende,
al piè di quella Croce corse un astro
de la Costellation, che li risplende:
Nè si partì la gemma dal su' nastro :
ma per la lista radial trascorse;
che parve foco dietro ad alabastro.
Sì pia l'Ombra d'Anchise si porse

(se fede merta nostra maggior Musa);
quando in Eliso del filliuol s'accorse ;
O Sanguis meus, o super infusa

gratia Dei! sicut tibi, cui

bis unquam Celi janua reclusa? Così quel Lume; ond' i' m' attesi a lui: poscia rivolsi a la mia Donna il viso ; et, quinci et quindi, stupefatto fui: Chè dentr'a li Occhi suoi ardeva un risc tal, ch'i' pensai co' miei toccar lo fondo de la mia Gratia, et del mio Paradiso. Indi, a udir et a veder giocondo,

giunse lo Spirto al su' principio cose, ch' i' non intesi; si parlò profondo: Nè per election mi si nascose;

ma per necessità: chè 'l su' concetto al segno de' Morta' si sovrapose. Et quando l'arco de l'ardente affecto fu sì sfocato, che 'l parlar discese inver lo segno del nostro 'ntelletto;

J

[ocr errors]
[ocr errors]

La prima cosa, che per me s'intese: Benedetto sie tu, fu, Trino et Uno; che nel mi' seme se' tanto cortese : Et seguio Grato, et lontan digiuno ( tracto, leggendo nel magno volume, u' non si muta mai bianco, nè bruno), Solut' ài, Figlio, dentr' a questo Lume, in ch' io ti parlo; mercè di colei, c'a l'alto volo ti vestì le piume. Tu credi, che a me tu' pensier mèi

da quel, ch'è primo; così, come raja de l'un, se si conosce, il cinque e 'l sei: Et però ch'i' mi sia; et perch' i' paja

più gaudioso a te, ( non mi dimandi ), che alcun altro in questa turba gaja. Tu credil vero, ch' e' Minori e' Grandi di questa vita miran ne lo Spellio ; in che, prima che pensi, il penser pandi. Ma perchè 'l sacro Amor, in che io veglio con perpetua vista, et che m'asseta di dolce disiar, s'adempia meglio; La voce tua, sicura, balda et lieta, suoni la volontà, suoni 'l disio; a che la mia risposta è già decreta. I' mi vols' a Beatrice: et quella udio, pria ch'i' parlasse; et arrosem' un cenno, che fece crescer l'ale al voler mio:

Poi cominciai così: L' affecto, e 'l senno, come la Prima Equalità ci apparse,

d'un peso per ciascun di noi si fenno: Però ch'è 'l Sol, che v'allumò et arse col caldo et con la luce; e sì iguali, che tutte simillianze sono scarse;

Ma vollia et argomento ne' Mortali, per la cagion c'a voi è manifesta, diversamente son pennuti in ali:

Ond' i', che son mortal, mi sento in questa disaguallianza: et però non ringratio, se non col cuor, a la Paterna festa. Ben supplico io a te, vivo Topatio, che questa gioja pretiosa ingemmi ; perchè mi facci del tu' nome satio. O Fronda mia; in che io compiacemmi, pur aspectando; io fui la tua itadice: cotal principio, rispondendo, femmi. Poscia mi disse: Quel, da cui si dice tua cognation; et che cent' anni, et piue girat' à il Monte in la prima Cornice;

Mio figlio fu, et tu' bisavo fue :

ben si convien, che la lunga fatica tu li raccorci con l'opere tue. Fiorenza dentro da la cerchia antica, ond' ella tollie ancora et Terza et Nona, si stava in pace sobria et pudica.

Non avea catenella, non corona,

non donne contigiate; non cintura, che foss' a veder più, che la persona. Non faceva nascendo ancor paura

la fillia al padre; chè 'l tempo et la dote non fuggian, quinci et quindi, la misura. Non ave' case di famiglia vote :

non v'era giunto ancor Sardanapalo

a mostrar ciò, che 'n camera si puote. Non era vinto ancora Montemalo

dal vostro Uccellatojo; che, com'è vinto nel montar su, così sarà nel calo. Bellincion Berti vid' io andar cinto

di cuojo et d'osso; et venir da lo specchio la donna sua, sanza 'l viso dipinto : Et vidi quel de' Nerli, et quel del Vecchio esser contenti a la pelle scoverta;

et le sue donne, al fuso et al pennecchio: O fortunate! et ciascun' era certa

de la sua sepultura; et ancor nulla era, per Francia, nel lecto deserta. L'una vegghiava a studio de la culla; et, consolando, usava l'idioma, che pria li padri et le madri trastulla : L'altra, traendo a la rocca la chioma, favoleggiava, con la sua famillia,

de' Trojani, di Fiesole, et di Roma.

Saria tenuta allor tal maravillia

una Cianghella, un Lapo Salterello; qual or saria Cincinnato, et Corniglia. A così riposato, a così bello

viver di Cittadini, a così fida

Cittadinanza, a così dolce Hostello, Maria mi diè; chiamata in alte grida : et ne l'antico vostro Batisteo, insieme fui Cristiano et Cacciaguida. Moronto fu mio frate, et Eliseo:

mia donna venne a me di Val di Pado;

et quindi sopranome tuo si feo.
'1

Poi seguitai lo 'mperador Currado ;

et ei mi cinse de la sua militia:

tanto, per ben oprar, li venni in grado. Dietro li andai 'ncontro a la nequitia di quella Legge; il cu' Popol usurpa per colpa de' Pastor vostra Iustitia. Quini fu' io da quella Gente turpa disviluppato dal Mondo fallace; il cui amor molt' anime deturpa, Et venni dal martirio in tanta pace.

« PreviousContinue »