Giornale napoletano di filosofia e lettere, scienze morali e politiche, Volume 7

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Francesco Fiorentino
1882
 

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Popular passages

Page 440 - Tu pria che l'erbe inaridisse il verno, da chiuso morbo combattuta e vinta, perivi, o tenerella. E non vedevi il fior degli anni tuoi; non ti molceva il core la dolce lode or delle negre chiome, or degli sguardi innamorati e schivi; né teco le compagne ai dì festivi ragionavan d'amore.
Page 446 - All'apparir del vero Tu, misera, cadesti: e con la mano La fredda morte ed una tomba ignuda Mostravi di lontano.
Page 326 - Così fatti pensieri quando fien, come fur, palesi al volgo, e quell'orror che primo contra l'empia natura strinse i mortali in social catena, fia ricondotto in parte da verace saper, l'onesto e il retto conversar cittadino, e giustizia e pietade, altra radice avranno allor che non superbe fole, ove fondata probità del volgo così star suole in piede quale star può quel ch'ha in error la sede.
Page 435 - Silvia, rimembri ancora Quel tempo della tua vita mortale, Quando beltà splendea Negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi, E tu, lieta e pensosa, il limitare Di gioventù salivi? Sonavan le quiete Stanze, e le vie dintorno, Al tuo perpetuo canto, Allor che all'opre femminili intenta Sedevi, assai contenta Di quel vago avvenir che in mente avevi. Era il maggio odoroso: e tu solevi Così menare il giorno.
Page 437 - Quel ch'io sentiva in seno. Che pensieri soavi, Che speranze, che cori, o Silvia mia! Quale allor ci apparia La vita umana e il fato! Quando sovvienimi di cotanta speme, Un affetto mi preme Acerbo e sconsolato, E tornami a doler di mia sventura.
Page 45 - Ti dirò. Ha ordinato , che oggi a mezzo giorno doi meloni tra gli altri nel melonaio di Pranzino sieno perfettamente maturi; ma che non siano colti, se non tre giorni a presso, quando non saran giudicati buoni a mangiare. Vuole, ch'ai medesimo tempo da la iviuma (i), che sta a le radici del monte (1) Tencrium chamoedrys?
Page 189 - Si civitas in qua orti sunt longa pace et otio torpeat, plerique nobilium adolescentium petunt ultro eas nationes quae tum bellum aliquod gerunt, quia et ingrata genti quies, et facilius inter ancipitia clarescunt, magnumque comitatum non nisi vi belloque tueare.
Page 64 - Beatrice, figliuola di Dante Alighieri, in questo cenobio di Santo Stefano degli Olivi si vot6 a Dio, indegnata delle nequizie del mondo, visto da una rea fazione di cittadini dannato il padre a perpetuo esilio e mendico ire in cerca dell'altrui pane...
Page 442 - Anche negaro i fati La giovanezza. Ahi come, Come passata sei, Cara compagna dell'età mia nova, Mia lacrimata speme! Questo è quel mondo ? questi 1 diletti, l'amor, l'opre, gli eventi Onde cotanto ragionammo insieme? Questa la sorte delle umane genti...
Page 499 - ... aspettando che di quivi si affacciasse la figura sdegnosa del Nolano. Bertrando non pronunziò motto , nè io turbai quel sacro silenzio : tornammo indietro, e non si discorse più, finchè non dismontammo all'albergo della Luna. La notte del 20 febbraio ultimo , Bertrando Spaventa moriva all'improvviso: si partiva di questa vita rapido e silenzioso , come vi era vissuto : non un commiato , non un addio. Eppure avremmo voluto aver il tempo di dirgli : ci vedi, Bertrando, ci conosci? Siamo noi,...

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