Opere edite e inedite in prosa ed in versi, Volume 12

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Ad. Cesare, 1800
 

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Popular passages

Page 47 - Per me si va nella città dolente; Per me si va nell'eterno dolore; Per me si va tra la perduta gente.
Page 40 - Intendono dire da tutti che un poema vuoi essere disegnato ed ordito con parti proporzionate tra loro e tendenti al bello generale del corpo tutto ; che dev'essere l'azione una e grande, a cui tutte l'altre abbian termine, interrotta ma non spezzata, sempre crescente e più ricca di bellezza, di forza, di passione, d'impegno quanto più avanza, e cento altre cose che trovano appunto in que...
Page 37 - ... bei pezzi in mezzo a tanta oscurità e stravaganza sian condannati! Amico caro, diss'io rivolgendomi verso Omero, guai a noi se questo poema fosse più regolare e scritto tutto di questo stile. Si lesse più d'una volta Ugolino; chi piagnea, chi volea metterlo in elegia, chi tentò di tradurlo in greco od in latino; ma indarno. Ognun confessò, che uno squarcio sì originale e sì poetico, per colorito insieme e per passione, non cedeva ad alcuno d'alcuna lingua, e che l'italiana mostrava in...
Page 39 - Mille grottesche positure e bizzarri tormenti non fanno certo gran credito a quell'Inferno né all'immaginazione del poeta. Tutti poi quanti sono ciarlieri e loquacissimi di mezzo ai tormenti, o alla beatitudine, e non mai stanchi in raccontare le strane loro venture, in risolvere dubbi teologici o in domandar le novelle di mille toscani loro amici o nemici, e che so io. Nulla dico de
Page 50 - Questi fur cherci, che non han coperchio Piloso al capo, e Papi e Cardinali, In cui usa avarizia il suo soperchio." Ed io : "Maestro, tra questi cotali Dovre' io ben riconoscere alcuni no Che furo immondi di cotesti mali." Ed egli a me : "Vano pensiero aduni. La sconoscente vita che i fe' sozzi Ad ogni conoscenza or li fa bruni.
Page 297 - Teneri sdegni, e placide e tranquille Repulse, e cari vezzi, e liete paci, Sorrisi, parolette, e dolci stille Di pianto, e sospir tronchi, e molli baci...
Page 34 - E tanto più ciò ne parve, quando trovammo questa Divina Comedia divisa in tre parti, quasi un trattato scientifico, e queste parti intitolate l'Inferno, il Purgatorio, il Paradiso. Venne in mente d'ognuno, che Dante scherzar volesse e far daddovero una comedia; ma nomi così tremendi e venerabili non ci sembravano a ciò troppo acconci. Ed ecco, leggendo, che io mi trovo preso da Dante per suo compagno, e condottiere in tal faccenda. Per verità, non fui molto contento di quest'onore, e mi venne...
Page 157 - ... in Italia ogni provincia ha un parnaso, uno stile, un gusto, e secondo il genio del clima un partito, una lega, un giudizio separato dall'altre. Napoli, Roma, Firenze, Venezia, Bologna, Milano, Torino e Genova, son tante capitali di tante letterature.
Page 115 - Caporali, e l'esequie, ma molto accorciate, e non più di Berneschi. Di satiriche ancor meno che d'ogni altra cosa facciasi conto. Un Grazio o un Giovenale già non avete, né alcuno che lor somigli. La lingua italiana non sembra atta a questa poesia, e gl'Italiani dan troppo presto all'armi.
Page 41 - Dante quante v'ha di tai doti indispensabili e necessarie? Leggetelo e, sin da principio, ponetelo a questo tormento di non prevenuto e non cieco esame. Troppo lungo sarei volendo i versi, le frasi, le parole, citarne in infinito. Qualche cosa ne dirò forse in altra mia lettera. Incominciate frattanto ad essere meno superstiziosi l3.

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