Rime di Guido Cavalcanti: edite ed inedite aggiuntovi un volgarizzamento antica non mai pubblicato del comento di Dino del Garbo sulla canzone Donna mi prega ec |
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alcuna Allac Allor altra amata amico amore anima appetito autore avea BALLATA bella buon canti Canzone causa Cavalcanti certo ch'è ch'io chiama ciascun Codd Codici colore colpo colui contare convien corpo costui crede d'amore d'ogni Dante dice diletto dimostra Dipoi disio diverse dolce dolente dolor Donna dura esso fare fermo figura Filosofo Firenze forma forte gente gentil gran guarda Guido Guido Cavalcanti intende l'anima l'uomo lascia Laur legge luce lume Magl Magliab mente miri morte move naturale nome occhi Opere pare parla parole passa passione pensa pensier perfetto perocchè piace piena pietà poco Poeta pone porta possa potenza prego prende presente quì ragione Ricc Riccard Rime salute segue sensitiva sente servo Sicchè simil Sonetto sospiri spesso spezie spirito terza tratto trova vale vede veggio venir verso viene virtù voglia volere volgare volte vuole dire Zane
Popular passages
Page 17 - Vedete ch'i' son un che vo piangendo e dimostrando - il giudicio d'Amore, e già non trovo sì pietoso core che, me guardando, - una volta sospiri.
Page 12 - Io vengo il giorno a te infinite volte, E trovoti pensar troppo vilmente : Molto mi duol della gentil tua mente, E d'assai tue virtù, che ti son tolte.
Page 2 - Amor si mise quando mi fece di sé pauroso, che mi guardar com'io fosse noioso: allora dico che '1 cor si divise; e se non fosse che la donna rise, i' parlerei di tal guisa doglioso, eh 'Amor medesmo ne farei cruccioso, che fé' lo immaginar che mi conquise. Dal ciel si mosse un spirito, in quel punto che quella donna mi degnò guardare, e vennesi a posar nel mio penserò...
Page xxv - Ch'io bramo e seguo la cagion eli' io pero. Ben forse alcun verrà dopo qualche anno, II qual, leggendo i miei sospiri in rima, Si dolerà della mia dura sorte. E chi sa che colei, ch' or non m' estima, Visto con il mio mal giunto il suo danno, Non deggia lagrimar della mia morte.
Page 4 - Amor, ch' i' nol savria contare: cotanto d'umiltà donna mi pare, ch' ogn' altra ver di lei i' la chiam' ira. Non si poria contar la sua piagenza, ch' a le' s'inchin' ogni gentil vertute, e la beltate per sua dea la mostra. Non fu sì alta già la mente nostra, e non si pose 'n noi tanta salute, che propriamente n'aviam canoscenza.
Page 23 - 1 mio cor sente, Fu tratto sol d'una Donna veduta, La quale è sì gentile, ed avvenente, E tanto adorna, che '1 cor la saluta : Non è la sua biltate conosciuta Da gente vile, che lo suo colore Chiama intelletto di troppo valore.
Page 22 - In un boschetto trovai pastorella Più che la stella bella al mio parere. Capegli avea biondetti, e ricciutelli, E gli occhi pien d'amor, cera rosata : Con sua verghetta pasturava agnelli ; E scalza, e di rugiada era bagnata : Cantava come fosse innamorata, Era adornata di tutto piacere.
Page xviii - ... suoi scritti non so che più che gli altri bello, gentile e peregrino rassembra, e nelle invenzioni acutissimo, magnifico, ammirabile, gravissimo nelle sentenzie, copioso e rilevato nell'ordine, composto, saggio e avveduto, le quali tutte sue beate virtù d'un vago dolce e peregrino stile, come di preziosa veste, sono adorne. Il quale, se in più spazioso campo si fusse...
Page xiii - Cerchi, per farli trascorrere nella briga **) : e trascorrendo il cavallo, lanciò il dardo, il quale andò in vano. Era quivi, con messer Corso, Simone suo figliuolo, forte e ardito giovane, e Cecchino de...
Page 22 - E gli occhi pien d' amor , cera rosata : Con sua verghetta pasturava agnelli; E scalza , e di rugiada era bagnata : Cantava come fosse innamorata, Era adornata di tutto piacere . D'Amor la salutai...