Le similitudini dantesche

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G. C. Sansoni, 1889 - 432 pages
 

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Page 186 - Quale è colui, che forse di Croazia Viene a veder la Veronica nostra, Che per l'antica fama non si sazia, Ma dice nel pensier, fin che si mostra : Signor mio Gesù Cristo, Dio verace, Or fu sì fatta la sembianza vostra ? Tale era io mirando la vivace Carità di colui.
Page 307 - Quante il villan, ch'ai poggio si riposa, Nel tempo che colui, che '1 mondo schiara, La faccia sua a noi tien meno ascosa, Come la mosca cede alla zanzara, Vede lucciole giù per la vallea, Forse colà dove vendemmia ed ara; Di tante fiamme tutta risplendea L'ottava bolgia.
Page 347 - Qual è quella ruina, che nel fianco Di qua da Trento l'Adice percosse O per tremoto o per sostegno manco ; Che da cima del monte, onde si mosse, Al piano, è sì la roccia discoscesa, Ch'alcuna via darebbe a chi su fosse ; Coiai di quel burrato era la scesa.
Page 42 - E già venia su per le torbid'onde Un fracasso d'un suon pien di spavento. Per cui tremavan ambedue le sponde ; Non altrimenti fatto che d'un vento Impetuoso per gli avversi ardori, Che fier la selva, e senza alcun rattento Li rami schianta, abbatte e porta fuori ; Dinanzi polveroso va superbo, E fa fuggir le fiere e li pastori. ] n
Page 102 - Come quando dall'acqua o dallo specchio Salta lo raggio all'opposita parte, Salendo su per lo modo parecchio A quel che scende ; e tanto si diparte Dal cader della pietra in igual tratta. Sì come mostra esperienza ed arte; Cosi mi parve da luce rifratta Ivi dinanzi a me esser percosso.
Page 106 - Forma e materia congiunte e purette Uscirò ad atto che non avea fallo, Come d'arco tricorde tre saette. E come in vetro, in ambra od in cristallo Raggio risplende sì, che dal venire All'esser tutto non è intervallo, Così '1 triforme effetto dal suo Sire Nell'esser suo raggiò insieme tutto, » Senza distinzion nell'esordire.
Page 78 - Come le nostre piante, quando casca Giù la gran luce mischiata con quella Che raggia dietro alla celeste Lasca, Turgide fansi ; e poi si rinnovella Di suo color ciascuna, pria che '1 sole Giunga li suoi corsier sott'altra stella; Men che di rose o più che di viole Colore aprendo,
Page 197 - E come quei, che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa, e guata ; Così l'animo mio, che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva. inf. i.
Page 354 - Quale, a veder de' fioretti del melo Che del suo pomo gli angeli fa ghiotti, E perpetue nozze fa nel cielo, Pietro e Giovanni e lacopo condotti, E vinti ritornaro alla parola, Dalla qual furon maggior sonni rotti ; E videro scemata loro scuola Così di Moisè come d'Elia, E al maestro suo cangiata stola ; Tal
Page 129 - per le stelle spiega, Girando sé sovra sua unitate. Virtù diversa fa diversa lega Col prezioso corpo eh' eli' avviva, Nel qual, sì come vita in voi, si lega. Per la natura lieta onde deriva, La virtù mista per lo corpo luce, Come letizia per pupilla viva. Par.

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