Esame critico-letterario delle opere riguardanti la storia del concilio di Trento

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Page 52 - Concilio è opera da pregiarsene grandemente l'eloquenza italiana; e mostra uno scrittore di alto ingegno, di molta dottrina, di grave facondia e di costume nobilissimo. Anzi fra tutti che in Italia scrissero vedo unicamente il Pallavicino avere impresso nello stile un suo singolare carattere, che subito fa imaginare la prosapia e la educazione nobilissima dell' autore. La quale finezza e dignità, sì dei concetti. sì delle frasi, non pure gli abbondò ne' libri che indirizzava al pubblico e alla...
Page 21 - Iliade del secol nostro: nella esplicazione della quale seguirò drittamente la verità; non essendo io posseduto da passione che mi possi far deviare. E chi mi osserverà in alcuni tempi abbondare, in altri andar ristretto, si...
Page 50 - ... eloquenza italiana, se non purissima, certo maestosa. L' autore fu sommamente studioso della lingua; e ne faceva solenne professione: e manifestamente desiderò di essere tra gli scrittori che l...
Page 20 - ... letto con diligenza quello che trovai scritto, e li pubblici documenti usciti in stampa o divulgati a penna, mi diedi a ricercar nelle reliquie 4 de...
Page 87 - ... accusato come empio e calunniatore della romana sede. Quando nella istoria venne al pontificato per tante calamità e tanti delitti memorabile, di Paolo IV, vide che di lui né si doveva tacere, né si poteva dir bene: e s'ingegnò quanto sapeva, senza troppa ingiuria del vero, perdonare all' odiosa memoria di quel principe. Ma la moderazione e la prudenza del buon gesuita parve rea ad un teatino: che volendo scolpare ed esaltare uno de' pontefici più infausti alla cristianità, caricò d'ogni...
Page 51 - Pallavicino, si potrà dire che vincesse il maestro udì' abbondanza dello stile, nella scioltezza, nella varietà, nel configurarlo ai diversi subbietti, nell' atteggiarlo quasi amico schiettamente parlante a...
Page 51 - ... di scrivere; in quella sua copia diffuso e soverchio, talora languido, talora confuso. Arrigo Davila, meritamente lodato per felice industria nello esporre con assai ordine e chiarezza i fatti e le cagioni di essi, contento a una dicitura pianamente scorrevole, non cercò fama di fino scrittore né di alto ; nel prendere le parole e le frasi, nel collocarle e più nel condurre i periodi, e in tutto l' ordinamento del discorso, fu sì lungi dalla sollecitudine, che spesso lo diresti andare abbandonato.
Page 21 - Roma, come efficace mezzo per moderare l'esorbitante potenza da piccioli principi pervenuta con vari progressi ad un eccesso illimitato, gliel'ha talmente stabilita e confermata sopra la parte restatagli soggetta, che mai fu tanta né cosi ben radicata.
Page 321 - Lumières (les nouvelles) politiques pour le gouvernement de l'église, ou l'évangile nouveau du cardinal Palavicin révélé par luy dans son histoire du concile de Trente.
Page 50 - ... la ravviva lo stile. Ben vive e durerà la Storia che fece del Concilio di Trento; non meno in servigio della propria Compagnia, che della romana corte; alle quali parimente era odiosa la Storia di Paolo Sarpi: conciossiaché oltre le guerre teologiche, le quali il nostro secolo ha seppellite in eterna quiete, hanno gran campo in quella lunga opera molte quistioni di stato; e vi trionfa 1' eloquenza italiana, se non purissima, certo maestosa.

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