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fu con gli altri Papi men libero di levarsi al cielo, che tratto a bruttarsi nel fango di questa terra; piacque la parola di Dante che fulmina dove che sia il vizio nemico alla purezza della Religione, e alla civiltà. E fu certo per questo spirito gentile, che m'incuoraste a dare alla luce quello che ne' miei quaderni avea a quando a quando notato sopra la Divina Commedia. E la vostra generosa munificenza ha per fino francato il mio animo dalla tema, non per lo grave spendio delle tipografie dovesse l'ingegno stringere in angusti limiti i suoi concetti, e preterire delle ricerche importanti e delle utili discussioni. Voi guardando all'utile che di questa fatica tornar potesse agli studiosi della Divina Commedia, vi mostraste meco non meno bramoso del pubblico bene, che fossero i Mecenati co' dotti, de' cui preziosi volumi tesoreggiarono le biblioteche; siccome tra i ben pochi moderni fece Lord Wernon, che recentemente soccorse a Vincenzo Nannucci, e non

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risparmiò d'altronde ad oro, nè a studio, per provvedere alla filologia e alle lettere italiane, riproducendo i codici più preziosi delle opere antiche. Parimente nobile e generosa è stata la vostra idea comunque maggiore d'ogni mia fatica e lode. Io mi posi alla difficile impresa di assecondarla. Se le forze mi venner manco al buon volere, siavi a grado pur questo, e l'aver io assai volte desiderato che il mio comento non ne fosse indegno, e che per esso, il quale porta in fronte scritto il vostro nome, restasse superstite oltre la tomba quella viva gratitudine ed ammirazione, con la quale degno è si rimeriti e l'affetto singolare avuto verso di me, e il grande amore che Voi portaste ai divini carmi dell' Alighieri, che son base e cima alla superba piramide delle nostre glorie nazionali.

Napoli 1 del 1870.

Gregorio Di Siena

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