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Avendo noi adempito a quanto prescrivono le vigenti Leggi e le Convenzioni internazionali, intendiamo godere del diritto di proprietà letteraria - incluso anche il diritto di traduzione.

CONTE EMMANUELE GAETANI

DELL'AQUILA D'ARAGONA

de' Duchi di Laurenzana Principi di Piedimonte ecc. eесс. Grande di Spagna di prima Classe Dottor nell' uno o nell' altro Dritto

Se la povertà dell' ingegno m' ha tolto il potere di fare che per opera insigne a Voi intitolata il vostro nome si accrescesse; non mi potrà togliere che con sincera ed ossequiosa volontà io non vi onori, portando quasi in voto sacrata a Voi la fatica de' presenti miei studi. Nell' età d'oro, quando non ancora ne' fruttuosi veli del simbolo era ascoso il puro pensiero di Dio, tornavano ben grate ai numi le oblazioni di pochi fiori, una coppa di nuovo latte, un pugno di farro, un favo di mele; e le pruove di leggerezza nel correre, di desterità nel trarre con la frombola a un segno, di forza e di robustezza nel superare in lotta l'avversario, recavano simultaneamente e lode agl' Iddii, e plauso al vincitore: oggi che siccome nel culto delle religioni, così anche nelle schiette pratiche del viver civile tutto è mutato, non so io pure ardere incensi alle affumigate imagini delle illustri progenie, e innanzi agl' idoli muti inchinarmi reverente come usano gli adulatori; ma a Voi, che sinceramente estimo e rispetto, perchè ornato de' propri pregi

Più che per l' opre che i passati fêro;
Ancor che gli avi tuoi cento e più lustri
Chiari sien stati in pace e in guerra illustri

a Voi offro un manipolo di ariste spigolate sul campo della Divina Commedia, dappoi che altri v'avean già fatte le messi abbondanti e alzate le biche, e trebbiato, e riposto nel granaio il prezioso frumento. Instituisco altri ludi per Voi, quelli più gloriosi, che robusti e valenti atleti verranno a combattere sull' arena della filologia, co' quali la tenuità delle mie forze non può misurarsi ; ma ne acuirà gli spiriti, porgendo loro l' occasion d' una gara, dove al vincitore non fia nè sì poco il merito, nè sì piccolo il guiderdone. Da quando ebb' io l'onore d' instituir Voi, giovinetto di alacre ingegno, nelle lettere, nonchè nelle matematiche e filosofiche discipline, erano i canti dell' Alighieri la delizia de' vostri studi; sebben sapevate che questo poeta, per tutta la sua trilogia, avvampa d'ira ghibellina contro Bonifazio, il quale fu de' vostri antenati colui, che insignito del papale ammanto s' oppose più di ogn'altro ai voli dell'aquila imperiale. Eppure il divino Poeta, quando al forte acume della sua mente fu manifesta la fermezza di quel venerando vecchio nel sostenere i diritti della potestà pontificia e l' indipendenza di questa povera Italia contro Filippo il Bello, dopo che il fratel di lui, mandato paciere a Firenze, v'avea già combattuto con le armi di Giuda; si levò con quanti spiriti potè maggiori a percuotere l'orgoglio del re di Francia; assimigliando a quella del Cristo la cattura dell' augusto Pontefice fatta ad Anagni, a Pilato re Filippo, e ai ladroni Giudei il Nogareto e Sciarra Colonna che ne furon i sacrileghi sgherri (Purg. XX, 86-96). Ma forse a voi più del parente che cinse il triregno, e dalla soma delle cose temporali

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