Page images
PDF
EPUB

25

30

Ma perchè frode è dell'uom proprio male,

Più spiace a Dio; e però stan di sutto

Gli frodolenti, e più dolor gli assale.
De' violenti il primo cerchio è tutto;

Ma perchè si fa forza a tre persone,

In tre giorni è distinto e costrutto.
A Dio, a sè, al prossimo si puone

Far forza; dico in loro, e in le lor cose,

Come udirai con aperta ragione.
Morte per forza, e ferute dogliose

Nel prossimo si danno; e nel suo avere
Ruine, incendi e collette dannose:

35

v. 84.

seguente luogo di Tullio (Offic.): Cum poeta, figura dell'uomo che s'affanna in
autem duobus modis, idest aut vi, aut questo mortale pellegrinaggio.
fraude, fiat iniuria: fraus quasi vulpe-
culae, vis leonis videtur: utrumque a-

31. Puone, può: come fene per fe, felienissimum ab homine est, sed fraus

ce ec. aggiunto il ne per istrascico di odio digna maiore.

pronunzia. Pannuccio dal Bagno:

Saven di certo che alcuna cosa
SPIACE a Dio, Cic. Sed fraus odio di-

Tanto gentil nostro signor non fene.
gna maiore.-INGIURIA— ingiustizia,
ACQUISTA, in mal senso; come ACCATTA 33. Ragione, Lat. ratio, discorso, ser-

mone, ragionamento ec. Quindi ragio

nare per discorrere, favellare ec. 25. FRODE DELL'UOM PROPRIO MALE, perchè nasce dall'abuso dell'intelletto qui 34. FERUTE, ferite. Come da temere, concesso solo all'uomo. Dell'UOM PRO- temuto; così da ferere antic. venne feruPRIO MALE. Cic. Fraus... vis... utrum- to; onde feruta participio preso qual saque alienissimum ab homine est. stantivo. Necessitato per necessilà (Pa

26. Sutto solto; Lat. subtus. Facile lo rad. V, 49). Vedi Inf. XXII, 100 not. scambio dell'u nell'o, e viceversa; come

35. NEL PROSSIMO SI DANNO ec. Io noto si vede in soso per suso (Inf. X, 45), in questo dare in come significativo di dar lome per lume (Ivi v. 69. Vedi nota) dentro, gravare, caricare la mano: 30. In tre gironi. Il numero 3 è sim- bliche Gravezze che si danno nell'avere,

il che più specialmente accenna le pubbolico nella Divina Commedia. E prima, quanto ai versi, essa è composta in terza Dante scriveva nel secol suo i

come le ferule profonde nel prossimo. E rima; dipoi, vi son tre cantiche Inferno, Purgatorio e Paradiso; ciascuna cantica 36. TOLLETTE. Da tollo in sentimento è divisa in 33 canti o capitoli, i quali di rubare togliere ec. Lat. barb. malafanno in tutto 99, e col primo proemiale tolta per furto, estorsione, come qui le si ha il 100, numero pieno e perfetto, in tollette dannose cui non iscusa parvità cui domina una sola cifra, significativa di materia, son le rapine, i balzelli e dell'uno. L'Inferno inoltre ha nove cer- ogni mal tolto. Altra lez. COLLETTE DANchi; il Purgatorio ha nove giri; il Pa- NOSE cioè, come spiega il Bargigi, forti radiso nove cieli: e il numero totale a- taglie imposte da principi o da masnascende a 27 ch'è triplo del 9, com'è que- dieri. Il P. Lombardi ha colletta dello sto del 3. Da ultimo, ciascheduna delle stesso sentimento che colla (sincop.), tre cantiche si chiude nella voce stelle; cioè, aggravio, imposizione, rappresala quale par dinoti il fine, a cui tendono glia. Può cotesto vocabolo derivarsi da tutti gli sforzi e le fatiche dell'erculeo collectum ch'è da colligere, raccorre,

[ocr errors]

1

[ocr errors]

40

Onde omicide, e ciascun che mal fiere,

Guastatori e predon tutti tormenta

Lo giron primo per diverse schiere.
Puote uomo avere in se man violenta,

E ne' suoi beni; e però nel secondo

Giron convien che senza pro si penta
Qualunque priva sè del vostro mondo,

Biscazza e fonde la sua facultade,

E piange là dov'esser dee giocondo.
Puossi far forza nella Deitade,

Col cor negando e bestemmiando quella,

E spregiando Natura e sua bontade:
E però lo minor giron suggella

45

55

metlere insieme noi abbiamo i collettori vinoso. Non confondere il Prodigo col o esattori e riscuotitori delle pubbliche Biscazziere. Nota chi biscazza e fonde imposte. Collecta è poi il participio su- le sue facoltà esser qui messo alla stessa stantivato. Vedi v. 34 not. - Il luogo di pena di chi uccide sè medesimo. Vedi Tacito citato dal Bianchi: exempti one- Inf. VII, pag.

112 not. (c). ribus et collationibus ci dà piuttosto a

49. MINOR GIRONE cioè il terzo in orconoscere la differenza tra onus e colla- dine al primo girone (v. 39), ed al setio; intendendosi per il primo vocabolo condo girone (v. 41-42). Né si ha da un peso, un'imposizione onerosa ed ob- confondere questo minor girone col mibligatoria, e per il secondo una presta- nor cerchio di cui è parola nel v. 64. zione: sicchè collatio si vien da confero; Vedi nota al v. 17. SUGGELLA ec. Quancollectio da colligo. Dipoi non pare

i predoni sien più amici delle collette, adoperata qui dal Poeta ! Suggello o Si

ta forza in questa voce nel senso traslato che delle tollette.

gillo è dal lat. sigillum dim. di signum, 37. OMICIDE, al. lez. omicidi. Questa segno, figura, imagine. È per la proseconda parrebbe più regolare, perchè prietà della voce che il Poeta dica: sugda' masc. in a si ha i finale al numero gella col segno suo, cioè col marchio di de' più: ma il Nostro disse omicide, sic- fuoco. (Tomaseo). Il suggellare par che come altrove eresiarche (V. Inf. IX, 127 abbia qui la forza della frase latina notam not.). Il cod. Cassin. ha omicida, altri inurere; dove notam vale infamia,ignoleggono anche omicidii. Nota come si minia; e inurere, imprimerla con ferro rispondono omicide con morte; che mal rovente, di guisa che resti indelebile. Fra fiere con ferute dogliose; guastatori e le tante cagioni,onde i cittadini romani si predon con rovine, incendi e tollette notavano col marchio del disonore,si era dannose.

il furto, l'espoliazione fatta ai soci o alleati 40. AVERE IN... MAN VIOLENTA, locuz. nelle provincie, la baratteria, la concusnotabile In, contro, verso; Mano per po- sione, lo spergiuro ec. E questo minor testa, forza, dominio e strumento ec. girone, ch'è il più stretto de' tre, pugne Si esprime il mal governo che l'uomo più a guaio, e mostra col grado medepuò far di sè e del suo avere ec. simo della pena, quasi come farebbe 43. Il suicida o violento contro sè stes

l'impronta d' un suggello, il carattere e

la colpa de' maledetti spiriti. Così, inveso. Virgilio dice vostro a Dante che ancora viveva nel mondo di qua.

ce di nominare i dannati, si accennano

le loro punizioni (v. 70 e segg.). Nella 44. Il violento contro il suo avere,il bi- Monarchia di Dio la pena è nota e sugscazziere ec. Bisca è gioco pubblico ro- gello caratteristico del delitto. .

e

0

[merged small][ocr errors][merged small][merged small][merged small]

50. SoDoma pei sodomiti. Caorsa pei UCCIDA (da ob caedere, occidere, troncaorsini, e questi per gli usurieri; poi- care) vale tronchi, recida, tagli ec. Inchè i cittadini di questa terra della Guien- cìda ha il codice Bartoliniano e quello na, in Provenza, furono al tempo del del Florio. Poeta famosi in esercitar l'usura. Vedi v. 58 not.

58 segg. Fa maraviglia che i comen

tatori non abbiano veduto ciò che qui 52. OGNI COSCIENZA toglie via la beni- salta agli occhi: avere in questo luogo il gna interpretazione degli espositori. La nostro Poeta imitato Virgilio, Terenzio e sentenza è pronunziata senza eccezione: tutti gli altri poeti, i quali adoperarono il se indiscreta o ingiusta dicano altri- nome astratto per l'aggettivo concreto L'essere morso suppone la colpa: ma si sustantivato: come ipocrisia, lusinga, dice: ogni coscienza è morsa: dunque falsilà, ladroneccio, simonia, baratti tutti, qual più, qual meno, ne son rei. in luogo di ipocrila, lusinghiero, falso,

ladro, simoniaco, barattieri. Potè ben fidanza, o non si fida d'alcuno. Ma farlo seguendo l'esempio del comico laquell ' imborsar fidanza ti dà l'imagine tino che disse:

Ubi est illud scelus, qui me perdidit ? di chi vende la sua merce per contanti, usando scelus per scelestus ; e di Virgie non imborsa credenza; poichè corre- lio, il quale del greco traditore Sinone rebbe pericolo di restar con la borsa vuo- dice: ta. La metafora ci pare esser tolta dai Crimine ab uno disce omnes: mercatanti, da' trecconi, e dai tavernieri cioè ab uno criminoso ec.; sebbene anche son gente astuta, la qual ripone poca che potrebbe intendersi come l'intese il o niuna fede in altrui. Dopo questa spie- Tasso (Gerus. liber. II, 72): gazione del traslato dantesco, salta agli Tu da un sol tradimento ogn'altro impara. occhi la chiosa che ricopiano i comenta- Tra questi sustantivi astratti, Dante tori, a chiarire colesto luogo; dicendo quasi pensatamente ed a bello studio poche FIDANZA NON IMBORSA, vale che non se chi affattura, cioè maliardo, e rufriceve in fidanza, che non si fida. E fiani; poichè se ipocrisia vi tien luogo vedete così far dell'uomo una borsa: co- d'ipocrita ec. per qual cagione non posa che a Dante non sarà mai caduta in tevano stare i ruffiani e chi affallura, pensiero (a).

nello stesso costrutto, in cui si trova l'i55. DI RETRO, ullimo; che vien dopo. pocrisia, la lusinga ec.?

Intanto ecco che vi si nota da'comen(a) Sulla parete d'un'osteria suburbana a Na. tatori. poli mi ricorda aver letto di lontano le seguen- « Ruffian sta qui per ruffianeria, diti parole, che vi erano scritte a lettere cubitali:

cono alcuni, per la ragione che altriOggi non si fa credenza domane si: Torna domane e troverai così.

( menti mal 's'accompagnerebbe cogli L'oste non imborsava credenza!

« allri sustantivi astraiti,

ipocrisia, fal

[ocr errors]

Per l' altro modo quell' amor s' obblia,

Che fa Natura, e quel ch'è poi aggiunto,
Di che la fede spezial si cria:

e

( silà ec.; ma Dante, rispondo io, non fare per suo ufficio, per danari o per « bada a queste meschinità ; e non ha cose equivalenli. « egli p. e. detto sopra e chi affattura? Nell'Inf. XI, 49: « può dunque dir qui ruffiani.— baratti, E però lo minor giron suggella ( baratterie ».

Del segno suo e Sodoma e Caorsa: Dopo ciò che per noi si è notato, voi si usano Sodoma e Caorsa due sustantistentate a credere che uomini di sommo

vi pe' rispettivi nomi concreti Sodomiti riguardo potessero così anfanare, dimen- e Caorsini. E queste neppure sono delticare i tropi di cui tratta ogni rettorica le meschinità da passarsene. Però è a istituzione, e non vedere che l' astratto notare che Sodoma e Caorsa sono per dee ridursi al concreto, non questo a

sineddoche adoperati come il contenente quello; imperocchè non è l'ipocrisia la pel contenuto. lusinga ec.che si punisce, ma l'ipocrila, che gli abitanti di questa città erano sì

Caorsa, dico, per gli usurai; dappoiil lusinghiero ec. Quindi non russian sta per ruffianeria per bene accompagnarsi rotti all'usura, che nella lingua romana con ipocrisia ec. ma ipocrisia ec. sta Chaorcis, e nell'antico francese Chaourper ipocrita ec. per far buona lega coi sier eran divenuti sinonimi di usuriere; ruffiani ec.

Caorcini per usurarii nel basso latino.

L'addotta terzina ne fa ricordare dei Dippiù si dice: Dante non bada a queste meschinità ! Dunque sono consi- versi oraziani (Lib. I, sat. 2): derati come peccati veniali del poeta Mendici,mimae, balutrones, hoc genus omne ec.

Ambubaiarum collegia, pharmacopolae, quelli che son tropi ec. che hannovi luo- i quali son contesti di nomi ed aggettivi go proprio per ragion dell'arte? e dovrà

come ne' versi danteschi fatto si vede. cercar'egli perdono ai comentatori che lo

Quadro de' rei messi in corrispondenza ai canti hanno franteso?

dove partitamente se ne ragiona. Ancora: Baratti non istà per Baratte- IPOCRISIA........ipocriti........Inf. XXIII. ria, nia per barattieri ; imperciocchè il LusINGHE........lusinghieri... » XVIII.

CHI AFFATTURA.maliardi ...... » XX. Baratto è per sè stesso già un sustantivo,

FALSITÀ... ..falsatori. » XXIX, XXX. che vi è preso per il baralliere. La ba- LADRONECCIO...ladroni........ » XII. ratteria è l'arte, la professione del baral- SIMONIA..........simoniaci.... » XIX. tiere; il Baratto è la colpa, il reato, e per BARATTI..........barattieri ..... ) XXI, XXII.

RUFFIAN.........Tussiani........ ) XVIII. esso il colpevole, il reo che debb' esser punito. Vedete le meschinità a cui Dan- 61. PER L'ALTRO MODO di frode s' inle non badava! E noi,perchè non voglia

tende quello toccato nel v. 51 seg.,

cioè mo curvarci allo studio delle piccole co- quella frode che l'uomo può usare in alse, frantendiamo gli elementi del bello

tri che non istà a fidanza di lui. ALTRO Dantesco.

dopo quello, di cui al v. 55. Baratti - Baratto è dal lat. Barb.ba- 62 seg. CHE FA NATURA, L'amor naturatum; cambio, permulazione; ed anche rale, ingenito cioè in tutti gli uomini frode, inganno, soperchieria, ribalde- e che in essi propagasi per la stessa geria ec. che sogliono ne' cambi e nelle nerazione. QUEL CHE POI È AGGIUNTO, permute non di rado aver luogo. cioè l'amore acquisito per amicizia

In queste ultime accettazioni l'usd qui per parentado, il quale amore quasi al il nostro Poeta.

primo s'aggiugne ed innesta. Epperò è BARATTI, che si fanno nel vendere la detto che il primo si fa, si progenera, si giustizia e la grazia de' potenti. Bargi- produce, come di seme pianta ; del segi. Baratteria o Maccatelleria è, di- condo si cria (cioè si mette in essere ciò ce il Buti, vendimento, ovvero compra- che prima non era) la fede special, in mento di quello che l'uomo è tenuto di quanto gli amici e i parenti hannosi ad

[ocr errors]

Onde nel cerchio minore, ov' è il punto
Dell'universo, in su che Dite siede,

65
Qualunque trade in eterno è consunto.
Ed io : Maestro, assai chiaro procede

La tua ragione, ed assai ben distingue

Questo baratro, e 'l popol che 'l possiede.
Ma dimmi: quei della palude pingue,

70 Che mena 'l vento, e che batte la pioggia,

E che s' incontran con si aspre lingue, aver tra loro più stretta e più particolare to sulla penultima, al modo delle voci lealtà, perchè legati da più forti vincoli, latine, che mutano a grado del poeta la che non sono quelli di uomo ad uomo. quantità della vocale, dopo cui venga Per la qual cosa il mancar di fede o tra- una muta seguita dall’r o dall’l. dire uno, che pur non sia nostro paren- Varianti del verso: che il possiede le od amico, è grave colpa; ma più gra- ch'ei possiede — che possiede -- che'l ve, e degna di maggior pena il fallire ai possede. Si trova in alcun codice Buranostri. E a quest'ultimo modo di tradi- to, in alcun altro Varatro in luogo di gione tocca l'ultimo grado del Cono in- Baratro. V. Cod. Cassin. fernale (v. 64 e segg.).

70 segg. Si perifrasano i dannati che 64 e seg. IL PUNTO DELL'UNIVERSO, il son da Dite in sopra, accennandosi la centro del mondo e de' cieli; supponen- pena lor data. Molto ben falto; poichè dosi che il vertice del cono stia nel cen- filosoficamente la pena è nota o suggeltro della Terra, intorno alla quale si giri- lo del reato (v. 49), poeticamente assai no le altre sfere e tutt'i nove cieli da quel meglio pensato di rinfrescare la memodella Luna all'empireo. (V.pag.24. (a)). ria degli altri giri superiori, e dilettare

IN SU CHE, in sul quale punto o cen- con la varietà delle ravvivate reminiscentro, siede Dite, cioè ha seggio Lucife- ze la mente de' lettori; prima ch'ei disro; o, forse meglio, sopra il quale posa montino e si sprofondino col Poeta neDite, la città roggia e, per questa, tut- gli ultimi tre cerchi del baratro infernato il Cono infernale; perchè quello è il le. Anche perchè sì facendo, si legano centro di gravitazione, o il punto ove si più strettamente tra loro gli svariati eletraggon d'ogni parte i pesi. Si dirà che menti della sintesi immaginativa poetica, un cono non siede sul vertice ma sulla

e si mettono sotto gli occhi quasi in risua base. Del cono geometrico, e sia; lievo tutti gli scompartimenti dell'Infernon di quello le cui parti tendono ed hanno, e il completo sistema della sua raposa al centro di questo mondo. gion penale. Che vasto quadro presenta

68. Ragione, discorso, ragionamen- no ai nostri sguardi questi pochi tratti di to. PROCEDE, va ordinatamente da'prin- vivi colori! e di che sovrana bellezza ! cipi alle deduzioni. Chiaro, con chia- Pure se ne son passati, nemmanco volrezza,principal pregio d'ogni sermone. gendovi un'occhiata, anche i più solen

ni comentatori da sei secoli in qua!! 69. QUESTO BARATRO, intendi il fondo Nota, Lettore, che in questo canto sta tutde' soli tre ultimi cerchi VII, VIII e IX. ta quanta spiegata l'architettura dell' InBarathrum val propr. abisso, profondi- ferno Dantesco. tà, onde niun che vi cada, non possa

Ora, s'intende per più uscire. BARATRO E IL POPOL, cioè le pene e i rei, DISTINGUE fa distintamen- QUEI DELLA PALUDE PINGUE..... gl'Irate e senza confusione apprendere con condi e gli Accidiosi (V.Inf.VIII,121 not.)

e , quanta giustizia siavi dato alla colpa il che sono nel V cerchio. (Inf. VII e VIII). grado della pena che l'è dovuto. — Ba- CHE MENA IL VENTO..... i Lussuriosi o ràtro pronunziar puoi anche con l'accen- Carnali,che sono nel II cerchio. (Inf.V).

e

« PreviousContinue »