India e Buddhismo antico

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G. Laterza & Figli, 1920 - 422 pages
 

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Popular passages

Page 31 - Tutto è male. Cioè tutto quello che è, è male; che ciascuna cosa esista è un male; ciascuna cosa esiste per fin di male; l'esistenza è un male e ordinata al male; il fine dell'universo è il male; l'ordine e lo stato, le leggi, l'andamento naturale dell'universo non sono altro che male, né diretti ad altro che al male.
Page 36 - Ay, but to die, and go we know not where ; To lie in cold obstruction, and to rot ; This sensible warm motion to become A kneaded clod ; and the delighted spirit To bathe in fiery floods, or to reside In thrilling regions of thick-ribbed ice ; To be imprison'd in the viewless winds, And blown with restless violence round about The pendent world...
Page 21 - ... cum prorepserunt primis animalia terris, mutum et turpe pecus, glandem atque cubilia propter unguibus et pugnis, dein fustibus atque ita porro pugnabant armis, quae post fabricaverat usus, donec verba, quibus voces sensusque notarent, nominaque invenere; dehinc absistere bello, oppida coeperunt munire et ponere leges, ne quis fur esset neu latro neu quis adulter.
Page 388 - Di questa costa, là dov'ella frange più sua rattezza, nacque al mondo un sole, come fa questo tal volta di Gange. Però chi d'esso loco fa parole, non dica Ascesi, che direbbe corto, ma Oriente, se proprio dir vuole.
Page 238 - Non cape in quelle Anguste fronti ugual concetto. E male Al vivo sfolgorar di quegli sguardi Spera l'uomo ingannato, e mal richiede Sensi profondi, sconosciuti, e molto Più che virili, in chi dell'uomo al tutto Da natura é minor.
Page 68 - That they are not a pipe for fortune's finger To sound what stop she please. Give me that man That is not passion's slave, and I will wear him In my heart's core, ay, in my heart of heart, As I do thee.
Page 194 - Che se d'affetti Orba la vita, e di gentili errori, È notte senza stelle a mezzo il verno, Già del fato mortale a me bastante E conforto e vendetta è che su l'erba Qui neghittoso immobile giacendo, II mar la terra e il ciel miro e sorrido.
Page 179 - ... Thus play I in one person many people, And none contented. Sometimes am I king; Then treason makes me wish myself a beggar, And so I am: then crushing penury Persuades me I was better when a king; Then am I king'd again; and by and by Think that I am unking'd by Bolingbroke, And straight am nothing: but whate'er I be, Nor I nor any man that but man is With nothing shall be pleas'd, till he be eas'd With being nothing.
Page 192 - Betto non era mai potuto venir fatto d'averlo, e credeva egli co' suoi compagni che ciò avvenisse per ciò che Guido alcuna volta speculando, molto astratto dagli uomini diveniva. E per ciò che egli alquanto tenea della opinione degli Epicùri, si diceva tra la gente volgare che queste sue speculazioni eran solo in cercare se trovar si potesse che Iddio non fosse.
Page 31 - L'esistenza, per sua natura ed essenza propria e generale, è un'imperfezione, un'irregolarità, una mostruosità. Ma questa imperfezione è una piccolissima cosa, un vero neo, perché tutti i mondi che esistono, per quanti e quanto grandi che essi sieno, non essendo però certamente infiniti né di numero né di grandezza, sono p.

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