Perchè Divina commedia si appelli il poema di Dante: dissertazione di un Italiano

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Società tip. de' Classici italiani, 1819 - 62 pages
 

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Page 42 - Dell'universo infin qui ha vedute Le vite spiritali ad una ad una, Supplica a te per grazia di virtute Tanto che possa con gli occhi levarsi Più alto verso l'ultima salute. . . • Ed io, che mai per mio veder non arsi Più ch' io fo per lo suo, tutti i miei prieghi Ti porgo, e prego che non sieno scarsi: i Perché tu ogni nube gli disleghi Di sua mortalità co' prieghi tuoi, (• Sì che 'I sommo piacer gli si dispieghi.
Page 43 - O somma luce che tanto ti levi da' concetti mortali, alla mia mente ripresta un poco di quel che parevi, e fa la lingua mia tanto possente, ch'una favilla sol della tua gloria possa lasciare alla futura gente; che, per tornare alquanto a mia memoria e per sonare un poco in questi versi, più si conceperà di tua vittoria.
Page 40 - ... questa proferta, degna di tanto grato, che mai non si stingue del libro che '1 preterito rassegna. Se mo sonasser tutte quelle lingue che Polimnia con le suore fero del latte lor dolcissimo più pingue, per aiutarmi, al millesmo del vero non si verria, cantando il santo riso e quanto il santo aspetto facea mero; e così, figurando il paradiso, convien saltar lo sacrato poema, come chi trova suo cammin riciso.
Page 43 - O abbondante grazia, ond' io presunsi Ficcar lo viso per la luce eterna Tanto che la veduta vi consunsi ! Nel suo profondo vidi che s...
Page 40 - Al Padre, al Figlio, allo Spirito Santo Cominciò gloria tutto il Paradiso, Sì che m' inebbr'iava il dolce canto. Ciò ch1 to vedeva mi sembrava un riso Dell' universo, perché mia ebbrezza Entrava per F udire e per lo viso.
Page 40 - SE mai continga che il poema sacro, Al quale ha posto mano e cielo e terra, Sì che m...
Page 39 - Apri gli occhi e riguarda qual son io : Tu hai vedute cose, che possente Se' fatto a sostener lo riso mio.
Page 43 - O somma luce, che tanto ti lievi Da' concetti mortali , alla mia mente Ripresta un poco di quel che parevi; E fa la lingua mia tanto possente, Ch' una favilla sol della tua gloria Possa lasciare alla futura gente; Chè, per tornare alquanto a mia memoria.
Page 39 - Se mo sonasser tutte quelle lingue, Che Polinnia con le suore féro Del latte lor dolcissimo più pingue, Per aiutarmi, al millesmo del vero Non si verria, cantando il santo riso, E quanto il santo aspetto facea mero.
Page 42 - Che la mia vista venendo sincera , E più e più entrava per lo raggio Dell

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