Opere di Vincenzo Monti ...: Poemetti

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Presso G. Resnati, 1839
 

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Page 88 - Poscia ch' i' ebbi rotta la persona Di due punte mortali, io mi rendei Piangendo a quei che volentier perdona. Orribil furon li peccati miei ; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò, che si rivolge a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L...
Page 49 - Stolto, che volli coll'immobil fato Cozzar della gran Roma, onde ne porto Rotta la tempia, e il fianco insanguinato. Che di Giuda il Leon non anco è morto: Ma vive e rugge, e il pelo arruffa e gli occhi. Terror d'Egitto, e d'Israel conforto. E se monta in furor, l'aste e gli stocchi Sa spezzar de" nemici, e par che gridi: Son la forza di Dio, nessun mi tocchi.
Page 43 - Contrastano l'uscita, e sulle soglie Fan di lagrime intoppo e di lamenti. Ma tenerezza e carità di moglie Vinta è da furia di maggior possanza. Che dall'amplesso coniugai gli scioglie. Poiché fera menando oscena danza Scorrean ili porta in porta affaccendati Fantasmi di terribile sembianza; De' Druidi i fantasmi insanguinati.
Page 5 - Facitor su l'orme Spaziando , con esso preparavi Di questo Mondo l'ordine e le forme. V'era l'eterna Sapienza , ei gravi Suoi pensier ti venia manifestando Stretta in santi d'amor nodi soavi. Teco scorrea per l'Infinito; e quando Dalle cupe del Nulla ombre ritrose L'onnipossente creator comando Sbuccar fé...
Page 6 - Uscir fé tutte le mondane cose, E al guerreggiar degli elementi infesti Silenzio e calma inaspettata impose, Tu con essa alla grande opra scendesti, E con possente man del furibondo Caos le tenebre indietro respingesti, Che con muggito orribile e profondo Là del Creato su le rive estreme S'odon le mura flagellar del Mondo; Simili a un mar che per burrasca freme, E . sdegnando il confine , le bollenti Onde solleva, e il lido assorbe e preme.
Page 285 - Scendean d' aste , di bronzi e di cavalli. Levò la fronte Italia , e in mezzo al pianto Che amaro e largo le scorrea dal ciglio, Garca di ferri e lacerata il manto : Pur venisti, gridava, amato figlio} Venisti, e la pietà delle mie pene Del tuo duro cammin vinse il periglio. Questi ceppi rimira, e queste vene Tutte quante solcate. E sì parlando, Scosse i polsi, e suonar fé le catene.
Page 6 - E un don le festi della bianca Luna; E di rose all'Aurora empiesti il grembo , Che poi sovra i sopiti egri mortali Piovon di perle rugiadose un nembo. Quindi alla terra indirizzasti l'ali, Ed cbber dal poter de' tuoi splendori Vita le cose inanimate e frali.
Page 223 - Dalle cose i colori, e alla pietosa Notte del Mondo concedea la cura. Ed ella del regal suo velo eterno Spiegando il lembo raccendea negli astri La morta luce, e la spegnea sul volto Degli stanchi mortali. Era il tuon queto De' fulmini guerrieri , e ne vagava Sol per la valle il fumo atro , confuso Colle nebbie de
Page 46 - Asceser quattro smisurate larve. Stringe ognuna un pugnai di sangue intriso; Alla strozza un capestro le molesta; Torvo il cipiglio, dispietato il viso, E scomposte le chiome in sulla testa, Come campo di biada già matura Nel cui mezzo passata è la tempesta.
Page 43 - Ombra inosservato e queto Nella città di tutti i mali entrava. Ei procedea depresso ed inquieto Nel portamento, i rai celesti empiendo Di largo ad or ad or pianto segreto : E l'Ombra. si stupìa, quinci vedendo Lagrimoso il suo duca e possedute Quindi le strade da silenzio orrendo. Muto de...

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