Filosofia di Giacomo LeopardiIgnazio Galeati e figlio, 1855 - 272 pages |
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abbia Adunque altra altre altrui anco animali animo anzi appo avvenire avviso azioni beatitudine bruti Bruto Minore buon Canto ottavo Capaneo capevole certo ch'ella ch'essa Chè comechè concetto condizione considerazioni conto alcuno corpo cotal cotesto cuore d'essere Dacchè debba desiderio diletto Disamina divina dolore dottrine eglino Epitteto esso eziandio felicità filosofo forza Giacomo Leopardi gloria gran maniera inciviliti infelicità innanzi insegna intorno Islandese l'altra l'animo l'uomo leopardiana lunga male maraviglia Marco Bruto massimamente materia medesi mente Mercecchè miseria mondo morte mostrare natura naturale niuno nonpertanto Oltracciò ond'è operare opinione orco patire Perocchè piacere Pietro Giordani Plotino Porfirio possa potere presente propria prova punto pure qualsivoglia ragione rispetto sarebbe sè medesimo selvaggi sentimento siano siderio simo speranza spezie stra Stratone talora Teofrasto trova tuttochè uffizio umana uomini uomo vedere veggiamo veracemente vero verun virtù vivere vuole
Popular passages
Page 212 - Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto vicini a morte...
Page 223 - Testimonianza a' fasti eran le tombe, ed are a' figli; e uscian quindi i responsi de' domestici Lari, e fu temuto su la polve degli avi il giuramento: 100 religi'on che con diversi riti le virtù patrie e la pietà congiunta tradussero per lungo ordine d'anni. Non sempre i sassi sepolcrali a...
Page 142 - C'est la véritable sagesse que de chercher ce bonheur dans l'idéal, comme vous faites. Pour moi, je regrette le temps où il m'était permis de l'y chercher, et je vois avec une sorte d'effroi que mon imagination devient stérile et me refuse tous les secours qu'elle me prêtait autrefois.
Page 167 - Non v'accorgete voi, che noi siam vermi Nati a formar l'angelica farfalla, Che vola alla giustizia senza schermi...
Page 148 - Dalla torre del borgo. Era conforto Questo suon, mi rimembra, alle mie notti, Quando fanciullo, nella buia stanza, Per assidui terrori io vigilava, Sospirando il mattin. Qui non è cosa Ch'io vegga o senta, onde un'immagin dentro Non torni, e un dolce rimembrar non sorga. Dolce per sè; ma con dolor sottentra II pensier del presente, un van desio Del passato, ancor tristo, e il dire: Io fui.
Page 103 - La buona compagnia che l' uom francheggia Sotto l' usbergo del sentirsi pura. Io vidi certo, ed ancor par ch' io 'l veggia, Un busto senza capo andar sì come Andavan gli altri della trista greggia.
Page 36 - Adam's son. As in him perish all men, so in thee, As from a second root, shall be restor'd As many as are restor'd, without thee none.
Page 240 - Orribil furon li peccati miei; Ma la bontà infinita ha sì gran braccia, Che prende ciò, che si rivolve a lei. Se il pastor di Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sariano ancora In co' del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora.
Page 270 - Dunque all'essenzia, ov' è tanto avvantaggio, Che ciascun ben che fuor di lei si trova Altro non è che di suo lume un raggio...
Page 157 - Dante non potè dargli altra risposta da quella, che si contiene nel poema sacro, « Al quale ha posto mano e cielo e terra ». Or egli ivi reca tutte le nostre sciagure alla colpa dei due primi nostri progenitori.