Metodo di commentare la Commedia di Dante AllighieriF. Le Monnier, 1861 - 555 pages |
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alcuna allegoria Allighieri amore anagogico anime Apollo Aristotele Autore avea beati beatitudine Beatrice bontà buona Cangrande Cangrande della Scala Cantica canto Canz chè cielo cœlum colla Commedia commento convien Convito dacchè Dante desiderio dice dicit dinotare dire divina Divina Commedia dottrina Empireo Eneide Epistola eterna felicità Filippo Villani filosofia gente GIULIANI gloria habet hæc Iddio Imperocchè Inferno intelletto intendere ira di Dio l'Allighieri l'anima l'uomo lettera luce lume luogo Maestro mente mondo morale natura nuovo occhi opera Paradiso parole pensiero perocchè Piccarda pienza Poema Poeta principio proprio propter Purg Purgatorio quæ quaggiù quam quivi quod quum raggio ragione regno santo sapienza savio scienza selva senso sive sommo spiriti stelle sublime sunt terra umana uomo vedere Veltro verace verità vero verso vidi Virgilio virtù vizi volgata vuol vuolsi Witte XXII XXIV XXVII XXVIII XXXII
Popular passages
Page 189 - Ed ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il veltro Verrà, che la farà morir con doglia.
Page 288 - Acheronte. Allor con gli occhi vergognosi e bassi. Temendo no 'l mio dir gli fusse grave, Infino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo, Gridando : Guai a voi anime prave : Non isperate mai veder lo cielo'! I' vegno per menarvi all' altra riva, Nelle tenebre eterne, in caldo e in gelo. E tu che se' costi, anima viva, Partiti da cotesti che son morti.
Page 187 - Tu se' solo colui da cui io tolsi Lo bello stile, che m'ha fatto onore. Vedi la bestia2, per cui io mi volsi : Aiutami da lei, famoso Saggio, Ch...
Page 285 - Quando fui su, ch' io non potea più oltre, Anzi mi assisi nella prima giunta. Omai convien che tu cosi ti spoltre, Disse il Maestro, chè, sedendo in piuma, In fama non si vien, nè sotto coltre, Senza la qual chi sua vita consuma, Cotal vestigio in terra di sè lascia, Qual fummo in aer ed in acqua la schiuma : E però leva su, vinci l' ambascia Con l' animo che vince ogni battaglia, Se col suo grave corpo non s
Page 198 - Ond' io per lo tuo me' penso e discerno, Che tu mi segui, ed io sarò tua guida, E trarrotti di qui per luogo eterno...
Page 291 - Caron dimonio con occhi di bragia Loro accennando tutte le raccoglie ; Batte col remo qualunque s' adagia. Come d' autunno si levan le foglie L...
Page 427 - Surge ai mortali per diverse foci la lucerna del mondo; ma da quella che quattro cerchi giugne con tre croci, con miglior corso e con migliore stella esce congiunta, e la mondana cera più a suo modo tempera e suggella.
Page 157 - E come quei che con lena affannata Uscito fuor del pelago alla riva, Si volge all'acqua perigliosa e guata; Così l'animo mio che ancor fuggiva, Si volse indietro a rimirar lo passo, Che non lasciò giammai persona viva.
Page 399 - Cosenza, che alla caccia Di me fu messo per Clemente, allora Avesse in Dio ben letta questa faccia, L' ossa del corpo mio sarieno ancora In co del ponte presso a Benevento, Sotto la guardia della grave mora. Or le bagna la pioggia e move il vento Di fuor del regno, quasi lungo il Verde, Dov' ei le trasmutò a lume spento.
Page 422 - Colpa e vergogna dell' umane voglie ) , Che partorir letizia in su la lieta Delfica Deità dovria la fronda Peneia, quando alcun di sé asseta. Poca favilla gran fiamma seconda : Forse diretro a me con miglior voci Si pregherà, perché Cirra risponda. Surge a...