Regole ed osservazioni della lingua toscana, ridotte a metodoper G. Silvestri, 1825 - 481 pages |
Other editions - View all
Common terms and phrases
abbia ablativo accenna addiettivi adopera adunque aggiugne alcuna alquanto amato amendue i generi Amet anomalo antichi Appendice assai Autori del buon avanti avea aveste avverbio Bocc Boccaccio buon secolo cagione cant canz ch'è ch'io colla preposizione colui congiunzione conjugazione consonante contuttociò Corticelli costruzione Dante Decamerone declinazione dice dinota dittongo donna Ellissi esempio figliuola Firenze forza Futuro genitivo gerundio impersonali innanzi interiezione Introd l'articolo Latini lingua toscana medesimo moto a luogo niuna nome numero Osservazione Ottativo parimente parole particella participio Passav persona Petrar Plur plurale possono preposizione Presente imperfetto presso Preterito imperfetto Preterito indeterminato princ Proem pronome pronome relativo pronunzia prosa Regola riceve segnacaso seguenti sentito serve sieno significa significato sillaba simili Sing singulare sustantivo talora talvolta terza tivo toscana toscano tronchi trova usato uomo usano vale vece vedere vegga verbi attivi verbo vocale voci zione
Popular passages
Page 192 - Oh miseri e vili che colle vele alte correte a questo porto: e là dove dovreste riposare, per lo impeto del vento rompete, e perdete voi medesimi là ove tanto camminato avete ! Certo il cavaliere Lancillotto non volle entrare colle vele alte, né il nobilissimo nostro Latino Guido Montefeltrano.
Page 332 - Lasciane andar per li tuoi sette regni! Grazie riporterò di te a lei, se d'esser mentovato laggiù degni. » « Marzia piacque tanto agli occhi miei, mentre ch'io fui di là », diss'egli allora, « che quante grazie volse da me, fei. Or che di là dal mal fiume dimora, più muover non mi può, per quella legge che fatta fu, quando me n'uscii fora. Ma se donna del ciel ti move e regge, come tu di', non c'è mestier lusinghe : bastiti ben, che per lei mi richegge. Va dunque, e fa...
Page 198 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 342 - Non v'accorgete voi, che noi siam vermi Nati a formar l'angelica farfalla, Che vola alla giustizia senza schermi...
Page 370 - Io ricco, io sano, io bella donna, assai figliuoli, grande famiglia; né ingiuria né onta né danno non ricevetti mai da persona; riverito, onorato, careggiato da tutta gente, io non seppi mai che male si fosse o tristizia, ma sempre lieto e contento sono vivuto e vivo. » Udendo ciò Sant'Ambrogio, forte si maravigliò; e chiamò la famiglia sua, e comandò che i...
Page 260 - ... della compieta andare in questo luogo: e quivi avere una tavola molto larga ordinata in guisa, che, stando...
Page 237 - Non potremo noi trovar modo che costui si lavasse un poco dove che sia, che egli non putisse così fieramente?
Page 379 - E non che le solute persone**), ma ancora le racchiuse ne' monisteri, faccendosi a credere che quello a lor si convenga e non si disdica che all'altre, rotte della obedienza le leggi, datesi a' diletti carnali, in tal guisa avvisando scampare, sou divenute lascive e dissolute.
Page 370 - Maravigliosa cosa è ad udire quello che io debbo dire: il che, se dagli occhi di molti e da' miei non fosse stato veduto, appena che io ardissi di crederlo, non che di scriverlo, quantunque da fededegna persona udito l'avessi.
Page 362 - Pampinea che seguitasse; per che ella così cominciò. Belle donne, io non so da me medesima vedere che più in questo si pecchi, o la natura apparecchiando ad una nobile anima un vii corpo, o la fortuna apparecchiando ad un corpo dotato d'anima nobile vii mestiero, sì come in Cisti 4 nostro cittadino, e in molti ancora abbiam potuto veder avvenire; il qual Cisti, d'altissimo animo fornito, la fortuna fece fornaio.