Alessandro Manzoni: reminiscenze, Volume 1

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Fratelli Treves, 1882
 

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Page 113 - A Maria. È vero che siamo tutti malvagi, ma non ne godiamo, siamo tanto infelici. È vero che questa vita e questi mali son brevi e nulli, ma noi pure siam piccoli e ci riescono lunghissimi e insopportabili. Tu che sei più grande e sicura, abbi pietà di tante miserie ec.
Page 24 - ... lingua or spedita or tarda, e non mai vile, che il ver favella apertamente, o tace. Giovin d'anni e di senno; non audace: duro di modi, ma di cor gentile. La gloria amo e le selve...
Page 35 - ... sentimenti puri e giusti, che debbo e sento per detta mia erede, per la costante e virtuosa amicizia a me professata; dalla quale riporto non solo una compita soddisfazione degli anni con lei passati, ma un'intima persuasione di dovere alla di lei virtù e vero disinteressato attaccamento quella tranquillità d'animo e felicità, che mi accompagnerà...
Page 337 - ... figliuoli, non si saprebbe intendere, se non si sapesse che fu rassegnazione: quel dono che, nell'ingiustizia degli uomini, fa veder la giustizia di Dio, e nelle pene, qualunque siano, la caparra, non solo del perdono, ma del premio. L'uno e l'altro non cessaron di dire, fino all'ultimo, fin sulla rota, che accettavan la morte in pena de' peccati che avevan commessi davvero.
Page 194 - Te sollevi il povero al ciel, ch'è suo, le ciglia, volga i lamenti in giubilo, pensando a Cui somiglia: cui fu donato in copia, doni con volto amico, con quel tacer pudico, che accetto il don ti fa. Spira de...
Page 312 - Ciò che è, e ciò che dovrebbe essere; la miseria e la concupiscenza, e l'idea sempre viva di perfezione e d'ordine che troviamo ugualmente in noi; il bene e il male; le parole della sapienza divina, ei vani discorsi degli uomini; la gioia vigilante del giusto, i dolori e le consolazioni del pentito, e lo spavento o l'imperturbabilità del malvagio; i trionfi della giustizia, e quelli dell'iniquità; i disegni degli uomini condotti a termine tra mille ostacoli...
Page 236 - ... altro Italiano, se ci fossero state; e non c'essendo dove trovar raccolta e riunita quella lingua viva che avrebbe fatto per lui; e non si volendo rassegnare...
Page 312 - ... solo idee confuse di terrore e di desiderio, è quella che ci rende chiaro il presente che abbiamo sotto gli occhi; i misteri conciliano le contradizioni, e le cose visibili s'intendono per la notizia delle cose invisibili.
Page 276 - E con questo le ho implicitamente confessato ch'io sono in quella scomunicata, derisa, compatita opinione, che la lingua italiana è in Firenze, come la lingua latina era in Roma, come la francese è in Parigi...
Page 32 - Né del mio secol sozzo io già vorrei Rimescolar la fetida belletta, Se un raggio in terra di virtù vedessi, Cui sacrar la mia rima.

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