AMORE E LUCE NELLA DIVINA COMMEDIA Luce intellettual piena d'amore, DANTE, Parad. XXX, 40, I. Amore e Luce son la causa efficiente dell'eterna armonia, che irraggia e solleva lo spirito alla sintesi universale; quel mare al qual tutto si muove (1), che tutto abbraccia, insieme principio e fine, Iddio, Alfa ed Omega di quanta scrittura Mi legge amore o lievemente o forte (2). Il Fiat lux (3) e tutta la creazione fu effetto d'amore immenso: l'Amor divino Mosse dapprima quelle cose belle (4), perchè il bello è nell'ordine, e ordine son luce ed amore; e l'ordine, inducente all'amore, è quanto (1) Parad. III. 86. (2) Ibid. XXVI. 17. XIV. § 33. (3) Gen. I. 3. (4) Inf. I. 40. V. Epist. continua creazione (1); immagine della bontà e della grandezza di Dio, riflettente la somiglianza delle creature al Creatore (2), luce, amore, bellezza, onde i cieli narrano la gloria di Dio, e l'opere delle sue mani annunzia il firmamento (3). Fondamento e tipo d'ogni luce il detto evangelico era Luce vera, che illumina ogn'uomo, che viene in questo mondo (4), La gloria di Colui, che tutto muove, Per l'universo penetra; e risplende Per l'universo, secondo ch'è degno (6). (1) Parad. X. 1-6. (2) Ibid. I. 103. E S. Tomm. Somm. 1.1. 12: Nell' essenza divina preesistono le similitudini di tutte le cose. E ibid. In qualche modo la creatura è simile a Dio, non Dio ad essa. (3) Psalm. XVIII. 1. V. Convito tratt. II. cap. 6. (4) Joann. I. 9. - E nell' Ep. I. 1. 5: Deus lux est, et tenebræ in eo non sunt ullæ. V. Dant. Conv. tratt. II. cap. 6. (5) Parad. I. 1. E ibid. VII. 74: Chè l'ardor santo, ch' ogni cosa raggia, Nella più somigliante è più vivace. (6) Ibid. XXXI. 22. V. ibid. I. 106-114. E nel Convito Tratt. III. cap. 7: « La divina bontà in tutte le cose discende, e altrimenti essere non potrebbono: ma avvegnachè questa bontà si muova da semplicissimo Principio, diversamente si riceve, secondo il più e meno della loro virtute. Onde è scritto nel libro delle Cagioni: «La prima bontà manda le sue bontadi sopra le cose con un discorrimento. » Veramente ciascuna cosa riceve da questo discorrimento, secondo il modo della sua virtù e del suo essere.n Dunque la sorgente, onde ogni Luce ed ogni Amore rampolla, è la Bellezza ideale ed eterna, che permanendo pur una ed assoluta in Dio (1), si riflette nelle creature varia e multiforme. Or apri gli occhi a quel ch'io ti rispondo; Ciò che non muore, e ciò che può morire Dal suo Lucente, che non si disuna Quindi discende all'ultime potenze Questo primo elemento, questa forza vitale, questa Luce ed Amore è mirabile nella Divina Commedia, soprattutto per una cotale temperanza unificatrice e per la progrediente armonia. In Dante diffatti la Luce è argomento dell' Amore, l'Amore risponde alla visione, e la visione è proporzionata al merito: (1) Parad. XXIX. 143. e segg. (2) Parad. XIII. 49 e segg. E Ibid. VII. 64.: La divina bontà,. ardendo in sè, sfavilla .... Sì, che dispiega le bellezze eterne. La sua chiarezza séguita l'ardore, corrispondente all'altro ammaestramento, che Beatrice di già avea dato al Poeta: S'io ti fiammeggio nel caldo d'amore Da perfetto veder, che come apprende, onde ne scaturisce la felicità suprema in quell'Amo- (1) Parad. XIV. 40. E Ibid. IX. 70: Per letiziar lassù fulgor s'acquista. (2) Parad. V. 1. e segg. A spiegazione del citato e di tutto il concetto Dantesco intorno alla cagione dell'amore de' Beati, badi il lettore a questi versi (Ibid. XXVIII. 106): E déi saver che tutti hanno diletto, Quanto la sua veduta si profonda Nel vero, in che si queta ogni intelletto. Quinci si può veder come si fonda L'esser beato nell'atto che vede, Non in quel ch'ama, che poscia seconda: E del vedere è misura mercede, Che grazia partorisce e buona voglia.......... (3) Ibid. I. 74. (4) Ibid. VIII. 87. .... E Ibid. III. 84: Lo Re, che in suo piacer ne invoglia: E nel fare la volontà di Dio è riposta la felicità vera (V. Purgat. XI. 11). |