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to (1), Mente, ch'è da sè perfetta (2),

Ove s'appunta ogni ubi ed ogni quando (3).

Ma la luce, nel concetto di Dante, abbiam veduto non esser altro che amore, amore e luce Ov'è tanto avvantaggio,

Che ciascun ben, che fuor di lei si trova,
Altro non è che di suo lume un raggio (4):

onde è che

A quella Luce cotal si diventa,

Che volgersi da lei, per altro aspetto,
È impossibil che mai si consenta:
Però che il ben, ch'è del volere obbietto,
Tutto s'accoglie in lei; e fuor di quella
È difettivo ciò, ch'è lì perfetto (5):

e questo bene accende amore (6), amore a Dio,
Che vuol simile a sè tutta sua corte (7);

nè per il crescere del numero cotal bene si scema, che anzi s'aumenta:

E quanta gente più lassù s' intende,

Più v'è da bene amare, e più vi s'ama;
E come specchio l'uno all' altro rende (8),

(1) Parad. VIII. 111.

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- E Conv. tratt. II. cap. 4: « Ed esso (l' Empireo) non è in luogo, ma formato fu solo nella Prima Mente, la quale li Greci dicono Protonoe. n

(2) Ibid. VIII. 101. E Ibid. XIX. 86:

La prima Volontà, ch'è per sè buona.

E Convito tratt. III. cap. 6: Iddio è universalissima Cagio

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perciocchè la luce verace, che appaga i Beati,

Da sè non lascia lor torcer li piedi (1).
L'amore pertanto, che

Tanto si dà quanto trova d'ardore (2),

fa quieto il cielo (3), perchè origina dall'infinito ed ineffabil Bene (4), Sole che riempie le anime, Bene che ad ogni cosa è tanto (5), e fa contenta la corte del cielo (6), e perchè

per quanti si dice più li nostro, Tanto possiede più di ben ciascuno,

E più di caritate arde in quel chiostro (7),

e mai non ha fine (8); ed ecco la somma felicità, il gaudio eterno,

(1) Parad. III. 33. E Ibid. VI. 121: Quindi addolcisce la viva giustizia

In noi l'affetto sì, che non si puote

Torcer giammai ad alcuna nequizia;

perchè Dio è l'avversario d'ogni male (Inf. V. 91).

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La nostra volontà quieta

Virtù di carità, che fa volerne

Sol quel che avemo, e d'altro non ci asseta.

(4) Purgat. XV. 67.

Sommo Bene, Parad. VII. 80., XIV. 47., XXVI. 134. Id. Monarch. lib. 1. cap. 4: Prima Boni

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Il Vero in che si queta ogni intelletto (1),

Amore indefettibile, Luce perfetta.

(1) Parad. XXVIII. 108. ·E Ibid. IV. 124:
Io veggio ben, che giammai non si sazia
Nostro intelletto, se il Ver non lo illustra,
Di fuor dal qual nessun vero si spazia.
Posasi in esso, come fera in lustra,

Tosto che giunto l'ha.

E Purgat. XXI. 1:

La sete natural, che mai non sazia

Se non con l'acqua, onde la femminetta
Samaritana dimandò la grazia,

Mi travagliava....

Quindi è chiaro che è una pienissima sintesi di tutto quanto l'Inferno l'espressione Dantesca (Inf. III. 17):

Le genti dolorose,

Ch' hanno perduto il ben dello intelletto.

V. Epist. XIV. § 33.

Ringrazio il gentile lettore d'avermi infino a qui accompagnato; se il sentiero da me corso non fu sempre agevole nè sempre seminato di fiori, me ne spiace davvero; colpa non punto del buon volere, ma del corto ingegno; e in parte anche per quello che avea già detto il nostro grande Maestro, che cioè

la forma non s'accorda

Molte fiate all'intenzion dell'arte,
Perchè a risponder la materia è sorda.

Ma potrò almeno aver il conforto di sperare che qualcuno voglia rileggere più diffusamente nel testo ciò ch'io non potei accennare che di volo? allora forse potrei dire che, per merito altrui,

Poca favilla gran fiamma seconda;

perchè, quanto più riconosco l'insufficienza mia, più caldamente faccio voti che gli studi Danteschi rifioriscano sempre meglio benefici e vigorosi nella luce della fede e del bello, nell'amore del vero e della letteraria e civile grandezza del nostro paese.

BRITISH

9 NO 76

USEU

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