Le symbolisme dans la Divine comédie de DanteParker & son, 1904 - 136 pages |
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alto altri altro âme amore ancor anges avea Béatrice Brunetto Latini célestes cercle certo Christ ciel cielo cieux ciò Cocyte colpa colui contrition cose cotal Dante Alighieri Dieu Divine Comédie dolce Énée esprits esprits saints esser eterno exemple fanno fece giustizia gran idées justice l'âme l'amour l'ange l'art l'Enfer supérieur l'esprit de l'homme l'esprit humain l'idéal l'idée littéraire lume lutte Minos monde invisible mondo montagne moral mort moyen âge nature non-seulement occhi ogni ombres Paradis Paradiso Passion du Christ péché pécheurs pensée philosophie poco poème poète punis punition Purg Purgatoire Purgatorio quale quei quivi rapport Rispose royaumes sagesse Sainte Trinité sentir seul siècle sommo souffrance sphère spirituelle Stace suso terre terrestre théories de Dante tosto trouve tutta tutto Vanni Fucci veder Virgile virtù vision viso vive volonté volte xviii xxiii xxvii xxxii yeux
Popular passages
Page 18 - Che voce avrai tu più, se vecchia scindi da te la carne, che se fossi morto anzi che tu lasciassi il 'pappo' e '1 'dindi', pria che passin mill'anni?
Page 21 - E' par che voi veggiate, se ben odo, Dinanzi quel che il tempo seco adduce, E nel presente tenete altro modo. Noi veggiam, come quei ch' ha mala luce, Le cose, disse, che ne son lontano ; Cotanto ancor ne splende il sommo Duce: Quando s' appressano, o son, tutto è vano Nostro intelletto ; e s' altri nol ci apporta, Nulla sapem di vostro stato umano.
Page 130 - Or apri li occhi a quel eh' io ti rispondo, e vedrai il tuo credere e '1 mio dire s° nel vero farsi come centro in tondo. Ciò che non more e ciò che può morire non è se non splendor di quella idea che partorisce, amando, il nostro sire...
Page 131 - O abbondante grazia , ond' io presunsi Ficcar lo viso per la luce eterna Tanto , che la veduta vi consunsi ! Nel suo profondo vidi, che s...
Page 30 - Bolle l' inverno la tenace pece A rimpalmar li legni lor non sani, Che navicar non ponno, e in quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda, e chi da poppa; Altri fa remi, ed altri volge sarte ; Chi terzeruolo ed artimon rintoppa : 15 Tal, non per fuoco, ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che inviscava la ripa da ogni parte. Io vedea lei, ma non vedeva in essa Ma' che le bolle che il bollor levava, 20 E gonf1ar...
Page 12 - Vidi presso di me un veglio solo, Degno di tanta riverenza in vista, Che più non dee a padre alcun figliuolo. Lunga la barba e di pel bianco mista Portava, ei suoi capegli simigliante, De' quai cadeva al petto doppia lista. Li raggi delle quattro luci sante Fregiavan sì la sua faccia di lume, Ch' io 1 vedea come il sol fosse davante.
Page 49 - Ali hanno late, e colli e visi umani, pie con artigli, e pennuto il gran ventre: fanno lamenti in su li alberi strani. E '1 buon maestro: « Prima che più entre, sappi che se...
Page 130 - Non è se non splendor di quella idea, Che partorisce, amando, il nostro Sire : Che quella viva luce, che sì mea Dal suo lucente, che non si disuna Da lui, né dall' amor che in lor s' intrea, Per sua bontate il suo raggiare aduna, Quasi specchiato, in nove sussistenze, Eternalmente rimanendosi una.
Page 64 - Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Di tua lezione, or pensa per te stesso, Com...
Page 130 - L' ardor la visione, e quella è tanta , Quanta ha di grazia sovra suo valore. Come la carne gloriosa e santa Fia rivestita , la nostra persona Più grata fia per esser tutta quanta. Perché s' accrescerà ciò che ne dona Di gratuito lume il sommo bene; Lume ch...