La divina commedia

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F. Le Monnier, 1844 - 862 pages
 

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Page 637 - di sua region, fa mala prova. E, se il mondo laggiù ponesse mente Al fondamento che natura pone, Seguendo lui, avria buona la gente. Ma voi torcete alla religione 145 Tal che fu nato a cingersi la spada, E fate re di tal ch' è da sermone ; Onde la traccia
Page 318 - tua terra. E Г un Г altro abbracciava. Ahi serva Italia, di dolore ostello, Nave senza nocchiero in gran tempesta, Non donna di provincie, ma bordello! Quell" anima gentil fu cosí presta, Sol per lo dolce suon délia sua terra, Di
Page 524 - Non pianger anco, non pianger ancora; Che pianger ti convien per altra spada. Quasi ammiraglio, che in poppa ed in prora Viene a veder la gente che ministra Per gli allri legni, ed a ben far la incuora, 60 In su la sponda del carro sinistra, Quando mi
Page 444 - già da esso, E brigavam di soverchiar la strada Tanto, quanto al poder n' era permesso; Quand'io senti', come cosa che cada, Tremar lo monte: onde mi prese un gielo, Qual prender suol colui che a morte vada. Certo non si scotea si forte Délo Pria che Latona in lei facesse il nido A
Page 466 - or fa che più non mi ti celi ; Vedi che non pur io, ma questa gente Tulla rimira là dove il sol veli. Perch' io a lui : Se ti riduci a mente Quai fosti meco e quäle io teco fui, Ancor fia grave il memorar presente. Di quella vita mi volse
Page 769 - ti piace, intorno della Fede, Per la qual tu su per lo mare andavi. S' egli ama bene, e bene spera, e crede, 40 Non t'è occulto, perché il viso hai quivi, Ov' ogni cosa dipinta si vede. Ma perché questo regno ha fatto civi Per la verace fede, a gloriarla, Di lei parlare è buon
Page 739 - Ora conosce assai di quel che il mondo 70 Veder non puo della divina grazia, Benchè sua vista non discerna il fondo. Qual lodoletta che in aere si spazia • Prima cantando, e poi tace contenta Dell' ultima dolcezza che la sazia, 75 Tal mi sembló Г imago délia imprenta
Page 482 - e fassi un'alma sola, Che vive e sente, e se in se rigira. E perché meno ammiri la parola, Guarda il calor del Sol che si fa vino, Giunto all' umor che dalla vite cola. E quando Lachesis non ha più lino, Solvesi dalla carne, ed in
Page 45 - 65 Non poterebbe farne posar una. Maestro, dissi lui, or mi di anche: Questa Fortuna , di che tu mi tocche, Che è, che i ben del mondo ha si ira branche? E quegli a me: O creature sciocche,
Page 148 - solo a ció la mia mente rifiede. Allor mi disse: Quel, che dalla gota Porge la barba in su le spalle brune, Fu, quando Grecia fu di maschi vota Si, che appena rimaser per le cune, Augure, e diede il punto con Calcanta

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