La coltivazione di Luigi Alamanni ; Le api di Giovanni Rucellai ; Bacco in Toscana di Francesco Redi: edizione formata sopra i testi indicati nel seguente avvisoVitarelli, 1812 - 339 pages |
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aggia aguti Alam albergo alfin allor alto altrui ánno Apollo apporta appresso aprica Aquilon aratro arbor armenti Arno ascose Bacco bassilico biade bifolco Brindisi buon caggia caldo cangiando cibo ciel conviene coverchio cultor cura di esso dolce e i colli erbe Favonio fien fior FRANCESCO REDI freddo frondi frutto fugge gentil giardin giel giorno GIOVANNI RUCELLAI Giove giro gran gregge Guardi guisa intorno istessa ivi entro l'albergo l'alma l'erbe largo lasse lieto liquor loco lode LUIGI ALAMANNI lunge medesmo mele mezzo miglior mille mostra nevi novella odor onor opra Ostro pastor piagge piante picciol piè pioggia piropo ponno poscia prenda puote Quaracchi quei quinci radici rami Rucellai sapor scalda secco seggio seme sementa söave sovente soverchio spesso stagion talor terra terren troppo truova uliva umor vago vaso veggia vento verde vermi verno vicin vigne villan vomero vuol
Popular passages
Page 303 - Se dell' uve il sangue amabile non rinfranca ognor le vene, questa* vita è troppo labile, troppo breve e sempre in pene; sì bel sangue è un raggio acceso di quel sol che in ciel vedete, e rimase avvinto e preso di più grappoli alla rete. Su su dunque in questo sangue rinnoviam l'arterie ei muscoli, e per chi s...
Page 335 - Sulla vi'ola la cuccurucù, La cuccurucù, Sulla viola la cuccurucù. Or qual nera con fremiti orribili Scatenossi tempesta fierissima, Che de' tuoni fra gli orridi sibili Sbuffa nembi di grandine asprissima ? Su, nocchiero, ardito e fiero, Su, nocchiero, adopra...
Page 332 - De* gelsomini Non faccio bevande, Ma tesso ghirlande Su questi miei crini : Dell' aloscia e del candiero Non ne bramo e non ne chero : I sorbetti, ancor che ambrati, E mille altre acque odorose Son bevande da svogliati, E da femmine leziose. Vino, vino a ciascun bever bisogna Se fuggir vuole ogni danno; E non par mica vergogna...
Page 310 - Èrebo l'empie Belidi l'inventarono, e Tesifone e l'altre Furie a Proserpina il ministrarono ; e se in Asia il Musulmano se lo cionca a precipizio, mostra aver poco giudizio. Han giudizio, e non son gonzi quei toscani bevitori, che tracannano gli umori della vaga e della bionda, che di gioia i cuori inonda...
Page 334 - Passavoga, arranca, arranca; Che la ciurma non si stanca, Anzi lieta si rinfranca , . : Quando arranca inverso Brindisi: Arianna, Brindis, Brindisi: E se a te brindisi io...
Page 338 - Delle donne fiorentine; Voglio dir non delle dame, Ma bensì delle pedine. In quel vetro che chiamasi il tonfano, Scherzan le Grazie, e vi trionfano. Ognun colmilo, ognun votilo: Ma di che si colmerà? Bella Arianna, con bianca mano Versa la manna di Montepulciano; Colmane il tonfano, e porgilo a me. Questo liquore, che sdrucciola al core, O come l'ugola e baciami e mordemi ! O come in lacrime gli occhi discioglemi!
Page 317 - E gli oracoli miei , senz" alcun velo Scritti già son nella immortale istoria. Sazio poi d' anni , e di grandi opre onusta, Volgendo il tergo a questa bassa mole; Per tornar colassi donde scendesti , Splenderai luminoso intorno a Giove Tra le Medice'e stelle astro novello ; E Giove stesso del tuo lume adorno , Girerà più lucente ali
Page 304 - Su su dunque in questo sangue rinnoviam l'arterie, ei muscoli, e per chi s'invecchia e langue, prepariam vetri maiuscoli; ed in festa baldanzosa tra gli scherzi, e tra le risa lasciam pur, lasciam passare lui, che in numeri, e in misure si ravvolge, e si consuma, e quaggiù Tempo si chiama: e bevendo, e ribevendo, i pensier mandiamo in bando. Benedetto quel Claretto, che si spilla in Avignone: questo vasto bellicone io ne verso entro '1 mio petto; ma di quel che sì puretto si vendemmia in Artimino,...
Page 310 - Medicine così fatte Non saran giammai per me. Beverei prima il veleno, Che un bicchier che fosse pieno Dell'amaro e reo caffè. Colà tra gli Arabi, E tra i Giannizzeri Liquor sì ostico, * Sì nero e torbido Gli schiavi ingollino: Giù nel Tartaro, Giù nell...
Page 329 - D' esser nato in mezzo al Chianti, E tra sassi Lo produsse Per le genti più bevone Vite bassa, e non broncone : Bramerei veder trafitto Da una serpe in mezzo al petto Quell...