La divina commedia, Volume 1Pei Fratelli Mattiuzzi, 1823 |
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abbia Accademici alcun antichi assai avea Barbariccia Bartoliniano Benvenuto da Imola Biagioli bolgia Bosone buon canto CAPITOLO Cerbero ch'io Chè chersi ciascun cielo CODICE n.º colla colui comento comincia Commedia di Dante convien credo Crusca Dante Alighieri Dantis detto dice dinanzi dire dissi Divina Commedia dolor duca ediz edizione fece Friuli gente girone Giuseppe Bossi gridò inferno invece l'altro l'un latino legge lezione LIBRERIA lingua loco Lombardi luogo Maestro maggior Malacoda membranaceo mente mondo Monti nome nunc occhi parea parlare parole passo Perch'io piè poco poeta Poscia pronunzia Purgatorio Quivi quod ragione Rispose Roquefort Rubicante scritto Secolo XIV senso sentimento sovra suono terra testi Tolmino torre tosto tratta trista Trivulzio trova Udine udinese veder Vedi Veggendo verbo verso vidi Virgilio vizj vocabolo volgare volse دو وو
Popular passages
Page 86 - L' aperse, che non ebbe alcun ritegno. O cacciati del ciel, gente dispetta, Cominciò egli in su l' orribil soglia, Ond' esta oltracotanza in voi s' alletta ? Perché ricalcitrate a quella voglia, A cui non puote il fin mai esser mozzo, E che più volte v
Page 285 - E disser : Padre, assai ci fia men doglia, Se tu mangi di noi : tu ne vestisti Queste misere carni, e tu le spoglia.
Page 227 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto Quanto veduta non n' aveva alcuna '. Noi ci allegrammo ; e tosto tornò in pianto : Che dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l' acque; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù , com' altrui piacque, Infin che
Page 203 - ... 1 tapin che non sa che si faccia; poi riede, e la speranza ringavagna, veggendo il mondo aver cangiata faccia in poco d'ora, e prende suo vincastro, e fuor le pecorelle a pascer caccia...
Page 222 - Quante il villan, ch' al poggio si riposa, Nel tempo che colui che il mondo schiara La faccia sua a noi tien meno ascosa, Come la mosca cede alla zenzara, Vede lucciole giù per la vallea, Forse colà dove vendemmia ed ara : Di tante fiamme tutta risplendea L' ottava bolgia, si com' io m' accorsi, Tosto ch' io fui là 've il fondo parea.
Page 2 - ... raggi del pianeta, che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, che nel lago del cor m' era durata la notte, ch' i
Page 178 - Bolle l' inverno la tenace pece, A rimpalmar li legni lor non sani Che navicar non ponno ; e 'n quella vece Chi fa suo legno nuovo, e chi ristoppa Le coste a quel che più viaggi fece ; Chi ribatte da proda e chi da poppa ; Altri fa remi ed altri volge sarte, Chi terzeruolo ed artimon rintoppa: Tal non per fuoco ma per divina arte, Bollia laggiuso una pegola spessa, Che 'nviscava la ripa d
Page 104 - Nota non pure in una sola parte, Come Natura lo suo corso prende Dal divino Intelletto e da sua arte : E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Che 1' arte vostra quella, quanto puote, Segue, come il maestro fa il discente, SI che vostr
Page 232 - S' io credessi che mia risposta fosse A persona che mai tornasse al mondo, Questa fiamma staria senza più scosse : Ma perciocché giammai di questo fondo Non tornò vivo alcun, s' i' odo il vero, Senza tema d
Page 94 - Ma quell' altro magnanimo, a cui posta Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, né piegò sua costa : E se, continuando al primo detto, Egli han quell'arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della Donna che qui regge, Che tu saprai quanto queir arte pesa. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi : perché quel popolo è sì empio Incontr' a' miei in ciascuna sua legge ? Ond...