I luoghi più oscuri e controversi della Divina commedia di Dante, dichiarati da lui stesso

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Tip. della Minerva, 1843 - 288 pages
 

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Page 50 - Coscienza fusca O della propria o dell'altrui vergogna, Pur sentirà la tua parola brusca. Ma nondimen, rimossa ogni menzogna, '** Tutta tua vision fa manifesta, E lascia pur grattar dov' è la rogna; Che, se la voce tua sarà molesta Nel primo gusto, vital nutrimento Lascerà poi quando sarà digesta. Questo tuo grido farà come vento, Che le più alte cime più percuote; E ciò non fia d'onor poco argomento.
Page 182 - Se ben m' accorsi nella vita bella. E s' io non fossi sì per tempo morto, Veggendo il Cielo a te così benigno, Dato t' avrei ali' opera conforto. Ma quelF ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico, E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico. Ed è ragion ; che tra li lazzi sorbi Si disconvien fruttare il dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi ; Gente avara, invidiosa e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbì.
Page 109 - Tu se' lo mio maestro e il mio autore: Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m
Page 105 - Sì che m' ha fatto per più anni macro, Vinca la crudeltà, che fuor mi serra Del bello ovil, dov' io dormii agnello Nimico ai lupi, che gli danno guerra ; Con altra voce omai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello ; Perocché nella Fede, che fa conte L' anime a Dio, quivi entra' io, e poi Pietro per lei sì mi girò la fronte.
Page 111 - S'appresenti alla turba trionfante, Che lieta vien per questo etera tondo. Col viso ritornai per tutte quante Le sette spere, e vidi questo globo Tal, ch'io sorrisi del suo vii sembiante; E quel consiglio per migliore approbo Che l'ha per meno; e chi ad altro pensa Chiamar si puote veramente probo. Vidi la figlia di Latona incensa Senza quell'ombra, che mi fu cagione Perchè già la credetti rara e densa. L'aspetto del tuo nato, iperione, Quivi sostenni, e vidi com' si muove Circa e vicino a lui...
Page 120 - A vista il tempo che ti s' apparecchia. Qual si partì Ippolito d'Atene Per la spietata e perfida noverca, Tal di Fiorenza partir ti conviene. Questo si vuole, e questo già si cerca, E tosto verrà fatto a chi ciò pensa Là dove Cristo tutto dì si merca.
Page 50 - Atene Per la spieiata e perfida noverca, Tal di Fiorenza partir ti conviene Questo si vuole, e questo già si cerca, E tosto verrà fatto a chi ciò pensa Là dove Cristo tutto dì si merca. La colpa seguirà la parte offensa In grido, come suoi ; ma la vendetta Fia testimonio al ver che la dispensa. Tu lascerai ogni cosa diletta Più caramente, e questo è quello strale Che 1' arco dello esilio pria saetta. Tu proverai sì come sa di sale Lo pane altrui, e com' è duro calle Lo scendere e il salir...
Page 263 - Quale per li seren tranquilli e puri Discorre ad ora ad or subito fuoco , Movendo gli occhi che stavan sicuri, E pare stella che tramuti loco, Se non che dalla parte onde s...
Page 115 - Che 1' una parte e 1' altra avranno fame Di te; ma lungi fia dal becco l'erba. Facciatt le bestie fiesolane strame Di lor medesme, e non tocchin la pianta, S' alcuna surge ancor nel lor letame, In cui riviva la sementa santa Di quei Roman, che vi rimaser, quando Fu fatto il nido di malizia tanta. Se fosse pieno tutto il mio dimando, Risposi lui , voi non sareste ancora Dell'umana natura posto in bando: Chè in la mente m...
Page 133 - Se vuoi campar d' esto loco selvaggio : Che questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo impedisce, che 1' uccide : E ha natura si malvagia e ria, Che mai non empie la bramosa voglia, E dopo il pasto ha più fame che pria. Molti son gli animali, a cui s' ammoglia, E più saranno ancora, infin che il Veltro Verrà, che la farà morir di doglia.

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