Opere postume di Vittorio Alfieri, Volume 13

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Firenze, Piatti, 1804
 

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Page 149 - ... e mi parve che toccantissima ed originalissima tragedia potrebbe riuscire, ogni qual volta potesse venir fatto all'autore di maneggiarla in tal modo che lo spettatore scoprisse da sé stesso a poco a poco tutte le orribili tempeste del cuore infuocato ad un tempo e purissimo della più assai infelice che non colpevole Mirra...
Page 6 - Il tutto poi si ravviluppava nell' indurita scorza di una presunzione, o per dir meglio petulanza incredibile, e di un tale impeto di carattere, che non mi lasciava , se non se a stento e di rado e fremendo , conoscere , investigare , ed ascoltare la verità . Capitali, come ben vede il lettore, più adatti assai per estrarne un cattivo e volgare principe , che non un autor luminoso . Ma pure una tale segreta voce mi si facea udire in fondo del cuore, ammonendomi in suono anche più energico che...
Page 22 - Poi mi fecero i miei amici censori capitare alle mani l'Ossian del Cesarotti ; e questi furono i versi sciolti che davvero mi piacquero, mi colpirono, e m'invasarono. Questi mi parvero, con poca modificazione, un eccellente modello pel verso, di dialogo.
Page 22 - To men thus sick of the languid manner of their contemporaries, ruggedness seemed a venial fault, or rather a positive merit. In their...
Page 34 - ... altra poesia ; e nel tempo stesso mi veniva evidentemente dimostrato che noi Italiani non avendo altro verso che l'endecasillabo per ogni componimento eroico, bisognava creare una giacitura di parole, un rompere sempre variato di suono, un fraseggiare di brevità e di forza...
Page 5 - Eccomi ora dunque, sendo in età di quasi anni venzette, entrato nel duro impegno e col pubblico e con me stesso, di farmi autor tragico. Per sostenere una sì fatta temerità, ecco quali erano per allora i miei capitali. Un animo risoluto, ostinatissimo, ed indomito; un cuore ripieno ridondante di affetti di ogni specie, tra...
Page 47 - E qui per l'intelligenza del lettore mi conviene spiegare queste mie parole di cui mi vo servendo sì spesso, ideare, stendere, e verseggiare. Questi tre respiri con cui ho sempre dato l'essere alle mie tragedie, mi hanno per lo più procurato il beneficio del tempo, così necessario a ben ponderare un componimento di quella importanza; il quale se mai nasce male, difficilmente poi si raddrizza. Ideare dunque io chiamo, il distribuire il soggetto in atti e scene, stabilire e fissare il numero dei...
Page 59 - L'impression prima me n'era rimasta negli occhi e nella mente ad un tempo, piacevolissima. Un dolce focoso negli occhi nerissimi accoppiatosi (che raro addiviene ) con candidissima pelle e biondi capelli, davano alla di lei bellezza un risalto, da cui difficile era di non rimanere colpito e conquiso. Età di anni venticinque; molta propensione alle bell'arti e alle lettere; indole d'oro...
Page 291 - ... banchieri avvocati, o simili, che si facciano ammirare non ne vediamo mai; ed il coturno assai male si adatta ai piedi fangosi.
Page 61 - Avvistomi in capo a due mesi che la mia vera donna era quella, poiché in vece di ritrovare in essa, come in tutte le volgari donne, un ostacolo alla gloria letteraria, un disturbo alle utili occupazioni, ed un rimpicciolimento direi di pensieri, io ci ritrovava e sprone e conforto ed esempio ad ogni bell'opera; io, conosciuto e apprezzato un sì raro tesoro, mi diedi allora perdutissimamente a lei.

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