La Commedia di Dante Alighieri Fiorentino, Volume 1Dai tipi di Luigi Sambolino, 1877 |
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affetti alcun Alighieri allegorico amore angeli anime argo beati Beatrice bellezza Brunetto Latini Cacciaguida Canti Cantiche Cantore carità Carlo Martello celeste ch'altri ch'è ch'egli ch'ei ch'io chè ciascun cielo colla colpa comenti Commedia concetto conforti consiglio cotal Cristianesimo cristiano cuore d'affetti d'amore d'Inferno dacchè Dante dell'Alighieri Dèmoni discordi divina donna dottrina esempj eterno fede filosofo Fiorenza forme frate Alberigo Ghibellini giudizio giustizia giusto grazia guelfa imagini Indi Inferno ingegno intelletto intendere ispecie istrane l'Alighieri l'altro l'un l'uomo luce lume luogo maestro male Malebolge malizia malnata materia mente mondo mortale mostra natura nuove occhi peccato pena pensiero Perciocchè pienza pietà Platone Poema Poeta poetico Purgatorio quaggiù quivi raggi ragione reggimento regni Rettitudine sapienza sembianza senso smar sogni sommo sorte speranza spirito studj Superbia sustanza tempre terra umana uomini Vanni Fucci varj verità vero Virgilio virtù visione vizio vizj volge
Popular passages
Page 148 - Ben se' tu manto, che tosto raccorce, Sì che, se non s'appon di die in die, Lo tempo va dintorno con le force...
Page 135 - Luce intellettual, piena d'amore; Amor di vero ben, pien di letizia; Letizia che trascende ogni dolzore.
Page 134 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Page 130 - L'un fu tutto serafico in ardore; l'altro per sapienza in terra fue di cherubica luce uno splendore.
Page 136 - Ciò che non muore e ciò che può morire, Non è se non splendor di quella Idea Che partorisce, amando, il nostro Sire; Chè quella viva Luce che si mea 55 Dal suo Lucente, che non si disuna Da lui, nè dall...
Page 146 - L'uno al pubblico segno i gigli gialli oppone, e l'altro appropria quello a parte, sì ch'è forte a veder chi più si falli.
Page 40 - Quant' esser convenia da sé lucente quel ch'era dentro al sol dov' io entra'mi, non per color, ma per lume parvente! 42 Perch' io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, sì noi direi che mai s'imaginasse; ma creder puossi e di veder si brami. E se le fantasie nostre son basse a tanta altezza, non è maraviglia; che sopra '1 sol non fu occhio ch'andasse.
Page 38 - E tu, figliuol, che per lo mortai pondo Ancor giù tornerai, apri la bocca, E non asconder quel ch'io non ascondo.
Page 51 - Benedetta, infino a tanto che io non potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sa veracemente. Sicchè, se piacere sarà di Colui per cui tutte le cose vivono, che la mia vita per alquanti anni perseveri, spero di dire di lei quello che mai non fu detto di alcuna.
Page 161 - Tu se' solo colui, da cui io tolsi Lo bello stile, che m