Memorie autografe d'un ribelle, ovvero, Prolegomeni del fuoruscitoN. Battezzati, 1873 - 350 pages |
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15 maggio affatto alcun allora alquanto amico Angelo Maria Ricci assai avea Babœuf Basilio Puoti Basti bella buon carissima Carlo Pepoli Carlo Poerio casa certo ch'è ch'io chè anzi città colla comechè cuore d'ogni debbe Decazes Delcarretto detto dire discorso dolore farmi fece figliuoli francese Francia generale Ginevra giornale giorni Giovine Italia Giuseppe Giuseppe Buonaparte governo gran Gran Bretagna imaginare ispecie istarò Italia italiana Lafayette legge lettera lettere libero luglio del 1833 luogo m'era Machiavelli madre maggior maraviglia marzo del 1833 massime medesimo memoria mente ministro misera mondo Morbilli Murat Napoli nazione nome oltre onta padre paese Parigi parlare parole patria pensiero picciola Pietro Giordani poco politica polizia popolo poscia povera presto prigione pubblico pure quai quei quivi recato Ricciardi riuscire sarebbe scrivere segnatamente signor sima somma stanza storia stra tosto trovo uomini uomo vedere veniva verso villa del Vomero visitare Vomero zione
Popular passages
Page 309 - Or ti fa lieta, chè tu hai ben onde : Tu ricca, tu con pace, tu con senno. S'io dico 'l ver, l'effetto nol nasconde. Atene e Lacedemona che fenno L'antiche leggi, e furon si civili, Fecero al viver bene un picciol cenno Verso di te, che fai tanto sottili Provvedimenti, che a mezzo novembre Non giunge quel che tu d'ottobre fili.
Page 274 - Sartorio, ma non può creder , né crede, né presume che noi crediamo essere in questi animalacci più cervello che nei censori milanesi. Certo ella non può volere, né vuole beffarsi della saggezza paterna ; quando ella sa, e sa il mondo, che senza i fulmini del padre non regnerebbe mezz
Page 275 - I ministri sono sministrati ; i duchi possono essere sducati. Io per me rido, sapendo che, se anche fossi impiccato, non sarò mai sgiordanato. Voi dovete sapere (quel che i ciuchi bardati né sanno né possono intendere...
Page 78 - Medici mi cominciassino adoperare, se dovessino cominciare a farmi voltolare un sasso; perché se poi io non me gli guadagnassi, io mi dorrei di me, e per questa cosa...
Page 274 - Giove; il re Nettuno tempestare a dispetto del fratello; Giunon regina rissare col marito: ma non si udì mai che le principesse imperiali Minerva, Diana, Venere, insultassero al senno del padre. Certo la padrona può credere noi degni di sopportare un Cocchi, un Sartorio: ma non può creder, né crede, né presume che noi crediamo, esser in questi animalacci più cervello che nei censori milanesi.
Page 77 - ... al tutto della salute della patria, non vi debbe cadere alcuna considerazione né di giusto né d'ingiusto, né di piatoso né di crudele, né di laudabile né d'ignominioso; anzi, posposto ogni altro rispetto, seguire al tutto quel partito che le salvi la vita, e mantenghile la libertà.
Page 81 - Di che non voglio vi sbigottiate o diffidiate, perché questa provincia pare nata per risuscitare le cose morte, come si è visto della poesia, della pittura e della scultura.
Page 112 - Recatici a visitare l'Osservatorio astronomico posto nel Palazzo di Brera, trovammo quivi l'Oriani e il Carlini. Altri uomini, più o meno illustri, conoscemmo indi a poco , fra cui nominerò primo il Manzoni. Il quale io vidi la prima volta in Milano, nel giugno del 1827. Sedeva in mezzo alla sua bella e numerosa famiglia e ad un nobile crocchio d...
Page 274 - ... le abbiate o per colleghi di potenza, o per compagni di natura. Guardate ancora se non tocchi il vero interesse della padrona, e il vostro debito di leal servitore (cieco già non siete) che le facciate finalmente vedere per quanto odio e disprezzo pubblico strascinin costoro indegnissimamente un nome già tanto amato e riverito.