Dentro dalla muda: studio dantescoN. Giannotta, 1894 - 220 pages |
Contents
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Dentro Dalla Muda: Studio Dantesco (Classic Reprint) Ildebrando Bencivenni No preview available - 2018 |
Common terms and phrases
addentare Anselmuccio antropofagia arcivescovo arcivescovo Ruggieri atrocità avea Bartoli BENCIVENNI Bertram dal Bornio bestiale bisogno Blanc Bocca degli Abati cadaveri Carmignani certo chè chiama chiosa chiosatori cibo cieco colui Comedia comento Conte Ugolino critico cronista Dante dantesco delirio denti dice dire disperazione Divina dolor potè fame fantasia feroce figli figliuoli Fisiologia Francesco da Buti Fraticelli Gaddo ghiaccia giorni giudizio Giuliani Guido da Montefeltro immaginazione Inferno innanzi innocenti interpretazione l'altro l'animo l'odio l'orribile l'orrore l'uomo lascia leggenda mangiare Mastro Adamo medesimo Menalippo mente misere carni misero morire narra novella orribile torre padre parole passo pasto pena pensare pensiero piange pietà Pisa Pisani poema poeta Poscia potè il digiuno proprio pure rabbia racconto ragione rode Ruggieri Scartazzini scena senso sentimento Sforza soggiunge spiega storia storica strazio Tebe tecnofagia terribile teschio Tideo traditore tragica trova Ugoli umana uomo Vanni Fucci vede vero verso voluto vuol وو
Popular passages
Page 200 - Breve pertugio dentro dalla muda, La qual per me ha il titol della fame, E in che conviene ancor ch' altri si chiuda, M' avea mostrato per lo suo forame Più lune già, quand' io feci il mal sonno, Che del futuro mi squarciò il velame.
Page 201 - Nimico ai lupi che gli danno guerra; Con altra voce ornai, con altro vello Ritornerò poeta, ed in sul fonte Del mio battesmo prenderò il cappello...
Page 117 - O tu che mostri per sì bestiai segno odio sovra colui che tu ti mangi, dimmi '1 perché», diss'io, «per tal convegno, che se tu a ragion di lui ti piangi, sappiendo chi voi siete e la sua pecca, nel mondo suso ancora io te ne cangi, se quella con ch'io parlo non si secca».
Page 33 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso, Ambo le mani per dolor mi morsi ; E quei, pensando eh...
Page 31 - Poscia più che il dolor potè il digiuno. Verso letteralmente chiarissimo, e che suona: più che non potè fare il dolore, fece la fame. Il dolore non potè ucciderlo; lo uccise la fame. Ma è verso fitto di tenebre e pieno di sottintesi, per la folla de' sentimenti e delle immagini che suscita, pe' tanti « forse » che ne pullulano, e che sono cosi poetici.
Page 70 - ... una di quelle pianamente, non però tanto che bene da lui e da chi con lui era non fosse udita, disse all'altre donne: - Vedete colui che va nell'Inferno e torna quando gli piace, e quassù reca novelle di coloro che laggiù sono?
Page 106 - ... inno profetico discendente dall'alto a invader la terra, come aquila tra l'addensarsi dei nembi : è la varietà graziosa e robusta, spiccata e raccolta, di aspetti, di colori e di suoni, come nel paesaggio delle colline di Toscana e d...
Page 37 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.
Page 32 - Ma è verso fitto di tenebre e pieno di sottintesi, per la folla de' sentimenti e delle immagini che suscita, pe' tanti « forse » che ne pullulano, e che sono così poetici. Forse invoca la morte, e si lamenta che il dolore non basti ad ucciderlo, e deve attendere la morte lenta della fame; è un sentimento di disperazione. Forse non cessa di chiamare i figli, se non quando la fame più potente del dolore gliene toglie la forza, mancatagli prima la vista e poi la voce. È un sentimento di tenerezza....
Page 32 - Forse non cessa di chiamare i figli, se non quando la fame più potente del dolore gliene toglie la forza, mancatagli prima la vista e poi la voce. È un sentimento di tenerezza. Forse, mentre la natura spinge i denti nelle misere carni, in quell'ultimo delirio della fame e della vendetta quelle sono nella sua immaginazione le carni del suo nemico, e Dante ha realizzato il delirio nell'inferno, Perpetuando quell'ultimo atto e quell'ultimo pensiero.