Propugnatore: studii filologici, storici e bibliografici di varii soci della Commissione pe'testi di lingua, Volume 10G. Romagnoli, 1877 |
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aggio alcuni allora anima antichi assai auea auer bella belleççe Brigata spendereccia Burchiello Buti canto canzone canzoni di gesta Carlo ch amor Chanson Chanson de Roland chè chell chemmi chessi chiama chom chui cielo Cino da pistoia colla conuene credo Dante dialetto dice dire disio dolce dolore donna dono doue Erodoto fera Fiorentini Firenze força Gano gente gentil gran Inferno interpretazione Landino lapo Gianni latino legge lezione lingua Marsilio mente meo chor merçe Messer Cino mmia morte moue noua ntra occhi ongni Orazio Orlando parla parole passo pieta poema poesia poeta posso pregio Pulci ragione Rima Siciliana rime Rolando Roncisvalle saracini scritto sença sengnoria senso sente seruire sonetto sospiri Spagna sperança spirito troua trova ualore uede ueder ueggio uene uertu uertute uidi uile uiso uita Ulivieri uolere uolgla uostro vede Vellutello verso volgare
Popular passages
Page 173 - O è preparazion, che nell' abisso Del tuo consiglio fai, per alcun bene, In tutto dall' accorger nostro scisso? Chè le terre d' Italia tutte piene Son di tiranni, ed un Marcel diventa Ogni villan che parteggiando viene.
Page 171 - Vieni a veder Montecchi e Cappelletti, Monaldi e Filippeschi, uom senza cura, Color già tristi, e costor con sospetti. Vien, crudel, vieni, e vedi la pressura De' tuoi gentili, e cura lor magagne, E vedrai Santafior com
Page 7 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Page 461 - Io veggio tuo nipote che diventa ' Cacciator di quei lupi in su la riva Del fiero fiume, e tutti gli sgomenta. Vende la carne loro essendo viva, Poscia gli ancide come antica belva: Molti di vita e se di pregio priva. Sanguinoso esce della trista selva: Lasciala tal, che di qui a mill' anni Nello stato primaio non si rinselva.
Page 124 - Per ben dolermi , prima eh' allo stremo. Quali nella tristizia di Licurgo Si fer duo figli a riveder la madre. Tal mi fec'io, ma non a tanto insurgo. Quando i' udì nomar se stesso, il padre Mio, e degli altri miei miglior, che mai Rime d'amore usar dolci e leggiadre...
Page 188 - Benedetta, infino a tanto che io non potessi più degnamente trattare di lei. E di venire a ciò io studio quanto posso, sì com'ella sa veracemente. Sicchè, se piacere sarà di Colui per cui tutte le cose vivono, che la mia vita per alquanti anni perseveri, spero di dire di lei quello che mai non fu detto di alcuna.
Page 155 - Ed io a lui: Io mi son un che, quando Amore spira, noto, ed a quel modo Che detta dentro, vo significando. O frate, issa vegg'io, diss'egli, il nodo Che il Notaio, e Guttone, e me ritenne Di qua dal dolce stil nuovo ch'i
Page 167 - Li vivi tuoi , e l' un l' altro si rode Di quei che un muro ed una fossa serra. Cerca, misera, intorno dalle prode Le tue marine, e poi ti guarda in seno S' alcuna parte in te di pace gode.
Page 189 - ... l'occhio la sostenea lunga fiata: cosi dentro una nuvola di fiori che dalle mani angeliche saliva e ricadeva in giù dentro e di fori, sovra candido vel cinta d'uliva donna m'apparve, sotto verde manto vestita di color di fiamma viva. E lo spirito mio, che già cotanto tempo era stato che alla sua presenza non era di stupor, tremando, affranto, sanza delli occhi aver più conoscenza, per occulta virtù che da lei mosse, d'antico amor sentì la gran potenza. Tosto che nella vista mi percosse l'alta...