Il Giornale dantesco, Volumes 22-23Leo S. Olschki, 1914 Includes sections "Bullettino bibliografico", "Recensioni", etc. |
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Popular passages
Page 178 - Diretr' a me, che non era' più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso. Nuovo augelletto due o tre aspetta : Ma dinanzi dagli occhi de' pennuti Rete si spiega indarno, o si saetta.
Page 127 - Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura, Che la diritta via era smarrita.
Page 118 - Cominciando adunque, dico che la stella di Venere due fiate era rivolta in quello suo cerchio che la fa parere serotina e mattutina, secondo i due diversi tempi, appresso lo trapassamento di quella Beatrice beata, che vive in cielo con gli angioli, e in terra colla mia anima, quando quella gentil donna, di cui feci menzione nella fine della Vita Nuova, apparve primamente accompagnata d'Amore agli occhi miei, e prese alcuno luogo nella mia mente.
Page 201 - Frate, la nostra volontà quieta Virtù di carità, che fa volerne Sol quel ch'avemo, e d'altro non ci asseta. Se disiassimo esser più superne, Foran discordi gli nostri disiri Dal voler di Colui, che qui ne cerne : Che vedrai non capere in questi giri, S...
Page 104 - Amor per consumarmi increspa e dora, Metterei mano e saziere' mi allora. 6. S' io avessi le bionde treccie prese , Che fatte son per me scudiscio e ferza , Pigliandole anzi terza, Con esse passerei vespro e le squille : E non sarei pietoso né cortese, Anzi farei com
Page 11 - Chi dietro a iura, e chi ad aforismi Sen giva, e chi seguendo sacerdozio, E chi regnar per forza o per sofismi, E chi rubare, e chi civil negozio, Chi, nel diletto della carne involto, S...
Page 198 - 1 mio dire Nel vero farsi come centro in tondo. Ciò che non more e ciò che può morire Non è se non splendor di quella idea Che partorisce, amando, il nostro Sire: Che quella viva...
Page 175 - E io adunque, che non seggo alla beata mensa, ma, fuggito dalla pastura del vulgo, a' piedi di coloro che seggono, ricolgo di quello che da loro cade, e conosco la misera vita di quelli che dietro m'ho lasciati, per la dolcezza ch'io sento in quello...
Page 120 - Sì tosto come in su la soglia fui Di mia seconda etade, e mutai vita, Questi si tolse a me, e diessi altrui. Quando di carne a spirto era salita, E bellezza e virtù cresciuta m'era, Fu...
Page 232 - Lo moto e la virtù de' santi giri, come dal fabbro l'arte del martello, da' beati motor convien che spiri ; I ; V — 24 — e 7 del, cui tanti lumi fanno bello, de la mente profonda che lui volve prende l'image e fassene suggello. E come l'alma dentro a vostra polve per differenti membra e conformate a diverse potenze si risolve, cosi l'intelligenza sua bontate multiplicata per le stelle spiega, girando sé sovra sua unitate.