La Gerusalemme liberata studiata nelle sue fonti ...

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V. Vecchi, 1907
 

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Page 238 - Sic Venus, et Veneris contra sic filius orsus : 325 'Nulla tuarum audita mihi neque visa sororum, o — quam te memorem, virgo? namque haud tibi vultus mortalis, nec vox hominem sonat ; o dea certe, an Phoebi soror an Nympharum sanguinis una? Sis felix, nostrumque leves quaecumque laborem, 330 et, quo sub caelo tandem, quibus orbis in oris iactemur, doceas ; ignari hominumque locorumque erramus, vento huc vastis et fluctibus acti : multa tibi ante aras nostra cadet hostia dextra.
Page 190 - Muoiono le città, muoiono i regni, copre i fasti e le pompe arena ed erba, e l'uom d'esser mortal par che si sdegni: oh nostra mente cupida e superba!
Page 76 - ... or cede, or qui ferire accenna e poscia altrove, dove non minacciò ferir si vede, or di sé discoprire alcuna parte e tentar di schernir l'arte con l'arte.
Page 76 - Ora crescere innanzi, ora ritrarsi, Ribatter colpi, e spesso lor dar loco; Girarsi intorno; e donde l'uno cede, L'altro aver posto immantinente il piede.
Page 131 - Ma quando in lui fissò lo sguardo e vide come placido in vista egli respira, e ne' begli occhi un dolce atto che ride, benché sian chiusi (or che fia s'ei li gira?), pria s'arresta sospesa, e gli s'asside poscia vicina, e placar sente ogn'ira mentre il risguarda; e 'n su la vaga fronte pende ornai sì che par Narciso al fonte.
Page 201 - ... 1 suo infiammato viso fan biancheggiando i bei sudor più vivo: qual raggio in onda, le scintilla un riso ne gli umidi occhi tremulo e lascivo. Sovra lui pende; ed ei nel grembo molle le posa il capo, e '1 volto al volto attolle, ei famelici sguardi avidamente in lei pascendo si consuma e strugge.
Page 53 - Era il bel viso suo, quale esser suole Da primavera alcuna volta il cielo, Quando la pioggia cade, ea un tempo il Sole Si sgombra intorno il nubiloso velo. E come il rosignuol dolci carole Mena ne i rami allor del verde stelo ; Così alle belle lagrime le piume Si bagna Amore, e gode al chiaro lume ; E ne la face de...
Page 183 - Haec ubi dicta dedit, lacrimantem et multa volentem 790 dicere deseruit, tenuesque recessit in auras. Ter conatus ibi collo dare bracchia circum ; ter frustra comprensa manus effugit imago, par levibus ventis volucrique simillima somno.
Page 53 - D'auro ha la chioma, ed or dal bianco velo Traluce involta, or discoperta appare: Così qualor si rasserena il cielo, Or da candida nube il sol traspare, Or dalla nube uscendo i raggi intorno Più chiari spiega, e ne raddoppia il giorno.
Page 28 - Ah! non fia ver; ché non sono anco estinti gli spirti in voi di quel valor primiero, quando di ferro e d'alte fiamme cinti pugnammo già contra il celeste impero. Fummo, io no 'l nego, in quel conflitto vinti: pur non mancò virtute al gran pensiero. Diede che che si fosse a lui vittoria: rimase a noi d'invitto ardir la gloria.

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