La comedia di Dante Allighieri |
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alcuna allora altra amore anco Angeli anima antichi avea beati Beatrice bella Bocc buon canto capo cerchio certo ch'è ch'io chè chiama Chiesa ciascun cielo città colla color colui cominciò conte Conv corpo credo Cristo Dante dice dire disse divina dolce donna Enea erano fece fede figlio figliuolo Firenze forma furono gente giro gran guarda Guido intende l'altro l'anima l'uno lascia latina luce lume luna lungo luogo maestro maggior male mano Maria mente mezzo mondo monte morì morte natura nome nuovo occhi opera padre pare parla parole passo Petr Pietro poco Poeta porta posto poteva principio Purg quivi ragione regno rima salire santo segno segue senso sente signore simile spirito stelle terra terzo tornare tratto trova uomo vede venire vero verso vidi Virg Virgilio virtù viso vista vivo voce volere volte
Popular passages
Page 83 - Nel mezzo del cammin di nostra vita, Mi ritrovai per una selva oscura Che la diritta via era smarrita.
Page 249 - Perché l'animo tuo tanto s'impiglia, io Disse 'l Maestro, che l'andare allenti? Che ti fa ciò , che quivi si pispiglia ? Vien dietro a me, e lascia dir le genti: * Sta come torre ferma , che non crolla Giammai la cima per soffiar de...
Page 499 - Lume è lassù, che visibile face Lo creatore a quella creatura Che solo in lui vedere ha la sua pace; E si distende in circular figura In tanto che la sua circonferenza Sarebbe al sol troppo larga cintura.
Page 101 - E come gli stornei ne portan l' ali Nel freddo tempo a schiera larga e piena; Così quel flato gli spiriti mali Di quà, di là, di giù, di su gli mena; Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sé lunga riga, Così vid' io venir, traendo guai, Ombre portate dalla detta briga ; Perch' io dissi : Maestro , chi son quelle Genti, che l
Page 352 - Veniva a me co' suoi intendimenti. Tosto che fu là dove 1" erbe sono Bagnate già dall' onde del bel fiume, Di levar gli occhi suoi mi fece dono. Non credo che splendesse tanto lume Sotto le ciglia a Venere trafitta Dal figlio fuor di tutto suo costume.
Page 366 - Ben ti dovevi, per lo primo strale Delle cose fallaci, levar suso Diretro a me che non era più tale. Non ti dovea gravar le penne in giuso, Ad aspettar più colpi, o pargoletta, O altra vanità con sì breve uso.
Page 483 - Come la fronda, che flette la cima Nel transito del vento, e poi si leva, Per la propria virtù, che la sublima: Fec' io in tanto , in quanto ella diceva , Stupendo , e poi mi rifece sicuro Un disio di parlare, ond...
Page 301 - Se così fosse, in voi fora distrutto Libero arbitrio, e non fora giustizia, Per ben letizia, e per male aver lutto. Lo cielo i vostri movimenti inizia Non dico tutti; ma posto ch...
Page 512 - E mi ricorda, ch' i' fu' più ardito • * Per questo, a sostener tanto, ch' io giunsi L aspetto mio col valore infinito. • O abbondante grazia , ond' io presunsi Ficcar lo viso per la luce eterna Tanto , che la veduta vi consunsi ! Nel suo profondo vidi, che s...
Page 182 - ... vanno, quando la brina in su la terra assempra l'imagine di sua sorella bianca, ma poco dura alla sua penna tempra; lo villanello a cui la roba manca, si leva, e guarda, e vede la campagna biancheggiar tutta; ond'ei si batte l'anca, ritorna in casa, e qua e là si lagna...