Comedia di Dante degli Allagherii, Volume 1Tip. Regia, 1866 |
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... Ma se le mie parole esser den seme , Che frutti infamia al traditor ch'io rodo , Parlare e lagrimar vedrai insieme . I ' non so chi tu se ' , nè per che modo * Venuto sie quaggiù ; ma fiorentino * Mi sembri veramente , quand'io t'odo ...
... Ma se le mie parole esser den seme , Che frutti infamia al traditor ch'io rodo , Parlare e lagrimar vedrai insieme . I ' non so chi tu se ' , nè per che modo * Venuto sie quaggiù ; ma fiorentino * Mi sembri veramente , quand'io t'odo ...
Common terms and phrases
acciò aduce alcuna Alichino allegoria Anfiarao anime appare nel testo appellato Archiginnasio di Bologna Atamante avea avea nome Benvenuto da Imola bolgia bolognese Capaneo capitolo ch'è ch'elli ch'io chè che'l chiosa ciascuno cielo Codice colla colui com'è detto Comedia Commento consequens Cortonese costui cotali Dante demonii Di-Bagno dire disseno ditto elli ello erano errore eziandio facea fece figliuolo funno furono gente giuso imagine imperquello inferno innanzi l'altro l'anima l'autore l'uno Lana Land laneo Laur luogo Maestro Malacoda Maometto menzione messer mondo Mordret morte overo parlare peccato peccatori pena persona piè poema mostrando poeti Poscia possanza predetto punisce quæ quod ragione Riccardiano s'elli santo sapere Segue lo poema sichè sicome sicome appare sicome dice signoria simile soggiunge sovra suso Tebe terra tratto umana uomo vedere veggendo verso vide Vind Vindelina Virgilio vizio vuole Witte
Popular passages
Page 159 - Soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse Quella lettura, e scolorocci il viso; Ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi, che mai da me non fia diviso, La bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: Quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 281 - Ma quello ingrato popolo maligno, Che discese di Fiesole ab antico ; E tiene ancor del monte e del macigno, Ti si farà, per tuo ben far, nimico : Ed è ragion : chè tra gli lazzi sorbi Si disconvien fruttare al dolce fico. Vecchia fama nel mondo li chiama orbi; Gente avara, invidiosa, e superba : Da' lor costumi fa che tu ti forbi.
Page 230 - Nota non pure in una sola parte, Come Natura lo suo corso prende Dal divino Intelletto e da sua arte : E se tu ben la tua Fisica note, Tu troverai non dopo molte carte, Che 1' arte vostra quella, quanto puote, Segue, come il maestro fa il discente, SI che vostr
Page 126 - PER me si va nella città dolente, Per me si va nell' eterno dolore, Per me si va tra la perduta gente. Giustizia mosse il mio alto fattore : Fecemi la divina potestate, La somma sapienza e il primo amore. Dinanzi a me non fur cose create, Se non eterne, ed io eterno duro : Lasciate ogni speranza, voi eh' entrate ! Queste parole di colore oscuro Vid' io scritte al sommo d' una porta : Perch' io : Maestro, il senso lor m
Page 254 - Io son colui, che tenni ambo le chiavi Del cor di Federigo, e che le volsi Serrando e disserrando sì soavi...
Page 213 - Ed io a lui: Da me stesso non vegno: Colui, che attende là, per qui mi mena, Forse cui Guido vostro ebbe a disdegno.
Page 107 - Guardai in alto, e vidi le sue spalle Vestite già de' raggi del pianeta, Che mena dritto altrui per ogni calle. Allor fu la paura un poco queta, Che nel lago del cor m' era durata 20 La notte, ch' i
Page 112 - O degli altri poeti onore e lume, Vagliami il lungo studio e il grande amore, Che m' ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se...
Page 132 - 1 mio dir gli fusse grave, In fino al fiume di parlar mi trassi. Ed ecco verso noi venir per nave Un vecchio bianco per antico pelo. Gridando : Guai a voi, anime prave! Non isperate mai veder lo cielo : I' vegno, per menarvi ali' altra riva Nelle tenebre eterne in caldo, e 'n gielo: E tu, che se...
Page 157 - O animai grazioso e benigno, Che visitando vai per l'aer perso Noi che tignemmo il mondo di sanguigno; Se fosse amico il re dell' universo, Noi pregheremmo lui per la tua pace, Poi c'hai pietà del nostro mal perverso.