Memorie di religione, di morale e di letteratura

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1853
 

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Page 407 - O degli altri poeti onore e lume, vagliami il lungo studio e il grande amore, che m' ha fatto cercar lo tuo volume. Tu se' lo mio maestro e il mio autore: tu se' solo colui, da cui io tolsi lo bello stile, che m
Page 172 - Imperium esse natum et auctum et retentum? quam volumus licet, patres conscripti, ipsi nos amemus, tamen nec numero Hispanos nec robore Gallos nec calliditate Poenos nec artibus Graecos nec denique hoc ipso huius gentis ac terrae domestico nativoque sensu Italos ipsos ac Latinos, sed pietate ac religione atque hac una sapientia, quod deorum numine omnia regi gubernarique perspeximus, omnis gentis nationesque superavimus.
Page 243 - Donna, se' tanto grande e tanto vali, che qual vuol grazia ed a te non ricorre, sua disianza vuol volar sanz'ali.
Page 60 - La prima di color di cui novelle tu vuo' saper » mi disse quegli allotta, « fu imperadrice di molte favelle. A vizio di lussuria fu sì rotta, che libito fé licito in sua legge per torre il biasmo in che era condotta. Ell'è Semiramìs, di cui si legge che succedette a Nino e fu sua sposa : tenne la terra che '1 Soldan corregge.
Page 315 - Della vita e delle opere di Gherardo Cremonese, traduttore del secolo duodecimo, e di Gherardo da Sabbionetta, astronomo del secolo decimoterzo...
Page 359 - Romanis et ceteris gentibus una esset eademque condicio? praesertim si mox fieret, quod postea gratissime atque humanissime factum est, ut omnes ad Romanum imperium pertinentes societatem acciperent civitatis et Romani cives essent, ac sic esset omnium, quod erat ante paucorum...
Page 44 - ... aguzzar gli artigli ed avventarsi alla preda : quando udirete alto rimbombo di tamburi e di trombe, orrendi fischi di frombole e di saette, confuse grida di feriti e di moribondi, allora io voglio che sappiate rispondermi, s'é spediente.
Page 189 - Onde disse alcuno autore, perch' egli iscampò con così grande tesoro, che egli seppe il tradimento di Troia. E altri dicono che non ne seppe nulla se non alla fine, che non si poteva tornare indietro. Ma come che la cosa fosse, egli andò tanto per mare e per terra, un' ora in qua e un' ora in là, che egli con la sua gente arrivò in Italia.
Page 197 - Infmii a tanto che Catellina fece la congiurazione in Roma, contra a coloro che governavano Roma. Ma quella congiurazione fu discoverta, per lo grande savio Marco Tulio lo meglio parlante uomo del mondo e mastro di retorica. E allora era egli consolo di Roma quando quella giura si fece. E egli per lo suo grande senno sì li vinse, e prese, e feceli tutti guastare e distruggere delle persone, e per lo consiglio del buono Catone che li giudicò alla morte.
Page 178 - Quid est quod fuit? Ipsum quod futurum est. Quid est quod factum est? Ipsum quod faciendum est.

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