Il Progresso delle scienze, delle lettere e delle arti, Volumes 10-12Tipografia Flautina., 1835 |
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abbia Abruzzo alcuni altra altre Ampere anfibola antichi applicazione assai autore avea belle bisogni buon carattere Castel di Sangro chè cholera civile cognizioni colla commercio comune conoscere considerata contagio cratere credere debbono dimostrare dire discorso diverse dottrine dritto economia Egitto Egizii Ellissi erano eruzione esso fenomeni filosofia fondo forma forza Francia generale Geroglifici governo gran Greci Haussez idee imperocchè Inghilterra intorno italiana l'autore lava lavoro leggi legislazione luogo maggiore Manetone medesimo Melchiorre Delfico mente metodo mezzo morale Napoli natura naturale nazioni numero nuovo opera osservazioni parole passato Platone poco poesia popoli possa potere presso prezzo principio Professore progresso provincia pubblica pure quarzo quistione ragione reati Regno Regno di Napoli scienze Scozia scrittori scuola secolo sieno signor sistema sociale società somma Spagna spagnuola stabilire stadio storia stra studio teocratico tratto trova umana uomini vedere vero Vesuvio vulcani vulcano XXXI Dinastie zione
Popular passages
Page 274 - Dafne mori; ne' calami palustri Più non geme Siringa; ed in quel tronco Cessò di Mirra l'odoroso pianto. Ov'è l'aureo tuo carro, o maestoso Portator della luce, occhio del Mondo? Ove l'Ore danzanti? ove i destrieri Fiamme spiranti dalle nari? Ahi misero! In un immenso, inanimato, immobile Globo di foco ti cangiar le nuove Poetiche dottrine, alto gridando: Fine ai sogni e alle fole, e regni il Vero. Magnifico parlar! degno del senno Che della Stoa dettò l'irte dottrine, Ma non del senno che cantò...
Page 275 - Armonioso, e per l'eterea volta Carolanti, non più mosse da dive Intelligenze, ma dannate al freno Della legge che tira al centro i pesi: Potente legge di Sofia, ma nulla Ne...
Page 275 - E le rugiade e tutte alfin le cose (Da che fur morti i numi, onde ciascuna Avea nel nostro immaginar vaghezza Ed anima e potenza) a te dolenti Alzan la voce , e< chieggono vendetta. E la chiede dal...
Page 275 - 1 vedi? Essa medesma, tua nemica in vista Ma in segreto congiunta, a sè t'invita: Chè, non osando timida ai profani Tutta nuda mostrarsi, il trasparente Mistico vel di tue figure implora; Onde, mezzo nascosa e mezzo aperta, Come rosa che al raggio mattutino...
Page 274 - Numi creare: onde per tutta La celeste materia e la terrestre Uno spirto, una mente, una divina Fiamma scorrea, che l'alma era del mondo. Tutto avea vita allor, tutto animava La bell'arte de
Page 67 - Adunque, non da altri che dalla provvedenza divina deve esser tenuto dentro tali ordini a celebrare con giustizia la famigliare, la civile e finalmente l'umana società; per gli quali ordini, non potendo l'uomo conseguire ciò che vuole, almeno voglia conseguire ciò che dee dell'utilità: ch' è quel che dicesi
Page 3 - ... il ricorrere ad altri che a lui medesimo per la determinazione del senso di quanto egli aveva scritto. Ed in simil guisa, è semplicità l'andar cercando i sensi delle cose della natura nelle carte di questo o di quel filosofo più che nell'opere della natura, la quale vive sempre ed operante ci sta sempre innanzi agli occhi, veridica ed immutabile in tutte le cose sue...
Page 302 - , è ivi detto, « nell'opiniione di coloro i quali riguardano la storia come maestra della vita e dispen*satrice della civile sapienza; e che anzi mi sembri dessa contraria ai felici progressi della morale, facendoci veder sempre scarsi gli annali della virtù in confronto dei voluminosi giornali del vizio e dell'errore; pure potendo essere, se non di un'essenziale utilità, almeno di qualche piacevolezza apportatrice, non debb...
Page 110 - Ed egli a me : questa montagna è tale Che sempre al cominciar di sotto è grave, E quanto uom più va su, e men fa male. Però , quand' ella ti parrà soave Tanto che 'l su andar ti fia leggiero Come a seconda in giuso andar per nave , Allor sarai al fin d' esto sentiero : Quivi di riposar l' affanno aspetta : Più non rispondo ; e questo so per vero.
Page 123 - ... uso e la memoria. La Repubblica ordinava ad Arnolfo il disegno di Santa Maria del Fiore con queste parole: « Attesoché la somma prudenza di un popolo di origine grande sia di procedere negli affari suoi di modo, che dalle operazioni esteriori si riconosca non meno il savio che magnanimo suo operare: si ordina ad Arnolfo...