L'episodio del Conte Ugolino: saggio

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F. Mariotti, 1918 - 39 pages
 

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Page 17 - Che , per 1" effetto de' suo' ma' pensieri , Fidandomi di lui , io fossi preso E poscia morto, dir non è mestieri. Però quel che non puoi avere inteso, Cioè come la morte mia fu cruda, Udirai e saprai se m
Page 8 - Menalippo per disdegno, che quei faceva il teschio e 1' altre cose. « O tu che mostri per si bestial segno odio sovra colui che tu ti mangi, dimmi '1 perche » diss' io, « per tal convegno, che se tu a ragion di lui ti piangi, sappiendo chi voi siete e la sua pecca, nel mondo suso ancora io te ne cangi, se quella con ch
Page 20 - Breve pertugio dentro dalla muda, La qual per me ha il titol della fame, E in che conviene ancor ch' altri si chiuda, M' avea mostrato per lo suo forame Più lune già, quand' io feci il mal sonno, Che del futuro mi squarciò il velame.
Page 28 - Come un poco di raggio si fu messo Nel doloroso carcere, ed io scorsi Per quattro visi il mio aspetto stesso ; Ambo le man per lo dolor mi morsi. Ed ei, pensando ch...
Page 36 - Che furo alГ osso, come d' un can, forti. Ahi Pisa, vituperio delle genti Del bel paese là dove il si suona; So Poichè i vicini a te punir son lenti, Muovansi la Capraia e la Gorgona, E faccian siepe ad Arno in su la foce, Si ch' egli annieghi in te ogni persona.
Page 14 - tu vuoi ch' io rinnovelli 'Disperato dolor che '1 cuor mi preme " Già pur pensando pria ch' io ne favelli. '' Ma se le mie parole esser den seme '' Che frutti infamia al traditor ch' io rodo, " Parlare e lagrimar vedrai insieme. '' Io non so chi tu sie, nè per che modo * Venuto se' quaggiù ; ma Fiorentino ''Mi sembri veramente quand' io t
Page 32 - Padre, assai ci fia men doglia / se tu mangi di noi: tu ne vestisti / queste misere carni, e tu le spoglia».
Page 22 - Lo padre ei figli, e con l'agute scane Mi parea lor veder fender li fianchi. > Quando fui desto innanzi la dimane, Pianger senti' fra 'l sonno i miei figliuoli, Ch'eran con meco, e dimandar del pane.
Page 15 - ... chiunque tu sia, comunque venuto! » Rileva che è Fiorentino: l'ha conosciuto alla « loquela », come, già, Farinata: ma lo rileva per quel tanto che può importare al suo assunto. « Di me, del mio nemico ' Toscana sonò tutta ' — par che dica — ; sei Fiorentino? tanto meglio! ci sbrigheremo pili presto : detti i nomi, è raccontata la storia, come certamente tutti, a Firenze, la sanno ». Tu dèi saper — dunque, tu devi sapere — ch'io fui conte Ugolino, E questi l' arcivescovo Ruggieri...
Page 33 - Gaddo mi si gittò disteso a' piedi Dicendo: Padre mio, che non m'aiuti? Quivi mori : e come tu mi vedi, Vid' io cascar li tre ad uno ad uno Tra '1 quinto di e '1 sesto: ond...

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