L'Inferno di Dante AlighieriPiatti, 1842 - 93 pages |
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alcuna allora altra altre amore anime antica assai avanti bella bene Bianchi buon cacciati cagione CANTO capo casa cerchio certo ch'e ch'io chè chiamato ciascuno Cielo città cittadini coloro colui cominciar Commedia conoscere Conte Corso crede Dante Dante Alighieri dico dire disse Divina dolore Donati donna dura eletto Enea erano essendo famiglia fare fece figliuoli Fiorentini Firenze forza furono fusse gente Ghibellini giudicio gran Guelfi Guido Imperatore Inferno insieme intende l'altra l'una lagrime lasciando legge lungo luogo Maestro maggior Malaspina male mandato mano mare memoria mente Messer mezzo mondo morì morte Neri niuna nome nuovi occhi oltre onore opere oscura pace Papa pare parlare parole passare pena Pietro poco Poeta popolo porta potere prese presso principio pubblica pure quivi rispose seguendo Signore spiriti tema terra testa tornare tratta trova uomo vedi venire venne vero verso vidi Virgilio vivi volte
Popular passages
Page 65 - Ma se a conoscer la prima radice del nostro amor tu hai cotanto affetto, farò come colui che piange e dice. Noi leggevamo un giorno per diletto di Lancilotto, come amor lo strinse; soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso: ma solo un punto fu quel che ci vinse.
Page 5 - Mentre ch' i' rovinava in basso loco, Dinanzi agli occhi mi si fu offerto Chi per lungo silenzio parea fioco. Quando vidi costui nel gran diserto, Miserere di me, gridai a lui, Qual che tu sii, od ombra, od uomo certo.
Page xlv - ... principi della parte avversa congiunta, di sé medesimo or qua or là incerto, andava vagando per Toscana. Era alcuna particella delle sue possessioni dalla donna col titolo della sua dote dalla cittadina rabbia stata con fatica difesa, de...
Page cxxiii - Nel mezzo del cammin di nostra vita Mi ritrovai per una selva oscura, Che la diritta via era smarrita.
Page 57 - Nel freddo tempo, a schiera larga e piena, Cosi quel fiato gli spiriti mali. Di qua, di là, di giù, di su gli mena : Nulla speranza gli conforta mai, Non che di posa, ma di minor pena. E come i gru van cantando lor lai, Facendo in aer di sè lunga riga; Cosi vid...
Page 7 - Ch' ella mi fa tremar le vene ei polsi. A te convien tenere altro viaggio, Rispose, poi che lagrimar mi vide, Se vuoi campar d' esto loco selvaggio ; Chè questa bestia, per la qual tu gride, Non lascia altrui passar per la sua via, Ma tanto lo 'mpedisce che...
Page 65 - Lancilotto, come amor lo strinse; soli eravamo e senza alcun sospetto. Per più fiate gli occhi ci sospinse quella lettura, e scolorocci il viso: ma solo un punto fu quel che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso esser baciato da cotanto amante, questi, che mai da me non fia diviso, la bocca mi baciò tutto tremante. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse; quel giorno più non vi leggemmo avante.
Page 6 - 1 mio autore; tu se' solo colui da cu' io tolsi lo bello stilo che m'ha fatto onore.
Page lxxiv - De vulgari eloquentia, dove intendeva di dare dottrina a chi imprendere la volesse, del dire in rima; e comecchè per lo detto libretto apparisca lui avere in animo di dovere in ciò comporre quattro libri, o che più non ne facesse dalla morte soprappreso, o che perduti sieno gli altri, . più non appariscono che due solamente.
Page 17 - Io era tra color che son sospesi, E donna mi chiamò beata e bella, Tal che di comandare io la richiesi. Lucevan gli occhi suoi più che la stella : E cominciommi a dir soave e piana, Con angelica voce, in sua favella : O anima cortese Mantovana Di cui la fama ancor nel mondo dura, E durerà quanto...