La Divine comédie de Dante: L'Enfer. 4. éd., rev. et améliorée. 1870M. Lévy frères, 1870 |
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alcun Allor altra altri altro âme amore ancor ARGUMENT DU CHANT assai avea Bacchiglione Brunetto Latini buon CANTO VII cerchio cercle Ch'i ciascun Ciel ciò cœur colpa colui cominciai convien cose cotal cuor damnés Dante démon dietro Dieu dimmi dinanzi disse dissi dit-il divin Divine Comédie dolce dolenti Duca eran esprits esser faccia fanno fatta fatto fece flamme Florence fondo fummo fuoco gente gouffre gran gridò guide INFERNO CANTO l'altro l'ombre Louis Ratisbonne lunga luogo Maestro maître mezzo Minos molte mondo mort NOTES DU CHANT nuova occhi ogni ombre parlar parole pécheur Perch Perchè Phlégéthon piè pieds pien piglio più pleurs poco poëte Poscia primo quale quegli quei Quivi Rispose sangue secondo septième cercle sovra tanto tempo terre tosto triste tutte tutto uscio veder vedrai Venimmo vidi Virgile viso vois voix volse volto
Popular passages
Page 358 - Quando n' apparve una montagna bruna Per la distanza, e parvemi alta tanto Quanto veduta non n' aveva alcuna '. Noi ci allegrammo ; e tosto tornò in pianto : Che dalla nuova terra un turbo nacque, E percosse del legno il primo canto. Tre volte il fe' girar con tutte l' acque; Alla quarta levar la poppa in suso, E la prora ire in giù , com' altrui piacque, Infin che
Page 356 - Perigli siete giunti all' occidente, A questa tanto picciola vigilia De' vostri sensi, ch' è del rimanente, Non vogliate negar 1' esperienza, Diretro al sol, del mondo senza gente. Considerate la vostra semenza: Fatti non foste a viver come bruti, Ma per seguir virtute e conoscenza.
Page 448 - Che per 1' effetto de' suo' ma' pensieri, Fidandomi di lui, io fossi preso E poscia morto, dir non è mestieri. Però quel che non puoi avere inteso, Cioè come la morte mia fu cruda, Udirai, e saprai se m
Page 216 - Io aveva una corda intorno cinta , E con essa pensai alcuna volta Prender la lonza alla pelle dipinta. Poscia che l' ebbi tutta da me sciolta , Sì come 'l Duca m' avea comandato , Porsila a lui aggroppata e ravvolta; Ond...
Page 134 - Ma quell' altro magnanimo, a cui posta Restato m' era, non mutò aspetto, Nè mosse collo, né piegò sua costa : E se, continuando al primo detto, Egli han quell'arte, disse, male appresa, Ciò mi tormenta più che questo letto. Ma non cinquanta volte fia raccesa La faccia della Donna che qui regge, Che tu saprai quanto queir arte pesa. E se tu mai nel dolce mondo regge, Dimmi : perché quel popolo è sì empio Incontr' a' miei in ciascuna sua legge ? Ond...
Page 250 - O Simon mago, o miseri seguaci, Che le cose di Dio, che di bontate Deono essere spose, e voi, rapaci, Per oro e per argento adulterate; Or convien che per voi suoni la tromba, Però che nella terza bolgia state.
Page 448 - Pianger senti' fra il sonno i miei figliuoli, Ch' eran con meco, e dimandar del pane. Ben se...
Page 266 - Ma io nol vidi, nè credo che sia. Se Dio ti lasci, lettor, prender frutto Di tua lezione, or pensa per te stesso, Com' io potea tener lo viso asciutto, Quando la nostra imagine da presso Vidi sì torta, che il pianto degli occhi Le natiche bagnava per lo fesso. Certo i' piangea, poggiato ad un de' rocchi Del duro scoglio, sì che la mia scorta Mi disse : « Ancor se' tu degli altri sciocchi ? Qui vive la pietà, quando è ben morta.
Page 292 - Io vidi già cavalier muover campo, • e cominciare stormo e far lor mostra, e tal volta partir per loro scampo ; corridor...
Page 186 - Chi è quel grande, che non par che curi Lo 'ncendio, e giace dispettoso e torto Sì, che la pioggia non par che 'l maturi ? E quel medesmo, che si fue accorto, Ch' io dimandava 'l mio Duca di lui, Gridò : qùal io fui vivo, tal son morto.