Atti della Reale Accademia di archeologia, lettere e belle arti, Volume 15Accademia di archeologia, lettere e belle arti, 1891 |
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Popular passages
Page 57 - Che m' intenda colui che di là piagne, Perchè sia colpa e duol d' una misura. Non pur per opra delle rote magne, Che drizzan ciascun seme ad alcun fine, Secondo che le stelle son compagne; Ma per larghezza di grazie divine, Che sì alti vapori hanno a lor piova, Che nostre viste là non van vicine, Questi fu tal nella sua vita nuova Virtualmente, ch' ogni abito destro Fatto averebbe in lui mirabil prova.
Page 56 - O sacrosante Vergini, se fami, Freddi, o vigilie mai per voi soffersi, Cagion mi sprona, ch
Page 73 - Quo perniciosius de re publica merentur vitiosi principes, quod non solum vitia concipiunt ipsi, sed ea infundunt in civitatem, neque solum obsunt, quod ipsi corrumpuntur, sed etiam quod corrumpunt, plusque exemplo quam peccato nocent.
Page 73 - Nee enim tantum mali est peccare principes (quamquam est magnum hoc per se ipsum malum) quantum illud, quod permulti imitatores principum existunt. Nam licet videre, si velis replicare memoriam temporum, qualescumque summi civitatis viri fuerint, talem civitatem fuisse: quaecumque mutatio morum in principibus exstiterit, eandem in populo secutam.
Page 6 - , quale Conviene a donna aver, non fuor misura * : Ella è quanto di ben può far natura; Per esempio di lei beltà si...
Page 60 - Levava gli occhi miei bagnati in pianti, E vedea, che parean pioggia di manna, Gli Angeli che tornavan suso in cielo; Ed una nuvoletta avean davanti, Dopo la qual gridavan tutti: Osanna; E s'altro avesser detto, a voi dire'lo. Allor diceva Amor: più non ti celo; Vieni a veder nostra donna che giace. L...
Page 76 - O vos omnes qui transitis per viam, attendite et videte si est dolor sicut dolor meus,' and to pray them to stay and hear me.
Page 7 - Quali per vetri trasparenti e tersi , O ver per acque nitide e tranquille, Non si profonde che i fondi sien persi , Tornan de...
Page 174 - Si distinguevano i villaggi, le case, le capanne: il palazzotto di don Rodrigo, con la sua torre piatta, elevato sopra le casucce ammucchiate alla falda del promontorio, pareva un feroce che, ritto nelle tenebre, in mezzo a una compagnia d'addormentati, vegliasse, meditando un delitto.