Prose...emendate dall'autore medesimoG. Silvestri, 1827 - 283 pages |
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Admeto alcuna amici amore antichi anzi Aristotile bella Betti Biondi buon Busiride canto cari carissimo Cavaliere certo ch'è ch'egli ch'io chè Cicerone codice oliveriano colla Commedia costumi credo d'amore d'Eschilo d'ogni Dante dice diletto dire divino ediz Eschilo essendo Euripide favella figliuolo Filagro filosofo fiore Gargilio gente gentile giovani Girolamo Amati Giulio GIULIO PERTICARI gran grandissimo Greci HYPORA Iliade Imperocchè intorno istoria italiana italiano Laonde Latini leggi leggiadria lettere liberto lingua Lingua Italiana lode Lucchesini maestri maggior maraviglia medesimo mente niuno nobile nome opere Ovidio parlare parole perciocchè Perticari Pindaro Platone Plutarco poesia poeta Polinice Poliziano popolo potuto Procolo Prose pure ragione rispose il Tambroni Ritr Ritratto Romani savio scritti scrittori scrivere secolo sentenza simo Sofocle stimo Taida tale Tambroni Temistocle Tideo Tirteo tissimo tragedia tragedie greche tragici trattano Tucidide uomini vede vero versi Vincenzo Monti virtù viva vogliono volgarizzamento zione
Popular passages
Page 188 - Io vidi già nel cominciar del giorno La parte orientai tutta rosata, E l'altro ciel di bel sereno adorno, E la faccia del Sol nascere ombrata...
Page 250 - Tuttavia, dopo alquanto tempo, la mia mente, che s'argomentava di sanare, provvide (poiché né il mio, né l'altrui consolare valea) ritornare al modo che alcuno sconsolato avea tenuto a consolarsi. E misimi a leggere quello, non conosciuto da molti, libro di Boezio, nel quale, cattivo e discacciato, consolato s'avea. E...
Page 138 - E però sappia ciascuno che nulla cosa per legame musaico armonizzata si può della sua loquela in altra trasmutare senza rompere tutta sua dolcezza e armonia.
Page 251 - Boezio, nel quale, cattivo e discacciato, consolato s' avea. E udendo ancora che Tullio scritto avea un altro libro, nel quale, trattando dell'Amistà, avea toccate parole della consolazione di Lelio, uomo eccellentissimo, nella morte di Scipione amico suo, misimi a leggere quello. E avvegnachè duro mi fosse prima entrare nella loro sentenza, finalmente v...
Page 122 - ... ha cominciato ad essere commosso, egli vuole per natura sua non essere più interrotto, ed anzi vuol che la commozione sua crescendo sempre all'ultimo termine della favola rapidamente lo conduca; ammesse queste cose, io credo che un pubblico...
Page 251 - ... un altro libro, nel quale, trattando dell'amistà, avea toccate parole della consolazione di Lelio, uomo eccellentissimo, nella morte di Scipione, amico suo, misimi a leggere quello. E avvegnaché duro mi fosse prima entrare nella loro sentenza, finalmente v'entrai tant'entro, quanto l'arte di grammatica ch'io aveva e un poco di mio ingegno potea fare; per lo quale ingegno molte cose, quasi come sognando, già vedea; siccome nella Vita Nuova si può vedere. E siccome esser suole, che l'uomo va...
Page 230 - Molinari, intiere in quelle secondo la ediz. del 1814 e del 22. « Ma fra tanto studio che intorno vi hanno posto i migliori nostri, fra tante cure di tipografi eziandio diligentissimi, è poi vero che le Stanze del Poliziano vadano affatto scevre da errore ? Io non 'vorrei che mi facessero reo di presunzione confessando sinceramente che a me non pare.
Page 31 - Passi inerte la lingua, il pensier tardo, Un sottil foco va di vena in vena, Fischian gli orecchi, mi si appanna il guardo, E veggo appena. Un gelido sudor tutta m'inonda, Mi trema il cor, rabbrivida ogni membro, Mancami il fiato, e pallida qual fronda Morta rassembro.