Tragedie

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F. Le Monnier, 1859 - 473 pages
 

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Page 23 - Quella lettura, e scolorocci il viso: Ma solo un punto fu quel, che ci vinse. Quando leggemmo il disiato riso Esser baciato da cotanto amante, Questi che mai da me non fia diviso, La bocca mi.
Page 10 - Per chi di stragi si macchiò il mio brando? Per lo straniero. E non ho patria forse Cui sacro sia de' cittadini il sangue? Per te, per te, che cittadini hai prodi, Italia mia, combatterò, se oltraggio Ti moverà la invidia. E il più gentile Terren non sei di quanti scalda il sole? D'ogni bell'arte non sei madre, o Italia? Polve d'eroi non è la polve tua? Agli avi miei tu valer desti e seggio, E tutto quanto ho di più caro alberghi!
Page 21 - A me s' aspetta, che per vani onori Fui strascinato da mia patria lunge, E perdei. ... — Lasso ! un genitor perdei. Riabbracciarlo ognor sperava. Ei fatto Non m' avrebbe infelice, ove il mio cuore Discoperto gli avessi .... e colei data M'"avria .... colei, che per sempre ho perduta.
Page 22 - Di meste donne, ed arrestarti a' piedi D'un recente sepolcro, e ossequiosa Ivi prostrarti, e le man giunte al cielo Alzar con muto ma dirotto pianto. Chi è colei, dissi a talun? — La figlia Di Guido, mi rispose. — E quel sepolcro? — Di sua madre il sepolcro. — Oh, quanta al core Pietà sentii di quell'afflitta figlia!
Page 447 - Lungi da me; — questa parola fu fatta pei bruti da soma, ma non per gli uccelli da preda; raccomandala ai mortali d'una polvere simile alla tua; — io non sono del tuo ordine. CACCIATORE. — Grazie al Cielo ! Io non vorrei essere del tuo per la libera fama di Guglielmo TelI ; ma qualunque sia il tuo male, convien sopportarlo, e questi selvaggi impeti sono inutili. MANFREDO. — Non lo sopporto? Guardami. Io vivo. CACCIATORE. — Questa è convulsione e non vita in salute. MANFREDO. — Ti dico,...

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