Opuscoli di storia naturaleFelice le Monnier, 1858 - 479 pages |
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acqua alcuni altre ammazzare ancorchè anguille animaletti animali ánno attaccato avea bachi bassilico bianco bocca cagione canale degli alimenti carni cavità certo cervi chè coda coll color corna corpo credere crisalidi denti Diacinto Cestoni dice Dioscoride dita traverse dottissimo erano esofago esperienze feci fegato femmine ferite fiele figura fiori forame Galeno gallozzole generazione giorni glandule gran grossi guaine imperocchè insetti intestini intestini ciechi intorno libro liquor lombri lombrichi lombrichi terrestri lumaconi lungo mangiare maraviglia marino medesimo medici membro genitale mente mezzo microscopio morirono morte mosche moscherini moscioni nacquero nascono neri osservato ovaie Paracelso parimente pelle pellicelli pesce piccion piccoli pietra Plinio poco poscia pure quattro quegli quod razze Redi sangue scolopendre scorpioni serpenti sieno signor simile sottilissimi stomaco suddetto talvolta testa torpedine triaca trovai trovano tunica uccelli uova vaso di vetro vedere veleno ventre ventriglio vermi vermicciuoli vero veruna vescica vescica urinaria vipera vipere viperino καὶ
Popular passages
Page 38 - Or tu chi se' che vuoi sedere a scranna Per giudicar da lungi mille miglia Con la veduta corta d...
Page 156 - E s' io al vero son timido amico, Temo di perder vita tra coloro Che questo tempo chiameranno antico. La luce in che rideva il mio tesoro Ch' io trovai lì , si fe' prima corrusca, Quale a raggio di sole specchio d' oro ; Indi rispose : coscienza fusca O della propria o dell...
Page 4 - Timidette atterrando l'occhio e '1 muso, E ciò che fa la prima, e l'altre fanno, Addossandosi a lei s'ella s'arresta, Semplici e quete, e lo 'mperchè non sanno : Sì vid'io mover, a venir, la testa Di quella mandria fortunata allotta, Pudica in faccia, e nell'andare onesta.
Page 4 - Ad una, a due, a tre, e l' altre stanno Timidette atterrando l' occhio e il muso; E ciò che fa la prima, e l' altre fanno, Addossandosi a lei s...
Page 81 - Ma ditemi, che son li segni bui Di questo corpo, che laggiuso in terra Fan di Cain favoleggiare altrui? Ella sorrise alquanto, e poi: S'egli erra L'opinion, mi disse, de' mortali, Dove chiave di senso non disserra , Certo non ti dovrien punger li strali D'ammirazione omai; poi dietro a' sensi Vedi che la ragione ha corte I
Page 171 - Ben dovrebb' esser la tua man più pia, Se state fossim' anime di serpi. Come d' un stizzo verde, ch' arso sia Dall'un de' capi, che dall'altro geme, E cigola per vento che va via ; Così di quella scheggia usciva insieme Parole e sangue : ond' io lasciai la cima Cadere, e stetti come l'uom che teme.
Page 96 - Di qui io cominciai a dubitare, se per fortuna tutti i bachi delle carni dal seme delle sole mosche derivassero, e non dalle carni stesse imputridite; e tanto più mi confermava nel mio dubbio, quanto che in tutte le generazioni da me fatte nascere sempre avea io veduto sulle carni, avanti che inverminassero , posarsi mosche della stessa spezie di quelle che poscia ne nacquero: ma vano sarebbe stato il dubbio, se l'esperienza confermato non l'avesse.
Page 251 - Chi va lontan da la sua patria, vede cose da quel che già credea lontane; che narrandole poi, non se gli crede, e stimato bugiardo ne rimane: che '1 sciocco vulgo non gli vuoi dar fede, se non le vede e tocca chiare e piane.
Page 90 - ... della scatola che io avea serrata se ne scapparon via tutti quanti, senza che potessi ritrovar giammai il luogo dove nascosti si fossero: per lo che fatto più curioso di vedere qual fine si potessero aver avuto, di nuovo il...
Page 171 - Da che fatto fu poi di sangue bruno, Ricominciò a gridar: Perchè mi scerpi? 35 Non hai tu spirto di pietate alcuno? Uomini fummo; ed or sem fatti sterpi: Ben dovrebb' esser la tua man più pia, Se state fossim