Il comento, Volume 2F. Le Monnier, 1863 |
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Il Comento ...: Sopra La Divina Commedia Di Dante Alighieri, |..., Volumes 2-3 Giovanni Boccaccio No preview available - 2019 |
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acciocchè Acheronte Acquacheta adoperare alcuna altra anima appo appresso Arpie assai avanti avea avendo bestialità BOCCACCIO cacciato CANTO TREDICESIMO Centauri Cerbero cerchio chè chiamato ciascuno cielo ciocchè città coloro colui comecchè comincia conciossiacosachè corpo costume cotali credere d'alcun dannati Deianira demonio descrive detto Dice adunque dimostra dire domanda erano essendo esso estimo fanno fece figliuolo Firenze fiume Flegetonte Flegias forza furono ghibellini gittò Gorgone Iddio imperadore inferno intendere iracundi Issione l'altre l'anima lascia laudevole Lezione luogo maestro maraviglia mare mare Mediterraneo medesimo mente messer Farinata miseria moglie morte mostra nome oltre palude pare parole peccato peccatori pena perciocchè pervenire Plutone predette presente Canto primieramente puniti puote quinci quivi quod ragione sangue scrive secondochè segue sentire settimo cerchio sieno similmente spezie Stige terra terza Teseo Tessaglia tore tormento tristizia ucciso uomini uomo vedere veggiamo venire verso Virgilio vizio vizj voglia vuole
Popular passages
Page 340 - E se di voi alcun nel mondo riede, Conforti la memoria mia, che giace Ancor del colpo che invidia le diede. Un poco attese, e poi: Da ch...
Page 238 - Quando s' appressano o son, tutto è vano Nostro intelletto ; e s' altri non ci apporta. Nulla sapem di vostro stato umano. 100 Porè comprender puoi che tutta morta Fia nostra conoscenza da quel punto Che del futuro fia chiusa la porta. » Allor, come di mia colpa compunto, Dissi : « Or direte dunque a quel caduto, no Che il suo nato è co...
Page 436 - Nepote fu della buona Gualdrada : Guidoguerra ebbe nome, ed in sua vita Fece col senno assai e con la spada. L' altro, che appresso me 1' arena trita, È Tegghiaio Aldobrandi, la cui voce Nel mondo su dovrebbe esser gradita.
Page 150 - Cavicciuli, cavaliere ricchissimo, tanto che esso alcuna volta fece il cavallo, il quale usava di cavalcare, ferrare d'ariento, e da questo trasse il soprannome. Fu uomo di persona grande, bruno e nerboruto e di maravigliosa forza, e più che alcuno altro iracundo, eziandio per qualunque menoma cagione.
Page 182 - E che più volte v' ha cresciuta doglia? Che giova nelle fata dar di cozzo? Cerbero vostro, se ben vi ricorda, Ne porta ancor pelato il mento e il gozzo. Poi si rivolse per la strada lorda, E non fe'motto a noi; ma fe...
Page 24 - Ed egli a me: Ritorna a tua scienza, Che vuoi, quanto la cosa è più perfetta, Più senta il bene, e così la doglienza, 109. Tuttoché questa gente maledetta In vera perfezion giammai non vada, Di là, più che di qua, essere aspetta.
Page 417 - Faccian le bestie fiesolane strame di lor medesme, e non tocchin la pianta, s'alcuna surge ancora in lor letame, in cui riviva la sementa santa di que...
Page 230 - M' avevan di costui già letto il nome : Però fu la risposta così piena. Di subito drizzato gridò : Come Dicesti: egli ebbe? non viv
Page 434 - La fama nostr-a il tuo animo pieghi A dirne chi tu se', che i vivi piedi Cosi sicuro per lo Inferno freghi.
Page 350 - Presemi allor la mia scorta per mano, E menommi al cespuglio che piangea Per le rotture sanguinenti, invano. O Jacopo, dicea, da Sant