Orlando furiosoG.B. Paravia e comp., 1910 - 564 pages |
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Agramante Alcina alcun alfin Almonte amor anco appresso Astolfo avea avean battaglia bella Biserta Bojardo Bolza Bradamante Brandimarte buon caccia canz Carlo Carlo Magno Casella cavalier cavallo ch'a ch'al ch'avea ch'era ch'in ch'io ch'un Chè ciel Circasso colpo cortese crudel d'ogni Dante destrier dice dicea donna donzella Doralice Duca facea fece ferito fiero figlio figliuol Francia fretta Frontino fuggir gente giorno giostra Gradasso gran grido Grifone guerrier innanzi l'arme l'avea l'elmo lancia lascia levò lito loco lungo Malagigi Mandricardo Marfisa monte morir morte mostra Norandino occhi Orlando Ovidio Paladin Parad passo periglio Petrarca petto piglia poco potea prese Purg quivi resta Rinaldo Rodomonte Ruggier Saracin Scozia scudo seco Signor spada Spagna Tartaro tenea terra tolto tôrre tosto trova vede veder veggo venir venne Vergilio vide VIII volse vuol XVII XXVI Zerbin
Popular passages
Page 55 - Vaghi boschetti di soavi allori, di palme e d'amenissime mortelle, cedri et aranci ch'avean frutti e fiori contesti in varie forme e tutte belle, facean riparo ai fervidi calori de' giorni estivi con lor spesse ombrelle, e tra quei rami con sicuri voli cantando se ne giano i rosignuoli.
Page 2 - Dirò d'Orlando in un medesmo tratto cosa non detta in prosa mai né in rima: che per amor venne in furore e matto, d'uom che sì saggio era stimato prima...
Page 265 - Credete a chi n'ha fatto esperimento, che questo è '1 duol che tutti gli altri passa. Caduto gli era sopra il petto il mento, la fronte priva di baldanza e bassa; né potè aver (che '1 duol l'occupò tanto) alle querele voce, o umore al pianto.
Page 8 - La verginella è simile alla rosa, ch'in bel giardin su la nativa spina mentre sola e sicura si riposa, né gregge né pastor se le avicina; l'aura soave e l'alba rugiadosa, l'acqua, la terra al suo favor s'inchina: gioveni vaghi e donne inamorate amano averne e seni e tempie ornate.
Page 144 - Arabia una valletta amena, lontana da cittadi e da villaggi, ch'all'ombra di duo monti è tutta piena d'antiqui abeti e di robusti faggi. Il sole indarno il chiaro di vi mena; che non vi può mai penetrar coi raggi, si gli è la via da folti rami tronca: e quivi entra sotterra una spelonca.
Page 213 - Zerbin, ch'era il capitano loro, non potè a questo aver più pazienza. Con ira e con furor venne a Medoro, dicendo: - Ne farai tu penitenza. — Stese la mano in quella chioma d'oro, e strascinollo a sé con violenza: ma come gli occhi a quel bel volto mise, gli ne venne pietade, e non l'uccise. 11. Il giovinetto si rivolse a...
Page 2 - Piacciavi, generosa Erculea prole, Ornamento e splendor del secol nostro, Ippolito, aggradir questo che vuole E darvi sol può l'umil servo vostro. Quel ch'io vi debbo, posso di parole Pagare in parte, e d'opera d'inchiostro: Né che poco io vi dia da imputar sono; Ché quanto io posso dar, tutto vi dono. Voi sentirete fra i più degni eroi, Che nominar con laude m' apparecchio j Ricordar quel Ruggier, che fu di voi E de'vostri avi illustri il ceppo vecchio.
Page 210 - Parigi a quel lume si scoperse l'un campo e l'altro; e '1 monte e '1 pian si vede: si videro i duo colli di lontano, Martire a destra, e Leri all'altra mano. 1 86 Rifulse lo splender molto più chiaro ove d'Almonte giacca morto il figlio. Medoro andò piangendo al signor caro; che conobbe il quartier bianco e vermiglio: e tutto '1 viso gli bagnò d'amaro pianto, che n'avea un rio sotto ogni ciglio, in sì dolci atti, in sì dolci lamenti, che potea ad ascoltar fermare i venti.
Page 395 - Era come un liquor suttile e molle, atto a esalar, se non si tien ben chiuso; e si vedea raccolto in varie ampolle, qual più, qual men capace, atte a quell'uso. Quella è maggior di tutte, in che del folle signor d'Anglante era il gran senno infuso; e fu da l'altre conosciuta, quando avea scritto di fuor: « Senno d'Orlando ». E così tutte l'altre avean scritto anco 11 nome di color di chi fu il senno.
Page 520 - Gonzaga, che dovunque il piede volge, e dovunque i sereni occhi gira, non pur ogn'altra di beltà le cede, ma, come scesa dal ciel dea, l'ammira. La cognata è con lei, che di sua fede non mosse mai, perché l'avesse in ira Fortuna che le fe