La divina commedia, Volume 11921 |
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19 CANTO alcun altra amor Angeli appresso aspetto assai avea beato Beatrice bella buon Canto cerchio certo chè chiaro ciascun ciel colui cominciò contenta convien corpo corte credi Cristo degno dico disìo disse divina dolce domandar donna elli esso eterno fanno fare faville fece fede fiamma figlia foco forte gente giro giusto gloria graçia grado gran guarda Indi infino intorno L'altra lascia leticia lieta loco luce lume luna maggior Maria mente mira mondo mortali mosse move natura nome nulla nuova occhi padre pare parlar parole pensa pensier poco porta poscia prende pria principio punto quei quinci quivi raggio ragione regno riso rota salute sança santa sarà segno segue senti Sommo spera spira stella terço terra torna tosto tratto veder vedi veggio venir venne vero vidi virtù viso vista viva voglia volte vuol
Popular passages
Page 541 - 1 sommo piacer li si dispieghi. Ancor ti priego, regina, che puoi ciò che tu vuoli, che conservi sani, dopo tanto veder, li affetti suoi. Vinca tua guardia i movimenti umani: vedi Beatrice con quanti beati per li miei preghi ti chiudon le mani!
Page 378 - Virtù diversa fa diversa lega col prezioso corpo ch'ella avviva, nel qual, sì come vita in voi, si lega. Per la natura lieta onde deriva, la virtù mista per lo corpo luce come letizia per pupilla viva.
Page 455 - Questo si vuole, e questo già si cerca, E tosto verrà fatto a chi ciò pensa Là dove Cristo tutto dì si merca.
Page 489 - Quivi è la rosa in che il Verbo Divino Carne si fece ; quivi son li gigli, Al cui odor si prese il buon cammino. Così Beatrice. Ed io, ch' a' suoi consigli Tutto era pronto, ancora mi rendei Alla battaglia dei debili cigli.
Page 529 - In forma dunque di candida rosa Mi si mostrava la milizia santa, Che nel suo sangue Cristo fece sposa. Ma l'altra, che volando vede e canta La gloria di Colui che la innamora, E la bontà che la fece cotanta, Sì come schiera d' api che s'infiora Una fiata, ed una si ritorna Là dove suo lavoro s' insapora, Nel gran fior discendeva, che s...
Page 423 - Fertile costa d' alto monte pende , Onde Perugia sente freddo e caldo Da porta sole, e dirietro le piange Per greve giogo Nocera con Gualdo '. Di quella costa , là dov' ella frange Più sua rattezza, nacque al mondo un sole Come fa questo tal volta di Gange.
Page 543 - Un punto solo m' è maggior letargo, che venticinque secoli alla impresa, che fé' Nettuno ammirar 1' ombra d' Argo. Così la mente mia, tutta sospesa, mirava fissa, immobile ed attenta, e sempre del mirar faceasi accesa. A quella luce cotal si diventa, che volgersi da lei per altro aspetto è impossibil che mai si consenta. Però che il ben, eh' è del volere obbietto, tutto s' accoglie in lei, e fuor di quella è difettivo ciò che lì è perfetto.
Page 523 - La bellezza ch' io vidi si trasmoda Non pur di là da noi , ma certo io credo Che solo il suo fattor tutta la goda. Da questo passo vinto mi concedo, Più che giammai da punto di suo tema Soprato fosse comico o tragédo.
Page 507 - Non fu la sposa di CRISTO allevata Del sangue mio, di Lin, di quel di Cleto, Per essere ad acquisto d' oro usata ; Ma per acquisto d' esto viver lieto E Sisto e Pio e Calisto ed Urbano Sparser lo sangue dopo molto fleto.
Page 527 - Vedi nostra città quanto ella gira! Vedi li nostri scanni sì ripieni, Che poca gente omai ci si disira! In quel gran seggio, a che tu gli occhi tieni Per la corona che già v'è su posta, Prima che tu a queste nozze ceni, Sederà l'alma, che Ha giù agosta, Dell'alto Arrigo, ch'a drizzare Italia Verrà in prima ch'ella sia disposta.